giovedì 30 gennaio 2014

Obama rilancia il tema etico

"E' l'anno della svolta". Dopo la ripresa combattere le ineguaglianze.

E in Italia il caso Electrolux


"La dura verità è che nel mezzo della nostra ripresa sono troppi quelli che lavorano più di prima ma non riescono ad arrivare a fine mese". Queste le parole del Presidente degli Stati Uniti d'America durante l'ultimo discorso pubblico sullo stato dell'Unione. Entrati ormai nel sesto anno successivo allo scoppio della crisi economica del 2008, gli Stati Uniti sono riusciti concretamente a ribaltare il trend. Ripresa dell'economia e PIL al +4% , otto milioni di posti di lavoro creati negli ultimi quattro anni, la disoccupazione più bassa da cinque, ma qualcosina ancora non va, anzi è qualcosina di molto più grande. "I privilegiati non sono mai stati così bene. Ma le retribuzioni medie rimangono ferme. L'ineguaglianza peggiora. La mobilità sociale verso l'alto si è fermata. Il nostro compito: rovesciare queste tendenze". La ripresa sicuramente c'è stata ma a beneficiarne sono state più le aziende che i lavoratori. Gli Stati Uniti sono riusciti a riassorbire la forza lavoro tramite la forte fluidità del credito dovuta agli interessi tra i più bassi negli ultimi anni della Banca Centrale, insieme ad una parziale svalutazione del dollaro, riuscendo così a tornare competitivi sul mercato, incentivando gli investimenti esteri e le imprese interne. Il costo di tale processo nel sistema odierno di libero mercato, finanza e globalizzazione è una svalutazione del costo del lavoro per rimanere competitivi contro i paesi emergenti, così da evitare la fuga delle imprese e degli investimenti all'estero.
Ancora una volta il nostro paese patisce un chiaro esempio della logica di mercato.L' Electrolux è il caso paradigmatico del sistema globalizzato, con il gruppo imprenditoriale che rivela la sua volontà di mantenere la produzione in Italia solo a condizione che i dipendenti accettino una riduzione drastica degli stipendi, a fronte comunque di un calo di ore lavorative. Il dibattito riparte, i talk show si infiammano, ma coloro che vedono all'orizzonte il bivio dei 700 euro al mese o della disoccupazione rimangono comunque i lavoratori della Electrolux. Tra i vari commenti geniali degli esperti in queste ore si è sentito dire che in fondo, a fronte della questione, è comunque importante ricordare che è sempre meglio lavorare con 600 o 700 euro al mese che stare per sempre in cassa integrazione o disoccupati; un ragionamento che suona un po' come se qualcuno dicesse "meglio un colpo di pistola sulla gamba che al petto". C'è anche da dire però che se la situazione è a questo punto, non si possono dare tutte le colpe all'Electrolux. Dagli ultimi dati CGIA il costo del lavoro manifatturiero in Italia in dollari per ora è di 34,18, 45,79 in Germania e 39,81 in Francia, 31,84 nell'area euro, leggermente al di sopra della media europea è l'Italia; se non nel costo del lavoro dove risiede il problema? Sempre i dati CGIA possono dare una risposta: costo energia elettrica per medie-grandi imprese in euro per Kwh, 113,6 Italia, 106,4 Germania, 66 Francia, 88,3 area euro; tasse su imprese in %, 16,7 Italia, 11,7 Germania, 10,4 Francia, 12,6 area euro; numero giorni per risoluzione dispute commerciali, 1185 Italia, 394 Germania, 395 Francia, 622 area euro. Tasse, burocrazia e tempi infiniti, questi i motivi alla base della questione, mancate riforme e poca innovazione, oltre all'assenza di investimenti. Questi sono ormai alcuni dei problemi lampanti in Italia da più di 20 anni. A livello europeo è invece un grande smacco quello degli Stati Uniti nei confronti dell'UE, la quale ha non ha visto nessun dato positivo dalle politiche di austerity, e ora osserva le ricette per certi versi pseudokeynesiane del paese che ha generato la crisi. Ma come detto all'inizio, le condizioni sociali anche negli USA, nonostante la ripresa, non sono incoraggianti. Per questo il Presidente Obama lancia il suo monito, "questo è l'anno della svolta", velocizzare il Congresso, "E' il momento dell'azione", salario minimo da 7 a 10 dollari l'ora e combattere le ineguaglianze crescenti. Ultimi due punti: 1) donne e lavoro, allineare le retribuzioni al livello maschile; 2) immigrazione, libere frontiere, aiuterà a ridurre il deficit e a far crescere l'economia dice il Presidente.

Giorgio Mineo


 

 

 


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