White America: Stati Uniti senza libertà
Quello che è
accaduto una settimana fa, a Ferguson, Missouri, cioè l'assassinio di un nero
da parte di un poliziotto bianco, e quello che è successo dopo, gli scontri e
le tensioni con la polizia nelle notti americane, ma anche le manifestazioni
pacifiche, possono farci affermare che forse esiste un'America bianca ed
un'America nera e che i governi degli Stati Uniti non sono liberali, bensì tirannici.
Molte circostanze
fanno gridare all'America che questo è stato un omicidio a sfondo razziale: dai
testimoni che affermano che Michael Brown, il ragazzo ucciso, era disarmato;
dai sei colpi che hanno colpito il bersaglio, quasi a volersi accanire,
decisamente troppi anche per un bersaglio che, come sostiene le polizia, era
armato; dal fatto che questi strani omicidi accadono con una certa frequenza
negli States. Omicidio avvenuto in un sobborgho nel quale il 60% della
popolazione è nera, il 90% dei poliziotti sono bianchi, così come la maggior
parte dei funzionari pubblici e dei rappresentanti politici. Non solo Ferguson,
periferia di St. Louis, ma anche tante altre città americane vivono situazioni
del genere. Nella stessa America, in alcuni luoghi, ne vivono due di Americhe:
applicazioni diverse della legge per bianchi e neri, salari diversi a seconda
del colore della pelle, quartieri e scuole bianchi e neri. Negli Stati Uniti
c'è chi ancora vive segregato, urlano da più parti. E se da un lato le comunità
nere lottano a Ferguson e non solo, un'ala del Ku Klux Klan,
folkloristicamente, lancia una colletta per il poliziotto bianco. Insomma:
"i fantasmi del sud razzista" sembrano non abbandonare mai gli USA,
spettri che fanno parte degli Stati Uniti dalla loro nascita. Dai padri
fondatori, illuministi e cristiani, cioè bianchi che credevano che tutti gli
uomini nascono uguali e liberi, eccetto i neri, quindi uomini capaci di
continuare a far perpetrare quell'abominio chiamato schiavitù, passando per le
piantagioni dell''800 americano e di inizio '900, fino al sindacalismo del
rastafariano Marcus Garvey ed alle marce per i diritti civili negli anni '60,
quelle dei religiosi Martin Luther King e Malcom X. Il legame tra religione e
comunità nere è fortissimo. Storicamente le chiese cristiane sono state
fondamentali nel creare unione tra i neri d'America: in questo modo il
messaggio cristiano è diventato emancipativo per le comunità nere, le quali
sognano veramente un mondo cristiano dove bianchi e neri nascano uguali. Jesse
Jackson, reverendo che lottò con Martin Luther King, candidato alle primarie
democratiche dell''84 e dell'88, partecipa anche a questa lotta e, come tutti
gli altri partecipanti, chiede che sia fatta giustizia.
Obama, è, come
sostiene Federico Rampini, braccato dalla destra americana. In questo modo non
può esporsi tanto, sostiene il giornalista, nel difendere le comunità da cui
proviene. Il presidente ha però ammesso che la polizia ha abusato del suo
potere. Infatti le forze dell'ordine hanno utilizzato metodi militari,
trasformando la periferia nord di St. Louis in campo di battaglia iracheno o
afghano. La zone non può essere sorvolata, così che gli elicotteri delle tv non
possano filmare la zona. Non possono nemmeno entrare i giornalisti. Ne sono
stati arrestati due: in questo modo la polizia e la Guardia Nazionale, mandata
dal governatore Jay Nixon, calpestano il primo emendamento della Costituzione
americana: "Il Congresso non promulgherà leggi [...] che limitino la
libertà di parola, o di stampa [...]". A Ferguson operano blindati della
polizia. Oltre ai blindati sono usate altre attrezzature militari, create per
l'anti-terrorismo più che per la pubblica sicurezza. Sostiene Trevor Burrus,
ricercatore del Cato Institute, che nel 90% delle città americane
medio-piccole, quindi nel mondo della provincia americana, la polizia è
affiancata da squadre SWAT, unità speciali destinate ad operazioni
anti-terroristiche. In questo modo gli Stati Uniti rendono un lembo della loro
terra di questo "pugno di fango" una zona di guerra e fanno la guerra
contro i loro cittadini.
La libertà
assoluta era il fine di coloro che scrissero la Costituzione americana, una
libertà così assoluta che non riusciremmo nemmeno ad immaginarla: uno dei
concetti più alti che l'intelletto umano abbia mai raggiunto. Libertà, per
esempio, dal pregiudizio razziale ed ai perseguitati ed oppressi dal
pregiudizio. Così tanta libertà che, in verità, chi manifesta violentemente a
Ferguson, per certi aspetti, nel solco della migliore tradizione liberale, ha
il diritto di farlo. Sosteneva il liberale Locke, infatti, che in uno Stato
liberale gli uomini hanno il diritto di possedere delle armi, in modo tale che,
nel caso in cui il governo diventi tirannico, possano rovesciare la tirannia e
rimettere il potere nelle mani di chi farà buon uso di quel potere. Migliore
tradizione liberale, affermo, non per l'uso delle armi e della violenza, ma per
l'idea di fondo: il popolo ha, veramente, il controllo sui governanti. Questo
è, forse, uno dei taciti motivi che hanno portato i padri fondatori a redigere
il II emendamento della Costituzione, quello nel quale si concede il diritto di
possedere armi. Il diritto di spodestare un governo tirannico, ovviamente, fu
presto sepolto quando, nel mondo, i liberali, con varie rivoluzioni, presero il
potere: a quale forza governante converebbe il mantenimento di un tale diritto?
Ovviamente, sosteneva Locke, questo diritto, chiamato d'insurrezione, non può
sempre essere adoperato. Lo si può adoperare dopo molto tempo passato sotto le
catene della tirannia e della schiavitù: bastano cinquecento anni di abusi e
violenze adoperate sui neri sul suolo americano?
Di
Alberto Mannino
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