Katidis; la
Grecia, l'Italia e l'Europa
"Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte.
Non sono d'accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più". Ed è
veramente molto di più: è tutto quello che il mondo è stato negli ultimi
centocinquant'anni; cioè la storia, la cultura, la società sono
"piegabili" al calcio, nel senso che il calcio li descrive tutti,
domenica dopo domenica. La santa domenica cioè, quando i lavoratori riposano ed
i calciatori lavorano. Il calcio è svago e lavoro: "[...] è un gioco ma anche un fenomeno
sociale". Ma è anche più della vita e della morte. È arte, politica, poesia,
economia. Sono cose, queste, che durano più dell'individuo: l'individuo ha un
inizio ed una fine; la poesia no, nemmeno l'arte, politica ed economia sono la
stessa cosa, politica ed economia sono arte: sono cose, queste, che ti
catapultano nella storia, il calcio è la storia moderna. "Quando miliardi di persone si preoccupano
di un gioco, esso cessa di essere solo un gioco".
Il Novara Calcio, quest'estate, ha acquistato Giorgos Katidis, ventenne
greco, che dopo aver segnato il goal della vittoria in AEK Atene-Veria, ha
esultato levandosi la maglia e salutando la sua curva romanamente. Il caso ha
fatto molto scalpore: Katidis è stato messo fuori rosa dalla sua squadra ed
espulso a vita da tutte le nazionali greche. Quest'estate, come detto, è andato
a Novara, per la felicità delle italiche curve, che ora potranno cantare il
nome di questo talentuoso uomo ellenico dal corpo muscoloso e tatuato. Ma
attenzione: Katidis non è fascista, nè nazista, per sua stessa ammissione.
"Avevo visto un
filmato su Youtube in cui una persona, in un contesto che nulla a aveva a che
fare il calcio faceva quel gesto e scatenava le risate di tutti. Così mi è
venuto d’istinto ripeterlo e si è scatenato un pandemonio" ha sostenuto il
calciatore, che poi ha detto: "Non mi interesso di politica. Sono nato in
un periodo in cui tutto quello che era legato al passato era, per l’appunto,
passato. L’unica persona che poteva raccontarmi almeno del periodo della
dittatura - parla della Grecia dei colonnelli del 1967-1974 - è mia madre, ma
da quando ho 14 anni sono in giro per la Grecia e la vedo una settimana
all’anno".
Alba
Dorata, fondato nel 1993, è un partito di estrema destra greco. I suoi
militanti, è il caso di dirlo, distribuiscono saluti romani a destra e a
sinistra. Afferma la superiorità delle razza greca su quella albanese, slava e
turca ed afferma la necessità della creazione di una Grecia moderna,
manifestazione della grandezza della civiltà greca. La "Quarta civiltà
greca" è l'obiettivo: la prima fu rappresentata dal militarismo spartano,
la seconda dalla spiritualità della Chiesa greco-ortodossa indipendente da
quella cattolica ed in contrasto con la religione ebraica, la terza dalla
dittatura di Metaxas del 1936-1941, la quarta è quella alla quale il partito
aspira: una Grecia fuori dall'Unione Europea e che non sia schiava del potere
economico giudaico-capitalistico-massonico, una Grecia ripulita dalla
corruzione parlamentare e del sistema dei partiti, una Grecia protezionista,
dalle frontiere chiuse e protette da campi minati (come sostenuto dal leader
del partito) per evitare che gli immigrati entrino nel paese, una Grecia che si
elevi spiritualmente per conquistare il ruolo che spetta alla razza greca.
E sono
pronti a farlo: Alba Dorata ha un esercito paramilitare di 3000 uomini, armati,
in primo luogo, di catene e spranghe; con luoghi dove nascondere le armi, armi
che puntualmente spariscono quando arriva la "soffiata" che la
polizia sta arrivando. Molti sostengono che in Grecia il 50% dei poliziotti
voti Alba Dorata. Numerosissimi gli atti di violenza commessi dai militanti del
partito, contro immigrati e militanti del segno politico opposto. Qualche
giorno fa ad Atene è stato ucciso un rapper dichiaratamente anti-fascista, un
militante di Alba Dorata ha ammesso di averlo ucciso, ora per lui il processo.
In Grecia, a detta di alcuni testimoni, all'entrata dei tribunali ed in
occasioni particolari, ci sono le squadre di Alba Dorata ad aspettare l'esito
del processo. Sono iniziati molto timidamente dei lavori parlamentari per
mettere fuori legge il partito di estrema destra greco: ma chi avrà il coraggio
di metterli fuori legge? Sono pronti alla guerra civile, come ha sostenuto un
"pentito" che ha abbandonato il partito. E poi: quale polizia li
arresterà?
E i
fascisti sono dunque tornati, non solo in Grecia, ma in tutta Europa: in
Francia ora sono al 25%. Un boom di consensi di questi ultimi anni. A
dimostrazione che l'Europa non sa reagire, che la paura cresce ovunque, e che
la crisi economica ti entra nella testa. È un orribile déjà vu: oggi più che
mai il futuro non è scritto. Il futuro non è scritto per l'Europa, tantomeno
per la Grecia. Il debito è a quota 340 miliardi, e supera del 160% il PIL. La
quota maggiore del debito è sostanzialmente rappresentata dai soldi prestati
dal fondo salva-Stati (il 38%), il 18% è in mano a privati, i prestiti
bilaterali (cioè i prestiti fatti da un altro stato, o da banche di un altro
stato, o da imprese di un altro stato) valgono il 16% del debito greco, il 13%
dell'ammontare è stato comprato dalla BCE, l'8% del Fondo Monetario
Internazionale, i bond acquistati a breve termini sono il 4% del debito ed il
3% i prestiti di aziende elleniche. Quindi il 70% del debito greco è in mano a
istituzioni economiche internazionali, o, meglio ancora, la metà (come minimo)
è in mano all'Europa: questo significa svendita, svendita del debito e delle
aziende nazionali; ovvero quello che avviene massicciamente in Portogallo, e
quello che sta cominciando ad avvenire in Italia. Poi: il fondo salva-Stati e
la Banca Centrale Europea sono finanziati da banche; quindi: la Grecia, per
pagare i debiti che ha con le banche, si fa prestare soldi da altre banche,
europee queste ultime. La disoccupazione greca, poi, è al 27%; il paese ora è
piegato dagli scioperi dei dipendenti pubblici (molti di loro perderanno il
lavoro), dipendenti che, quando la Grecia entrò nell'euro, furono strapagati da
governi della spesa pubblica scellerata.
Katidis
(quello del saluto romano dopo il goal) è venuto a giocare in Italia, dove ieri
volantini distribuiti da Forza Nuova, partito neofascista italiano (amico e
alleato di Alba Dorata nel Fronte Nazionale Europeo), hanno attaccato Riccardo
Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, accusato dai neofascisti
di aver mandato in prigione uno di loro. Katidis, arrivato in Italia, ha detto:
"Vorrei riconquistare la nazionale", nazionale dalla quale è stato
escluso per il saluto romano: chissà che magari un giorno, con Alba Dorata al
potere, possa raggiungere il suo obiettivo.
Di
Alberto Mannino
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