Lo psicodramma
della sanità siciliana
In Sicilia, sulla sanità, si specula, ci si
fanno i soldi. Se ci sono i soldi, c'è la politica. Supponiamo che queste due
affermazioni siano vere, anzi: consideriamole il riassunto delle vicende di una
clinica del catanese.
La clinica in questione si chiama
"Humanitas", e si trova a Misterbianco. La prima cosa che si deve
sapere è che il Direttore Sanitario del centro è la madre di Luca Sammartino,
deputato UDC dell'Ars. Lasciando stare il fatto che esistono intercettazioni
nelle quali un oncologo della clinica invita una paziente a votare Sammartino,
il punto è che il governo Crocetta ha autorizzato un incremento di posti letto,
finanziato anche dalla Regione, dato che la clinica è sì privata, ma
convenzionata col sistema sanitario nazionale. Eppure, a livello nazionale per
l'appunto, è in vigore una legge che impone il taglio di posti letto in tutte
le strutture. Insomma: ovunque le strutture sanitarie pubbliche subiscono
tagli, eppure la Regione Siciliana se ne infischia e finanzia una clinica che,
comunque, è privata e che è in mano alla madre di un deputato UDC (Luca
Sammartino), UDC, partito che governa la Sicilia in una coalizione col PD e col
Megafono. Infatti Crocetta ha fatto un favore a chi vota la fiducia al suo
governo: Luca Sammartino, ovviamente. Dopo che l'Ars, mesi dopo, ha capito ciò
che stava accadendo, Crocetta si è difeso dicendo che era stato il governo
precedente, quello di Lombardo, a finanziare questa struttura. Ma le carte
dicono un'altra cosa, cioè che è stato il governo Crocetta a finanziare l'incremento
dei posti letto dell'Humanitas. Queste carte sono state firmate dall'Assessore
Regionale della Salute, Lucia Borsellino. L'Assessore della Salute del governo
Lombardo, Massimo Russo, al quale è stata lanciata l'accusa di aver finanziato
la clinica ontologica con un provvedimento sul quale dovrebbe esserci la sua firma,
ha sostenuto di non aver preso tale decisione. Le carte che sono
"uscite" fuori gli danno ragione. Russo ha poi attaccato la
Borsellino, perchè questa, avendo lavorato all'Assessorato nel ruolo di
Dirigente Generale sotto il governo Lombardo, conosce ciò che è veramente
successo. Russo si ritiene sostanzialmente "tradito" dalla figlia del
defunto magistrato, sostiene che insieme avevano fatto un ottimo lavoro e
ribadisce che lei sa la verità, ma non l'ha detta. Come dire: la Borsellino non
può remare contro il suo nuovo datore di lavoro, anzi, lo deve supportare.
Nel mentre, assistiamo all'avanzata del settore
sanitario privato, privilegiato dal governo siciliano. Poniamo per assurdo
questo esempio: un siciliano malato di tumore per via del MUOS potrà andare
alla clinica Humanitas, a Misterbianco, per curarsi, spendendo moltissimi soldi
in cambio di un ottimo servizio (pagato moltissimo), nonostante la convenzione
col settore pubblico, dovrà pagare molti soldi. Spenderà molto sostanzialmente.
Lo scandalo ha smosso la situazione all'Assessorato
della Sanità: probabilmente salteranno delle poltrone. L'Assessorato consiste
nel DPS (Dipartimento per la Pianificazione Strategica) e nel DASOE
(Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico),
entrambi fanno capo all'Assessore (organo politico) e sono diretti dai
rispettivi Dirigenti Generali (organi amministrativi). Forse pagheranno per lo
scandalo i Dirigenti Generali Salvatore Sammartano ed Ignazio Tozzo, eppure sul
provvedimento, oltre alla loro firma, c'è pure quella della Borsellino, che
"silurata" non sarà. Ignazio Tozzo, silurato o meno, si potrà
consolare diventando manager di qualche azienda sanitaria della Regione, a meno
che non diventi manager uno di quelli che hanno un curriculum talmente sfavillante
da entrare addirittura di diritto nella lista del concorso, concorso al quale
concorre un omonimo dell'Amministratore Delegato di Humanitas, omonimo nato lo
stesso giorno dell'Amministratore della clinica. Dato che al 99,9% sono la
stessa persona, al 99,9% si tratta di conflitto d'interessi.
C'è da dire a Crocetta che non basta un
turnover di questo tipo per scongiurare lo scandalo e far tornare tutto come
prima, non basta nemmeno affibbiare le colpe al governo precedente.
Di
Alberto Mannino
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