Rientrare nel 3%: è pronta la manovra lacrime e sangue
Forti perplessità da destra a sinistra, molti i dubbi sulle previsioni del piano di stabilità, nel PS chi non voterà il programma sarà espulso
L’atmosfera in Francia diventa sempre più calda; dopo il
rimpasto il Presidente Hollande ha davanti a se il momento più difficile che
potrebbe segnare la dipartita del Partito Socialista e lasciare il Paese al
populismo xenofobo del Fronte Nazionale. La bomba pronta a esplodere è il
programma di stabilità 2014-2017 del Ministro delle Finanze e Conti Pubblici
Michel Sapin presentato il 23 Aprile in Consiglio dei Ministri, il quale sarà
proposto all’Assemblea Nazionale per il voto martedì 29 Aprile, prima di essere
inviato alla Commissione Europea il 7 Maggio. L’obbiettivo da raggiungere è
l’ordine dei conti pubblici fino alla soglia del 3% del deficit. A differenza
dell’Italia il Presidente Hollande chiese il rinvio temporale per il
ridimensionamento del deficit, impegnandosi a raggiungerlo sino una soglia del
2,8% entro il 2015 (soglia oggi irraggiungibile). Secondo le previsioni del
Governo si passerebbe dal deficit del 3,8% nell’anno corrente fino al 3% nel
2015. Si sfrutterà l’onda della ripresa stimata dal Governo dell’1% quest’anno
e 1,7% l’anno successivo, ma soprattutto i frutti previsti da precedenti
provvedimenti: credito di imposta di 20 miliardi alle imprese e 10 miliardi di
sgravi contributivi che insieme dovrebbero generare 500 mila posti di lavoro.
E’ proprio nelle previsioni che iniziano i problemi e le critiche. La crescita
stimata dal Governo è molto più ottimistica rispetto alle previsioni degli
economisti (0,9% e 1,2%); forte critica anche dalle opposizioni, che denunciano
coperture non chiare e una manovra che nasce su previsioni instabili. Tutte le
opposizioni sono concordi nel dire che il programma non regge, al coro si sono
uniti anche molti membri del Partito Socialista di Hollande e del centro-destra
(UMP-UDI). Quest’ultimi dovrebbero rientrare con voto positivo, diverso il caso
dei socialisti con larga parte del gruppo contrario al programma e molti pronti
a disertare (tra i 15 e 50 deputati); iniziano così i richiami e minacce del
capogruppo socialista per evitare i franchi tiratori, pronte le espulsioni. I
50 miliardi di riduzione della spesa pubblica per il 2017 sono il punto di
rottura con franchi tiratori e opposizioni. La sinistra (Fronte de Gauche)
afferma che perpetuare l’austerità (scelta obbligata dai trattati europei)
porterà a un’inflessione dell’economia, riduzione dei consumi e crescita della
povertà, causando l’effetto opposto delle previsioni e una nuova crisi per
l’economia e le imprese ma, cosa ancora più grave, il peso di tutto ricadrà
sulla popolazione che ha già sacrificato molto. Infatti dei 50 miliardi 21
verranno dalla protezione sociale, 18 dallo Stato e 11 dalle regioni. La sinistra invita quindi i membri critici del
partito socialista a non votare il programma e a costruire un’alternativa di
sinistra, che pensi alla giustizia sociale e a cambiare davvero le regole in Europa.
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