Esiste
un modo per scappare da questa città, per fuggire da Palermo. Non è
un modo immateriale, od almeno: lo può essere se lo si carica di
certi significati. Probabilmente, usando il verbo "scappare"
ho già caricato di significati questo modo di uscire dalla città.
Modo di uscire che ripeto essere fisico: insomma: è la
Palermo-Sciacca, lo scorrimento veloce. Sì, quest'incipit si chiude
così: se Mondello, dato che è l'ultima delle spiaggie palermitane
rimaste, è affollata fino allo stipamento, se la stessa spiaggia è
in pratica tutta recintata, proprietà d'altri, così come di fatto
sono proprietà altrui l'Addaura e Capo Gallo, e se mentre riuscite a
staccare da un lavoro che magari non vi piace pensate che questa
situazione non vi va giù, e se questo lavoro, insieme col caldo di
una grande città, col traffico irrazionale, colle corse che vi
sballottano da lato a lato, vi costringe all'asfissia, se pure Monte
Pellegrino è ferito dalle fiamme, potete raccogliere tutto quello di
cui avete bisogno e scappare, lanciandovi in un'altra corsa, verso
l'entroterra, attraverso lo scorrimento veloce, una strada che solo a
vederla fa spavento.
Pensata
ed iniziata a costruire negli anni '70, ma completata nel 1997, la
Palermo-Sciacca ha la forma di una sinuosa criminale; una sinuosità
eccitante per un pilota, ma paurosa per un pendolare.Ogni anno, sullo
scorrimento veloce, perde la vita più di qualcuno. Nel 2013, dodici
furono i morti, probabilmente il record. È
vero, molte di queste vittime avevano usato comportamenti poco
prudenti; ma è altrettanto vero che la Palermo-Sciacca è ricca, tra
le altre cose, di punti in cui l’asfalto è dissestato e di
depressioni, che diventano pericolose pozze d’acqua nei giorni
piovosi.
Questi ed altri problemi hanno portato ad alcune interrogazioni
parlamentari, l'ultima di queste all'ARS, nonostante sia l'ANAS,
azienda con unico socio il Ministero dell'Economia e delle Finanze di
Roma, a gestire questa strada. Insomma: la competenza a legiferare
sulla e gestire la Palermo-Sciacca pare spetti allo Stato.
L'impressione di molti, comunque, è che questo scorrimento veloce
sia stato progettato in un modo tale da rendere spesso fatali le
disattenzioni degli automobilisti, nel senso che mette in difficoltà
gli stessi: accentua le negligenze, e quindi la limitatezza,
connaturate all'agire dell'essere umano, cioè complica senza motivo
un'azione che richiede molta attenzione, vale a dire il guidare
lanciati ad alte velocità.
Da
Palermo fino a San Giuseppe Jato e San Cipirrello la strada gestita
da ANAS consiste, un po' più nello specifico, in un susseguirsi di
ponti piuttosto lunghi (alcuni quasi 2 km) ed alquanto alti: potete
ben immaginare che una strada sopraelevata costi molte volte di più
rispetto ad una strada che sopraelevata non è; "messinese"
era il termine che parte del Parlamento di Roma utilizzava,
scandalizzata, per descrivere la Palermo-Sciacca, poichè già gli
stessi parlamentari avevano avuto a che fare con la Palermo-Messina,
autostrada che non tocca mai terra e che perciò vanta costi di
costruzione lievitati di sei volte; dopo San Cipirrello sorge il
problema (che negli anni '80 faceva tenere aperta la parte di strada
allora costruita solo a partire dalla primavera) di una serie di
frane che restringe la strada in vari punti: un'idea di viabilità
che crolla su sè stessa; o meglio: un modo di concepire la viabilità
che non è sopportato da una Natura che, con la sua razionalità,
crolla su una strada senza senso, inutilmente pericolosa. Per non
parlar del fatto che la Palermo-Sciacca passa continuamente da due a
tre corsie, i sensi di marcia si dilatano e si restringono come una
cassa toracica dal respiro nervoso.
È
una strada che soltanto a vederla fa spavento perchè, se si ha
occasione di far cadere il proprio sguardo, da Altofonte o Monreale,
sulla Conca d'Oro, non si potrà non notare un serpentone dalle curve
da capogiro. Curve, a parere di molti, senza alcuna utilità, imposte
dal fatto che, com'è risaputo, le strade in Sicilia non possono
insistere sulle terre mafiose, inespropriabili. A proposito poi di
rapporti economici, negli anni della costruzione dello scorrimento
veloce, a San Giuseppe Jato, storico feudo mafioso che proprio in
quegli anni era governato da un sindaco lontano parente di Giovanni
Brusca, il numero di imprese edili che costruivano una strada
irragionevole e pericolosa si calcolava in una ogni dieci abitanti:
tanta ricchezza in pochi anni e passati quegl'anni spopolamento ed il
paese comunque in sofferenza: un'idea di sviluppo quella che ha
sostenuto lo scorrimento veloce, secondo molti, insostenibile ed
effimera.
In
ultimo c'è da dire che l'anno
scorso, proprio di fronte i paesi della valle dello Jato, vale a dire
San Giuseppe e San Cipirrello, la strada è stata chiusa, perchè
considerati pericolanti i piloni che la sorreggono. Rientrato
l'allarme, resta un circuito da far girar la testa, che passa tra i
monti e sopra i valloni ed attraverso la Portella della paglia, luogo
incantevole (di meno da quando c'è lo scorrimento veloce) che in
inverno si ghiaccia e ghiaccia la strada: questa portella collega la
valle dello Jato colla Conca d'oro e vide cadere in una trappola
mortale allestita dal bandito Giuliano cinque poliziotti: chissà
che, se fosse rimasto in vita e latitante, un vecchio Salvatore
Giuliano non avesse usato guerriglia per bloccare la, scommetto per
lui, ingiusta costruzione di una strada di questo tipo. Tuttavia, al
di là della fantasia, è opportuno render conto di una delle
caratteristiche di questa strada, riprendendo ciò che dicevo: cioè
che un anno fa fu chiuso il tratto di
fronte
ai paesi dello Jato. Invero, una delle caratteristiche di questo
percorso è proprio il fatto che non passa da nessuno paese, non ne
attraversa nemmeno uno, scelta probabilmente presa con l'obiettivo di
affossare i vari paesi e costringere più persone ad affollare
Agrigento, Trapani e Palermo.
Già,
la bella Palermo: scommetto che quello che cantavano i Mattafix in
"Big city life", molti lo vedono riprodotto nel capoluogo
siciliano: << [...] una prigione metropolitana, nata dalla
visione dell'uomo, programmata per >> mantenerci <<
discretamente nell'angolo >>, nella quale << Noi
spingiamo solo in avanti: è divertente quanto impegno ci mettiamo
>>. Ecco: per fuggire dalla vita che si fa nella grande città
e cercare qualcosa di diverso, fate occhio se scegliete la
Palermo-Sciacca.
Di Carlo Luca
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