Barca ospite su La7 a "In Onda": cambiare il partito per cambiare il paese
"Crisi del PD conseguenza di errori che si succedono da vent'anni"
Avvisi diametralmente opposti arrivano dagli altri esponenti del PD, i quali raffreddano gli entusiasmi del Sindaco di Firenze, ribadendo che in questo momento le 2 figure vanno separate in quanto vi è già il Governo Letta e quindi non vi è la necessità di un candidato; da qui l'invito,di Massimo D'Alema a Matteo Renzi, a candidarsi solo alle primarie per il candidato Premier. Soprattutto oggi la polemica si riaccende a causa delle ultime dichiarazioni del Sindaco: "In privato tutti mi dicono: Matteo, stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Stai buono, che poi tocca a te. Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange. Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione. E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione"; e ancora "Il PD deve affrontare i problemi degli italiani, non giocare con le alchimie delle regole (che peraltro ci sono già, basta applicarle!)". Da questa vicenda si apre l'analisi dell'abile Marco Damilano che compie un parallelismo tra il candidato del 2007 Walter Veltroni ed il Sindaco di Firenze, vedendo ripetersi la il disastro Veltroniano, il candidato di tutti poi accoltellato alle spalle al primo ostacolo. Ma l'analisi di Fabrizio Barca sfocia in una visione nella quale la Sinistra ha compiuto errori da più di vent'anni. Il PD vive una crisi poiché, a detta di Barca, manca sin dalla sua fondazione una struttura forte che non si è mai costituita, ma ha solo ereditato le vecchie basi dei Democratici di Sinistra e della Margherita: "Il PD possiede dei potenziali e delle risorse umane che non vengono sfruttate adeguatamente", queste le parole dell'ex ministro per la coesione territoriale.
Luca Telese perde le redini del programma e ci pensa Marco Damilano a porre le domande giuste, incalza l'ex ministro su temi e azioni, l'invito è quello di candidarsi apertamente e di stilare un documento così da non far spegnere la fiammata di partecipazione a favore del tour di Barca per cambiare il partito, il quale però non si sbilancia e non annuncia la sua candidatura. Tornando all'analisi strutturale l'ex ministro designa 2 sostanziali problemi a cui bisogna trovare soluzione, la quale può però portare in 2 direzioni totalmente diverse: o il problema è strutturale e di organizzazione e quindi bisogna ricostruire il partito con dei punti cardine e mobilitare le risorse sul territorio, o il problema è una crisi di autorità causata dalle correnti alla quale bisogna rispondere con la consegna di maggior potere nelle mani del leader arrivando al Presidenzialismo. Barca ribadisce le basi sulle quali si fondò il PD nel 2007, ovvero sul modello americano del grande partito democratico nel quale periodicamente si eleggono tramite primarie i candidati alle cariche da rincorrere, pensando come vincere a livello nazionale e non nel proprio giardino di partito. L'errore è però quello di non aver assimilato l'efficiente struttura america che condivide punti anche con il grande partito Socialdemocratico tedesco. Infatti la discussione in quei casi riguarda i candidati leader, invece la segreteria, lontano dai riflettori, lavora per mettere sul piatto temi e idee, avendo uno stretto contatto con il territorio e quindi con sindacati, associazioni studentesche, insegnanti, lavoratori ecc. Questo è ciò che manca al Partito a detta di Fabrizio Barca. L'auspicio è che finalmente il Partito Democratico trovi una struttura condivisa alla quale bisogna tener fede, senza eliminarsi a vicenda a causa di giochi di potere tra fratelli, lo sport preferito della Sinistra Italiana.
http://www.la7.tv/richplayer/?assetid=50348892 La puntata integrale
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