Salò o le 120
giornate di Sodoma
"Il sesso è la
metafora di ciò che il potere fa del corpo umano, è la mercificazione del corpo
umano, è la sua riduzione del corpo umano a cosa che è tipica del potere, di
qualsiasi potere."
Pasolini prossimo nostro
Pasolini, De Sade e Dante Alighieri. Queste sono le tre
componenti basilari di questo capolavoro del cinema novecentesco. Si può
saggiare l' importanza di un film dalla sua fama, con la quale il valore si
pone in rapporto di proporzionalità inversa. Dinanzi alla pletora di film
critici verso il sistema sociale in cui viviamo, "Salò o le 120 giornate
di Sodoma" si colloca, oltraggiato, censurato e obliato, su un piano a sé.
E' senz' altro un film sui generis, ideato da un letterato sui generis. I film
critici, che tentano di perforare la scorza di reticenze e indifferenza avvinta
alle nostre vite, sembrano avvalorarsi quando ottengono il consenso della
critica e il favore del pubblico; in realtà, si potrebbe dire, non senza un
minimo di ragione, che sono la deplorazione da benpensanti e lo scandalo suscitato
che riflettono il valore e il significato dirompenti di un film, di un
capolavoro. Sono le riprensioni moralistiche e le critiche superficiali, o
ancora l' indifferenza, che indicano il valore di un film. Ti può piacere un
film, ma mai, allo stesso tempo, divertirti o lasciarti leggero, se questo è un
casus sui generis, un una tantum del cinema che ti lascia costernato e
sgomento, dinanzi alla sua portata e alla sua radicalità, dinanzi alla realtà e
alla verità che mette in mostra senza la patina di mistificazioni quotidiane.
L' intelaiatura del film è costruita su 2 cardini tematici -
strutturali: l' organizzazione delle scene è imperniata sullo schema dei gironi
danteschi, le tematiche sono mediate dalle scene che pullulano di perversioni e
sono trasposte dall' opera del marchese De Sade "le 120 giornate di
Sodoma". E' un film estremo che illustra una realtà estrema: quella della
società dei consumi, del capitalismo borghese, dell' "edonismo
neolaico" e della tolleranza repressiva. Dunque è una società perversa,
anomala, che vive un mutamento antropologico stravolgente. Salò, da una parte,
e Sodoma dall' altra: il capitalismo di nuovo stampo, prosecuzione secondo
Pasolini del fascismo mussoliniano e di quello clericofascista della DC, il
sesso perverso e snaturalizzato come strumento di potere ed assoggettamento
delle masse.
"(il potere)
manipola trasformando le coscienze, cioè nel modo peggiore, istituendo dei
nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi. I valori del consumo che
compiono quello che Marx chiama il genocidio delle culture viventi..."

La trama si svolge sul parallelismo, all' inizio accentuato
poi via via più marginale, fra i regimi hitleriano e mussoliniano e il "regime
democratico", come lo definisce Pasolini nell' intervista "Pasolini
prossimo nostro". La critica del nuovo capitalismo che si articola nel
film è legata all' idea di Pasolini secondo cui esso è una continuazione, sotto
forme diverse e con qualche differenza, del fascismo fascista e del fascismo
democristiano. Per tutto il film si protrae la serie di lascive perversioni dei
4 "sadici" rappresentanti del "potere": un duca, un
presidente di tribunale, un banchiere e un vescovo. I giovani, 8 ragazzi e 9
ragazze, sono le vittime della violenta deformazione dei corpi e della
spontaneità tipica della loro età. Il film gira attorno alle vicende dei vari
gironi: girone delle manie, girone della merda e girone del sangue. Il primo si
concentra sul parallelo sesso e potere, il secondo sul consumismo che ci fa
mangiare merda, il terzo sulla violenza sottile che il potere perpetra ai
nostri danni, privandoci della nostra naturalezza e umanità. Pasolini vuole
denunciare la storpiatura che viene compiuta dal potere capitalistico a danno
della diversità, del pensiero e della libertà individuali. Il potere omologa,
appiattisce i cervelli, livella le differenze culturali, trasforma tutto in
magma informe: il riferimento è alle realtà dei contadini e degli operai che
incarnano i valori propri di 2 ceti sociali tradizionalmente sfruttati che sono
la contraddizione vivente del Neocapitalismo del "genocidio"
culturale. Pasolini, erede di un mondo diverso che si identifica con l' Italia
paleoindustriale e contadina, vive drammaticamente questi cambiamenti repentini
e rapidi (miracolo economico, un decennio: 1950-60), fattori che scombussolano
le strutture economiche e l' universo di valori e idee che, prima del miracolo
economico, era ampiamente condiviso. Oggi ? Questo processo storico di
"mutamento antropologico" che risvolti ha assunto dopo gli anni '80 ?
Gli anni '80 sono quelli dell' affermazione di un modello borghese
neocapitalistico che ha visto e vede nell' edonismo smodato, nel piacere
illimitato e nel consumismo i suoi baluardi, tralasciando le altre
sovrastrutture ideologiche, come la deformazione del sesso, la cultura
desublimata dei bestsellers, la vita omologata impiegatizia, il viaggio in
crociera, il tempo lavorativo e il tempo libero programmati, il divertimento
programmato (discoteca, alcol, fumo, droghe ecc), il lavoro produttivo ed
efficiente... Il girone della merda è emblematico, perchè gli attori mangiano
la merda al tavolo dei potenti, vittime come noi di un sistema economico che fa
del cibo scadente, degli OGM, degli additivi chimici (usati per aumentare il
sapore), dei succhi di frutta, con una bassissima percentuale di frutta, le sue
porcherie facili da vendere, diffondendo cibo tossico come quello di
McDonald's, Burger King, KFC ecc. (perchè dovremmo berci un succo all' arancia,
se possiamo farci una spremuta d' arancia ? Però si continua a comprare il
succo all' arancia). Mangiamo le stesse cose (Big Mac...), beviamo le stesse
cose (Chi non beve la Coca Cola..., accusata di sfruttamento di manodopera
minorile nelle sue fabbriche delocalizzate in Colombia e altri paesi
latinoamericani ?), col risultato che in America e in Europa proliferano i
bambini obesi e ipertesi, le ragazze bulimiche e anoressiche; nel Terzo e
Quarto Mondo i bambini muoiono per inedia, soffrono di malnutrizione e
denutrizione...
" (In
riferimento ai giovani) Sembra che si mettano d' accordo ! Parlano allo stesso
modo, ridono allo stesso modo, si comportano allo stesso modo, fanno gli stessi
gesti, amano le stesse cose, montano gli stessi motocicli. Insomma, io ho visto
delle divise. Io quand' ero ragazzo ho visto i balilla (gioventù fascista), gli
avanguardisti, ma non ho mai visto la gente in divisa come oggi. [...] Pensa
che la cosa orrenda del giornalismo e di tutta la cultura italiana è che invece
i giovani siano liberi, siano privi di complessi, siano disinibiti, vivano una
vita felice. Pensa che tutta la borghesia italiana è convinta di questo."
Pasolini prossimo
nostro
Il sesso. Il sesso deviato, spregiudicato, il sesso
esasperato e nevrotico, privo di moventi sentimentali. La sessualità che
Pasolini critica aspramente è quella genitale e libertina dei suoi tempi; non
bisogna dimenticare che gli anni '60 -'70 si contraddistinguono per la crescita
e affermazione dell' industria del porno, capace di produrre fatturati
esorbitanti e straordinari, è il periodo di Playboy, fondato da Hugh Hefner nel
1953, con le sua conigliette e "playmates", è il periodo della
contestazione giovanile che chiede più respiro e maggiore libertà sessuale.
Pasolini vive la rivoluzione sessuale dei "figli dei fiori" (hippy)
che agognano il sesso libertino, l' uso di stupefacenti e droghe varie intese
come mezzo di estensione della propria coscienza. Perciò egli vede nella
rivoluzione sessuale, tanto caldeggiata dai giovani "ribelli", così
come nei sessantottini, una farsa, una riprova dell' ormai consolidata egemonia
del "Neocapitalismo" borghese, il quale è riuscito a prostrare un
intero popolo mediante il sesso, indirizzandolo verso i propri fini di consumo
e preservazione. Ma che tipo di sesso ? Sono molti i filosofi, sociologi, psicologi,
letterati ecc. che hanno svolto degli studi approfonditi al riguardo: si va da
Pasolini stesso a Marcuse e alla Scuola di Francoforte, da Erich Fromm a Vance
Packard, da George Orwell ad Aldous Huxley, luminari nei loro rispettivi campi
conoscitivi che hanno gettato le basi per una nuova critica del
"Neocapitalismo". Marcuse, ne "l' uomo a una dimensione",
espone molto chiaramente la sua teoria suffragata da dati oggettivi e valutazioni
personali, frutto dell' interazione degli studi psicoanalitici di Freud, dell'
Hegelismo, del Marxismo, dell' esistenzialismo, della fenomenologia di
Husserl... Secondo Marcuse, il totalitarismo capitalistico ha liberalizzato il
sesso per sue esigenze intrinseche di preservazione; la libertà sessuale che
garantisce assume i connotati di una falsa libertà, perchè imposta dall' alto e
non accompagnata da un concomitante processo di consapevolezza dal basso. Il
regime "democratico" si serve quindi del sesso liberalizzato per
imporre il suo stile di vita prescritto, devoto al consumismo e alla
produttività. Il sesso stesso quindi diventa consumo. In passato il sesso era
una forma di ribellione, era un atto anticonformistico; nel
"Neocapitalismo" borghese il sesso non è e, allo stesso tempo, è
tabù, si dichiara libero, ma è indotto e conformista, perchè ritualizzato.
"Nel mondo
attuale per libertà s'intende la licenza, mentre la vera libertà consiste in un
calmo dominio di se stessi. La licenza conduce soltanto alla schiavitù." Fedor Dostoevskij
In termini più specifici, Marcuse afferma che la libido, l'
energia sessuale dell' uomo, per sua natura animata dall' opposizione fra Eros
(istinto di vita) e Tanathos (istinto di morte), risulta mutilata e localizzata
all' esclusiva soddisfazione macchinale degli organi genitali. Non è più una sessualità totalizzante ed
erotica che rintracci in una visione totale del corpo la bellezza sessuale,
bensì una sessualità genitale che trova espressione nella soddisfazione
genitale. Mentre nelle società sessuofobiche di inizio Novecento, prese di mira
da Sigmund Freud, l' individuo era impossibilitato ad assecondare i propri
istinti sessuali, i quali erano opportunamente appagati di segreto in segno di
ribellione ad una morale puritana soffocante, nelle società del II dopoguerra si
crea una parvenza di libertà sessuale, permettendo all' individuo di soddisfare
i propri istinti sessuali illimitatamente, senza che questo cerchi di moderarli
e controllarli, misurandosi con il suo "io", principio di equilibrio,
e la sua realtà sociale. Il sesso quindi s' identifica con la società e le sue
convenzioni che lo agevolano e inducono senza moderazione e naturalezza,
utilizzandolo come mezzo di assuefazione all' ordine esistente. Un ordine che
permette e garantisce a tutti il sesso "libero" è percepito come
libero, come coronamento di una lunga fase di democratizzazione. L' Eros quindi
diventa una forma di sessualità menomata: invece di controbilanciarsi con il
Tanathos, nell' equilibrio psichico che regola la nostra vita, contribuisce ad
aumentare determinate forme di aggressività che rispondono all' istinto di
morte. Forme di aggressività che si declinano in varie differenziazioni:
depressione, psicosi, nevrosi, stress, irritabilità ecc. In conclusione, il
sesso imposto dall' alto è un modo per lasciar scivolare l' individuo da
manipolare nella convinzione che la società sia effettivamente libera e
democratica, inducendolo ad accettare il sistema sociale che gli ha concesso
così tanta libertà sessuale; di conseguenza, la ribellione, che prima veniva
attuata mediante atti sessuali consumati in segreto, decade per essere
sostituita dalla "tolleranza repressiva".
"Durante le età
cosiddette repressive, il sesso era un gioia perchè avveniva di nascosto ed era
un' irrisione di tutti gli obblighi e i doveri che il potere repressivo
imponeva. Invece nelle società tolleranti, come si dichiara la nostra in cui
viviamo, il sesso è semplicemente nevrotizzante, perchè la libertà concessa è
falsa e, soprattutto, è concessa dall' alto e non conquistata dal basso. Quindi
non si tratta di vivere una libertà sessuale, ma di adeguarsi ad una libertà
che viene concessa."
"Ad un certo
punto, uno dei personaggi del mio film dirà proprio questa frase: le società
repressive reprimono tutto, quindi gli uomini possono fare tutto; le società
permissive permettono qualcosa e si può fare soltanto quel qualcosa. Il caso è
in Italia oggi, si può fare qualcosa, prima non era concesso niente in realtà,
le donne erano quasi come quelle dei pesi arabi, il sesso era tutto nascosto,
non se ne poteva parlare, non si poteva neanche mostrare mezzo seno nudo in una
rivista. Adesso concedono qualcosa, concedono fotografie di donne nude, non di
uomini però."
"E poi vi è una
grande libertà nei rapporti di una coppia eterosessuale. E' una libertà per
modo di dire perchè deve essere quella e poi è obbligatoria. Siccome è concesso
è diventato obbligatorio, perchè un ragazzo non può, visto che è concesso, non
può non approfittare di questa concessione. Quindi si sente obbligato a girare
sempre in coppia, quindi la coppia è diventata un incubo, un' ossessione
anziché una libertà."
Pasolini prossimo
nostro
La differenza
concreta e reale si può percepire andando a leggere una poesia di Baudelaire o
di altri poeti sulla donna o pensando a cosa sono oggi la donna e il sesso. Le
donne sono le veline, le vallette, le ragazzine con vestitini attillati e
scollati che ostentano i propri corti, senza accenni di intimità. Questa non è
certo una critica che sa di moralismo, se si osserva l' uso brutale che si fa
dei corpi femminile e maschile, basti pensare alle modelle in bikini, alle
attrici pornografiche, alle varie scene di sesso nei film cui i bambini vengono
abituati sin da piccoli, alla mercificazione dei corpi cui sono succubi le
innumerevoli donne che scelgono di far carriera mostrando i propri culi, le
gambe o i seni rigorosamente turgidi, pronunciati, preferibilmente rifatti. C'
è una disinibizione imperante che lascia intuire quanto l' uomo del III
millennio sia indietro nella comprensione del sesso, se si pensa soprattutto
alla quantità spaventosa di stupri (molto frequenti i casi di ragazze minorenni
stuprate da gruppi numerosi di ragazzi, basta leggere i giornali), o all'
abbondanza di uomini che pagano le prostitute per delle prestazioni sessuali
aleatorie o ancora ai famosi "scopamici", rapporti che si protraggono
esclusivamente grazie alla promessa di rapporti sessuali occasionali (per
esempio il film "amici di letto", il cui rapporto però si conclude
con un fidanzamento, ma si capisce che questo è introdotto per esigenze
cinematografiche). L' industria del porno ormai produce profitti pazzeschi e
inimmaginabili: secondo la Top ten review, società specializzata nella
"web research", solo nel 2006 il fatturato era di 13,33 miliardi di
dollari, questo fa pensare...Siamo dei drogati del sesso ? Sembrerebbe che
stiano sorgendo numerose associazioni che curano dalla cosiddetta
"pornodipendenza". Il problema però è sempre quello: noi, figli del
'900 della rivoluzione sessuale, che concezione abbiamo del sesso ? Siamo stati
ammansiti dal sesso, come aveva previsto Pasolini ? L' incapacità oggi di agire,
l' abitudine ormai radicata di rassegnarsi a subire passivamente,
"coltivando il proprio orticello", possono essere causate dalla
schiavitù del sesso, in una società drogata di stress e tensione ? A 30 anni di
distanza, con questo film più volte soggetto a censura, il letterato, trucidato
all' idroscalo di Ostia e ucciso una seconda volta dal silenzio della dimenticanza,
ha preconizzato gli ormai affermati e usuali legami fra sesso e potere.
"Quindi è un
film non soltanto sul potere, ma su quella che io chiamo l' anarchia del
potere, perchè nulla è più anarchico del potere"
"Il mondo
moderno sarà una sintesi tra quello che è il mondo occidentale oggi e quello
che è il mondo dei popoli sottosviluppati che si presentano oggi alla storia.
Insomma la razionalità occidentale sarà modificata dalla presenza di un altro
tipo di visione del mondo che questi popoli esprimono"
"La vera
apocalisse è che la tecnologia, nell' era della scienza applicata, farà dell'
uomo qualcos' altro da quello che era prima"
Pasolini prossimo
nostro (http://127.0.0.1:4001/)
Ugo
Giarratano