John Perkins era un sicario dell'economia. Il suo è un racconto toccante che mette in luce un caso esemplare di pentimento e autocoscienza, ancora più ammirevole perché la realtà politico-economica e sociale che ci descrive, accompagnandola a digressioni etiche e autobiografiche, è palesemente in contrasto con la "corporatocrazia", come la definisce lui.
Quest' intricata rete di potere consiste in un' alleanza tra banche internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e altre banche nazionali, corporations (società per azioni, multinazionali, società di ingegneria moderna e di costruzione ecc.) e il Governo degli Stati Uniti d'America.
Perkins lavora per una società di consulenza, la Chas T. Main, che lo assume come economista e responsabile dell'elaborazione di progetti e previsioni econometriche ed energetiche.
Le multinazionali, che lavorano a stretto contatto con il governo statunitense, si avvalgono di società di consulenza, come quella di John Perkins, che impiegano i loro "economic hit men" per convincere questi paesi a contrarre ingenti debiti, impossibili da saldare, con il governo americano, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altre organizzazione "umanitarie". (Paesi sfruttati: Panama, Iran, Iraq, Arabia Saudita, Indonesia, Bahrein, Guatemala, Ecuador, Cile, Perù, Colombia, El Salvador). Una volta contratti questi debiti spaventosi per la loro entità quantitativa, i paesi sono asserviti di fatto agli USA e alle multinazionali presenti sui loro territori che espropriano tutte loro risorse, incuranti della sostenibilità ambientale e umana di ciò che fanno. I sicari dell'economia hanno la funzione di occultare la propria attività agli altri e di formulare dei progetti di costruzione e di manutenzione di strutture, quali reti ferroviarie, impianti elettrici e telematici ecc., che vengono realizzati da imprese di ingegneria e costruzione, come la Bechtel, la Zapata Oil e la Harken Energy di George W. Bush, in rapporto di corruzione e concussione con il governo. Questi progetti sono manipolati cosicché si possa giustificare formalmente l'impiego di capitali che questi piani di costruzione, totalmente fuori dalle realtà dei paesi che li devono accogliere e imposti con la violenza, richiedono.
Il percorso che segue il Governo americano per soggiogare i paesi ultrapoveri, ma ulraricchi di petrolio è di inviare prima i sicari dell'economia che devono persuadere i capi di stato a contrarre debiti esosi, poi gli "sciacalli della CIA" che li assassinano, qualora questi dovessero mostrare delle ritrosie o organizzare delle rivolte, infine l'esercito, come è avvenuto in Iraq e avviene in Afghanistan tutt'ora.
John Perkins traccia una linea storica di evoluzione dal 1963 fino ad oggi, dall'inizio del neocapitalismo finanziario della globalizzazione fino all'11 settembre 2001 e alla guerra in Iraq del 2003. Ci costringe a riflettere, ad iniziare un processo di autocoscienza e a vedere tutti i fatti storici più importanti, come l'11 settembre 2001, sotto un'altra luce. Ci sprona ad assumere il punto di vista dei terroristi, degli sfruttati, dei poveri, dei denutriti, delle famiglie povere e dei popoli martoriati da una politica imperialista invasiva che devasta tutto ciò che incontra. E' un'evoluzione continua quella che coinvolge l'impero globale degli USA, delle banche internazionali e delle multinazionali, responsabili di recessioni, congiunture e crisi economiche. Anche i sicari dell'economia, come spiega Perkins, hanno mutato i loro connotati, soprattutto nell'operazione SALMA e JECOR in Arabia Saudita, ma questo e molto altro lo scoprirete nel libro che è fondamentale per chi ha un bisogno impellente di risposte.
Ugo Giarratano
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