Suggestioni (parte 3°)
Ettore Messana (l'ufficiale di polizia che aveva fatto sparare sui
contadini "rossi" a Riesi nel '19, ricordate?) punta il dito sulla banda
Giuliano. Secondo Messana sono stati lui e la sua banda a sparare sui
contadini. Secondo Girolamo Li Causi (segretario regionale comunista) è proprio
Messana a dirigere il "banditismo politico". Banditismo politico:
alcuni sostengono che Giuliano sia stato ingaggiato dalla politica. Da chi? Se
ha sparato sui comunisti lo ha ingaggiato la DC. O ancora meglio (si presume) che
lo abbiano ingaggiato i ministri Aldisio e Scelba, entrambi siciliani e democristiani,
discepoli di Don Luigi Sturzo. Se De Gasperi fu il padre della DC, Sturzo fu il
nonno. Tutti uomini dalla profonda religiosità che facevano del mandato
politico un qualcosa di vicino ad una sorta di mandato divino o roba simile.
Di quel 1°maggio ci sono dei testimoni: Giuliano e la sua banda,
mentre si avvicinano al luogo da dove spareranno, incontrano degli uomini che
stavano facendo una battuta di caccia. Li catturano e li liberano dopo la
strage. Giuliano, contento, disse loro: "dite a tutti che eravamo in
cinquecento". Era un sognatore Turiddu (il soprannome dell'eroe dei
siciliani). Poco dopo altri testimoni lo sentono inveire: "Disgraziati! Che
avete fatto!" Ha appena visto i contadini morti. La sua banda i contadini
non li doveva ammazzare, li doveva solo spaventare. Chi ha sparato allora?
Giuliano e la sua banda, dopo la strage, si trovarono in grossa
difficoltà. Lo Stato inviò forze massicce per sconfiggere il fenomeno del
banditismo. Giuliano si nascondeva tra le montagne, era braccato. Erano finiti
i bei tempi dove la Sicilia seguiva e cantava le gesta di questo leggendario
bandito. Nel 1950, a Castelvetrano, Giuliano fu trovato ed ucciso dalla
polizia, dicono le fonti ufficiali. Muore così il "Re di Montelepre"
(uno dei nomi affibbiatogli), l'unico re dei siciliani. "Di sicuro c'è
solo che è morto" è il nome di un'inchiesta del giornalista Besozzi del
'50, inchiesta sulla morte di Giuliano. Sessant'anni dopo l'inchiesta di
un'altro storico: "Di sicuro c'è solo che (forse) è morto". Opera di
ricerca e studio di Giuseppe Casarubbea che aggiunge ancora un'altra ombra; in
presenza di qualsiasi dubbio vi rimando a lui ed alle sue inchieste,
sicuramente più ricche.
La domanda su cui si basa la narrazione
di questa storia è però: esiste un legame tra Sicilia, CIA, mafia, Muos, comunismo (combattuto
da partiti ricordati nostalgicamente da Berlusconi) e anti-comunismo? In questa
storia c'è tutto ciò. C'è la mafia, c'è il comunismo e l'anti-comunismo in
Sicilia, il Muos è il nostro collegamento con il presente. Manca la CIA. La CIA
è dentro questa storia (confermando, forse, l'ipotetico legame della domanda
iniziale), dunque: a Portella furono sparati dei colpi di lanciagranate da
uomini che, secondo alcuni testimoni, urlavano "urrà". Durante la
Seconda Guerra Mondiale "urrà" lo urlavano gli uomini della "X MAS",
reparto comandato da Junio Valerio Borghese (prima fascista, poi neo-fascista);
reparto armato di lanciagranate, anche durante la guerra. Junio Valerio
Borghese nel '45 venne catturato dal Comitato di Liberazione Nazionale.
Travestito da ufficiale americano, venne salvato dal capo della CIA in Italia,
Angleton. Junio Valerio Borghese fu liberato dal capo della CIA per volere di
Giovan Battista Montini (futuro papa Paolo VI) che all'epoca era il capo dei
servizi segreti vaticani sotto il pontificato di Pio XII, ovvero il papa che scomunicò
socialisti e comunisti. Una volta che Borghese fu liberato, con molta
probabilità, fu mandato nel '47 a Portella per sparare insieme ad i suoi
uomini, uomini come quelli di Giuliano: cioè uomini a cui "piaceva"
sparare. Nella Sicilia di quegli anni c'erano molte formazioni neofasciste
(come quella di Borghese, appunto), mandate (probabilmente) dalla CIA e dallo
Stato in aiuto ad una terra storicamente conservatrice e monarchica (quale la
Sicilia) che ora vedeva "rosso". Agli Stati Uniti il fascismo piace
un sacco; non per sè stesso ovviamente, ma per i paesi che vuole vicini nella
lotta al comunismo. Mussolini aveva detto che la Sicilia era fascista fino al
midollo: forse era vero sul serio. A sparare a Portella c'era Borghese e c'era,
ovviamente, anche Guliano. Giuliano, come detto, fu mandato dal Principe
Giovanni Francesco Alliata di Montereale, pupillo di padre Felix Morliòn,
fondatore del servizo segreto dei cattolici europei. Il segretario di padre
Morliòn è Giulio Andreotti. Andreotti poco dopo diventa il sottosegretario di
Alcide De Gasperi nel primo governo senza i comunisti. De Gasperi era andato in
America per chiedere aiuti economici al Presidente Truman. Aiuti concessi,
probabilmente, a patto di combattere il bolscevismo. Quindi: Democrazia
Cristiana, Chiesa Cattolica, Stati Uniti e non dimentichiamo buona parte del
popolo siciliano hanno contrastato l'avanzata delle sinistre. La Sicilia era al
centro del mondo nel ruolo di laboratorio del nuovo ordine mondiale (quello
della lotta tra capitalismo e comunismo) e del nuovo ordine italiano (la DC al
potere grazie alla complicità e per la felicità degli States, con le sinistre
all'opposizione). L'opera storiografica di Casarrubea, gli approfondimenti
televisivi di Carlo Lucarelli ed una pellicola del regista Paolo Benvenuti dal
nome "Segreti di Stato" sono, senza ombra di dubbio più esaustivi;
dato, anche, che trattano gli eventi del processo con accuratezza.
Ecco, dunque, come alcuni partiti della Prima
Repubblica elogiati da Berlusconi hanno "assicurato il benessere e difeso
la libertà e la democrazia dalla minaccia del comunismo".
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