domenica 9 marzo 2014

Punto doc, elezioni europee

Il problema è a Sinistra. Schulz vs Tsipras

Il popolo della sinistra ancora una volta diviso, ma le strade non sono così distanti


Martin Schulz al Congresso del Partito Socialista Europeo
Fra il 22 e il 25 Maggio si terranno le elezioni per il rinnovamento del Parlamento Europeo con mandato di 5 anni. Per la prima volta gli elettori di tutta Europa potranno scegliere non solo i loro rappresentanti ma anche il loro candidato alla Presidenza della Commissione Europea, indicato preventivamente dai gruppi. Questa volta si avverte l'importanza cruciale dell'appuntamento elettorale europeo; infatti, dopo il trattato di Lisbona, il Parlamento Europeo avrà maggior importanza e autonomia, potrà influenzare gli indirizzi e le decisioni dell'UE, dall'economia ai diritti, il primo piccolo passo per un integrazione politica e democratica europea. Non solo questo è però il motivo a recare al centro del panorama politico le vicine elezioni europee; dopo la crisi finanziaria più disastrosa degli ultimi anni e delle politiche di austerità imposte dall'Unione, questo è il momento in cui i cittadini sono chiamati a esprimere la loro posizione, a esprimere la propria idea di Europa, a invertire l'andamento odierno. Ciononostante  la grande casa europea vede pararsi di fronte a se una situazione catastrofica. Gli spettri e le paure che aleggiano nelle alte sfere hanno il nome di euroscetticismo. La crescita dei partiti euroscettici e nazionalisti nei paesi dell'Unione sono il primo campanello d'allarme verso una svolta autoritaria o di disfacimento dell'Europa: Marie Le Pen con il suo Fronte Nazionale in Francia, Movimento Cinque in Italia, United Kingdom Indipendence Party in Regno Unito, e molti altri in ogni Paese dell'Unione. Molte le analogie tra la crisi del '29 e quella del 2008, molte anche le analogie legate al crescere dei nazionalismi, con una sinistra socialdemocratica che si sobbarca il peso del tracollo, fino a rimanerne distrutta. Questi i pensieri che circolano nella mente della sinistra europea, passati da una visione ottimista di vittoria contro i Popolari e Conservatori, tramutatasi nella paura di non farcela per l'ennesima volta (molti in Italia diranno paura di vincere). Il rischio di deludere per il Partito Socialista Europeo esiste, molti sono gli errori commessi in passato, soprattutto quello di aver promosso insieme alle destre politiche di austerità in Europa. Ma i socialisti sono pronti, vogliono cambiare rotta, ammettere i propri errori, rilanciare un Europa dei diritti, della democrazia, del lavoro contro la finanza; questo il programma del candidato del PSE Martin Schulz, attualmente Presidente del Parlamento Europeo e membro di spicco del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD). Ma un altro problema giunge non dal fronte opposto ma dal proprio, da quell'area di sinistra che non perdona la promozione delle politiche neo-liberiste da parte dei socialisti, che non riesce a credere nell'inversione di rotta da parte dei socialisti, che vede una politica di cambiamento troppo tenue e incapace di rispondere ai propri bisogni. La luce in fondo al tunnel per loro si chiama Alexis Tsipras.
Alexis Tsipras leader di Syriza
Il giovane leader greco sta conquistando rapidamente il sostegno del popolo della sinistra in Europa, da poco in Italia è stata presentata la lista a suo sostegno "L'altra Europa con Tsipras" promossa da esponenti della società civile e da rifondazione comunista. La lista prevede nomi illustri come Barbara Spinelli, Moni Ovadia, Adriano Prosperi, nonché il sostegno di Stefano Rodotà. Alexis Tsipras  è l'artefice dell'unione vincente della sinistra radicale greca "SYRIZA", costruendo un partito che possa essere la casa di tutte quelle tradizioni comuniste o radicali, per rielaborarle in chiave moderna. Oggi è in testa ai sondaggi in Grecia, egli è il simbolo di tutti quei paesi, di tutti quei cittadini distrutti dalle politiche neo-liberiste e di austerità, il simbolo di un Europa Mediterranea in ginocchio ma pronta a rialzarsi e a diventare artefice della rinascita. Questi elementi hanno spinto la sua candidatura alla Presidenza della Commissione Europea da parte della Sinistra Europea. Il programma vede la costruzione di un New Deal europeo, l'abbattimento dei debiti pubblici nazionali, l'ampliarsi dell'integrazione politica europea, giustizia sociale e diritti al primo posto. Il progetto sin qui descritto non è comunque così dissimile da quello messo sul tavolo da Martin Schulz e il PSE. Nel manifesto approvato sabato 1 Marzo al congresso del PSE, che sigla inoltre l'entrata ufficiale nel gruppo del Partito Democratico, si profila in 10 punti il cambiamento da innestare in Europa: l'occupazione al primo posto, abbandonare l'austerità, favorire l'economia reale e non la finanza, uguaglianza e diritti, democrazia e partecipazione. Ecco alcuni estratti del discorso di Schulz: «La frode fiscale è un crimine. Le multinazionali fanno miliardi di utili senza versare le tasse. Questo è uno scandalo. Dobbiamo dire basta ai paradisi fiscali. Le tasse vanno pagate là dove si crea il valore» «Dobbiamo ridurre il divario tra ricchi e poveri. La mia priorità sarà l'occupazione giovanile. Nei prossimi 5 anni voglio sentire le persone dirmi: 'Sì, abbiamo trovato il lavorò. Il lavoro non è solo una questione economica, è una questione di dignità». Da sempre Martin Schulz è stato l'esponente più a sinistra della Socialdemocrazia tedesca, sempre critico verso l'austerità e l'arretramento sui diritti, senza risparmiare nemmeno il suo partito l'SPD. Da candidato scelto quasi all'unanimità dal PSE, Martin Schulz non retrocede sulle sue posizioni e si fa carico di un progetto di cambiamento, con la Sinistra al comando in Europa. Dopo questa lunga analisi possiamo dedurre che le posizioni delle 2 sinistre non sono poi così distanti, e anzi potrebbero essere il presupposto per una proficua e durevole svolta a sinistra nel panorama europeo. Nonostante la stima reciproca espressa dai due leader e la disponibilità al dialogo costruttivo, nella parte della popolazione che si riconosce a sinistra, la scelta tra i 2 candidati sta diventando una lotta ideologica non da poco, con il rischio di sfociare in una lotta fratricida, con i 2 partiti pronti a fagocitarsi l'un l'altro, perdendo di vista il quadro generale e riavvistando all'orizzonte la ripresa delle destre. Il pericolo risulta essere la solita guerra civile nell'elettorato di sinistra, profilando a favore della lotta differenze insormontabili tra i programmi, risolvendo semplicemente in 2 ragionamenti: 1) il tuo voto conta solo se per il PSE, per vincere e non lasciarsi andare a infatuazioni verso una sinistra radicale che non può governare; 2) il vero cambiamento si ottiene con il voto per la SE, diffida da chi in passato si è fatto artefice della crisi. L'auspicio per tutto il mondo della sinistra è che esso faccia la propria scelta consapevolmente, che  valuti le differenze ma al tempo stesso riconosca le eguaglianze, che abbassi l'ascia da guerra in casa propria e che rimanga unita per costruire un alternativa. Le elezioni sono sempre più vicine, i dubbi aumentano, solo il tempo potrà dire se la sinistra ancora una volta combatterà se stessa o se sarà capace di governare. Martin Schulz e Alexis Tsipras, due uomini, due leader, due strade, una speranza comune.
Giorgio Mineo


Translate