sabato 22 giugno 2013

Elezioni Parlamento Europeo

Elezioni europee a maggio 2014: le nuove regole

Per le elezioni europee del prossimo anno i partiti politici dovranno nominare i propri candidati sei settimane prima delle elezioni, oltre a dichiarare il proprio candidato per la Commissione europea. La scheda dovrà anche mostrare con chiarezza la propria appartenenza ai partiti nazionali. Queste sono alcune delle raccomandazioni della commissione agli Affari costituzionali votate martedì 28 maggio.


Sulla scheda dovranno apparire il nome e il logo dei partiti politici europei a cui appartengono i partiti nazionali (al momento nessuno Stato membro l'ha ancora fatto). I candidati ai 751 seggi dovranno essere nominati almeno 6 settimane prima dal giorno delle elezioni. I partiti dovranno proporre più donne candidate incoraggiando un'equità di genere.


Più politica:

i partiti politici europei dovranno nominare i propri candidati alla presidenza della Commissione molto prima delle elezioni. Inoltre i partiti politici nazionali dovranno indicare chi sosterranno come presidente della Commissione illustrando il proprio programma elettorale.
"La campagna elettorale 2014 sarà molto interessante, più europea e più politica delle scorse elezioni" ha sottolineato il relatore Andrew Duff.
La scorsa sessione plenaria, il PE ha votato con l'accordo dei governi nazionali le date delle elezioni, previste quindi tra il 22 e il 25 maggio.

I gruppi politici odierni:




martedì 18 giugno 2013

Italia e staminali: Lorenzin firma il decreto

Firmato decreto per sperimentazione cura Stamina

Lorenzin: tutto pronto per avvio entro i termini del primo luglio

''Ho firmato il decreto per l'avvio della sperimentazione del metodo Stamina'' che utilizza cellule staminali con il protocollo messo a punto dal medico Davide Vannoni. Lo ha confermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Sarebbe cosi' tutto pronto per partire come previsto con la sperimentazione il primo luglio. 

giovedì 13 giugno 2013

Ddl RECANTE DISPOSIZIONI RIGUARDO AL FUNZIONAMENTO DELL'ITER DI REVISIONE COSTITUZIONALE

http://www.leggioggi.it/2013/06/12/riforme-costituzionali-testo-del-ddl-e-relazione-tecnica-tempi-e-comitato/

La nuova frontiera della scienza: droni e robot

"Il futuro è positronico" Fantascienza o realtà?


Fin dai primi momenti di vita della fantascienza, uno dei sogni più affascinanti rincorsi dagli autori era la vita artificiale, ovvero l'immaginazione di un futuro in cui l'uomo convive e utilizza robot, droni , macchine, cyborg costruiti da egli stesso per facilitare la propria vita quotidiana o raggiungere l'efficienza in un determinato campo. Oggi l'idea che la nostra vita possa essere migliorata ed influenzata dalle macchine semi-senzienti  non è poi così inverosimile, anzi è una possibilità concreta che potrebbe ben presto entrare nella nostra quotidianità.
Sin dagli anni cinquanta gli Stati Uniti avevano iniziato progetti di ricerca militare e aerospaziale, i quali comprendevano la progettazione di droni. La prima creazione, molto utile durante la "Guerra Fredda", fu il drone UAV, un velivolo pilotato a distanza provvisto di fotocamera e videocamera, utilizzato per raccogliere dati in campo nemico. Successivamente, con la rincorsa allo spazio che vedeva contrapposti il blocco sovietico e la NASA degli Stati Uniti, vennero progettati i primi droni terrestri semoventi, macchine in grado di supportare gli astronauti e di raccogliere dati sul campo, sempre con l'aiuto di un pilota che lo controlli a distanza. Ai nostri giorni l'impiego di droni nel campo aerospaziale è cresciuto enormemente; grazie ad essi è possibile raccogliere informazioni direttamente sul campo senza personale umano, infatti le nuove tecnologie hanno permesso alla NASA di progettare nuovi droni 
 semi-senzienti in grado di muoversi autonomamente attraverso l'uso di sensori di movimento e di una I.A.(intelligenza artificiale) che gli permette di avere sempre ben chiara la sua funzione e l'obbiettivo della missione, oltre alla raccolta ed elaborazione di dati in tempo reale. L'esempio più eclatante degli ultimi anni dell'implementazione di questo nuovo tipo di droni è la scoperta compiuta da uno di essi della possibile presenza di acqua all'interno della Luna, ipotesi avallata dai dati raccolti dal drone sulla composizione chimica della superficie lunare. L'impiego di droni comincia ad essere una realtà anche quotidiana e per la prima volta ciò avviene in Italia. La polizia municipale di Torino sta sperimentando nell'ultimo anno l'impiego di droni per contrastare la microcriminalità. Questi droni sono per la precisione dei quadricotteri leggeri spinti da quattro motori elettrici ad elica ad asse verticale; il loro primo impiego sul campo è avvenuto in una operazione di controllo nei confronti dei parcheggiatori abusivi.
In questa missione i droni si sono rivelati molto utili in quanto, senza l'invasività delle telecamere, hanno potuto filmare e identificare i sospettati durante il reato. L'applicazione dei droni nel 21esimo secolo si è rivelata una mossa vincente in molti campi; oltre alla polizia i droni in ambito civile sono utilizzati: dalle televisioni per compiere dei reportage; da istituti di ricerca come per esempio l'Istituto nazionale di geofisica che impiega l'aereo-robot  Volcan per raccogliere dati nel cratere dell'Etna; in ambiente marino, attraverso l'impiego di droni marini come il Seaglider per esaminare lo stato di salute dell'acqua. Negli ultimi tempi si è anche assistito ad esperimenti più o meno stravaganti, come per esempio un progetto, chiamato Burrito Bomber, nato dall'idea di tre californiani, di consegna di panini a domicilio sfruttando un aereo-robot. L'impiego di queste nuove macchine è destinato ancora a crescere e ad influenzare la nostra vita quotidiana, perciò il futuro immaginato dai più grandi scrittori di fantascienza del calibro di Wells, Huxley  e Asimov  non è così inverosimile. Queste prime sperimentazioni consentono di ipotizzare un utilizzo di queste nuove macchine in qualsiasi campo. Si può arrivare ad ipotizzare nuovi tipi di macchine o robot in grado per esempio di compiere operazioni chirurgiche con una precisione ineguagliabile dall'uomo, progetto inseguito già negli Stati Uniti che hanno iniziato a produrre i primi prototipi di laser chirurgici guidati da un computer per compiere incisioni con la massima precisione. Inoltre con l'implementazione di robot o droni semi-senzienti  si potrebbe migliorare la produzione, in quanto si genererebbe una manodopera a basso costo molto più efficiente
Estratto dal film "Io robot", ispirato all'omonimo romanzo di Asimov
dell'uomo, oppure migliorare le condizioni dell'uomo attraverso l'implementazione di questi robot nel pubblico, quadro perfettamente espresso da Asimov nelle sue opere, nelle quali immagina l'impiego dei robot nella semplice vita quotidiana, dal robot controllore dei mezzi pubblici al robot baby-sitter. Una paura che però da sempre accompagna le tesi fantascientifiche sui robot è il cosiddetto "complesso di Frankenstein", ovvero la paura di una ribellione della vita che l'uomo ha creato. Tutto ciò trova comunque soluzione, come si evince dalle tesi dell'intellettuale Giuseppe Lippi nei suoi lavori compiuti nell'ambito della letteratura fantascientifica,  nella creazione del robot positronico immaginato da Asimov. Questo tipo di robot è soggetto alle 3 leggi fondamentali della robotica ideate da Asimov; terza legge: un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la prima o la seconda legge; seconda legge: un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che non contrastino con la prima legge; prima legge: un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno. Attraverso queste tre leggi, l'esistenza dei
Isaac Asimov
robot è vincolata ad esse e quindi sono incapaci di progettare una ribellione poiché non sono neanche in grado di pensare ad un'ipotesi del genere, cosa che causerebbe la fusione del cervello positronico. Non soltanto questo ma anche una regolamentazione sull'impiego delle macchine eviterebbe ripercussioni negative, come la disoccupazione dei lavoratori umani, meno efficienti e più costosi dei robot, così da evitare il collasso della nostra società. Il problema prettamente filosofico e psicologico è purtroppo ancora oscuro e tortuoso e la soluzione a problemi come la spersonalizzazione dell'individuo e la propria alienazione, generata anche dal possibile innesto di elementi artificiali nel proprio organismo come ipotizzato dal capolavoro Giapponese (ispiratore di Matrix) "Ghost in the shell", è ancora lontana dall'essere trovata. Le macchine già stanno influenzando la nostra vita e maggiormente lo faranno in futuro, da questo punto bisogna iniziare a pensare ai metodi di regolamentazione di queste macchine che, seppur portando enormi benefici, potrebbero causare una trasformazione del genere umano in qualcosa di sconosciuto.

Giorgio Mineo


Eurozona e crescita

Ripresa eurozona attesa a fine anno, ma con rischi

Monito Eurotower, non superi 3% deficit in 2014

Foto ANSA
L'Italia deve "attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo specificato nell'aggiornamento per il 2013" al suo programma di stabilità, affinché "non venga di nuovo superato il valore di riferimento del 3%" di deficit/Pil, una "sfida cruciale per la politica di bilancio del nuovo governo". Lo scrive la Bce nel bollettino.
L'economia dell'Eurozona "dovrebbe stabilizzarsi e riprendersi nel corso dell'anno, seppure a ritmo moderato". Lo scrive la Bce nel bollettino mensile, confermando che "i rischi per le prospettive economiche dell'area euro continuano ad essere al ribasso e includono la possibilità di una domanda interna ed esterna inferiore alle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali". La Bce conferma la revisione delle stime sul Pil nel 2013 (-0,6% dal precedente -0,5%), e lievemente al rialzo (+1,1%) per il 2014.
BCE: PERCORSO RISANAMENTO ITALIA PRESENTA RISCHI - Il risanamento di bilancio "più graduale" indicato nel nuovo programma di stabilità dell'Italia presenta "rischi", rappresentati da "un'evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative" e "un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese".
BCE: OK ASTE ITALIA-SPAGNA, TORNANO INVESTITORI ESTERI - Italia, Spagna, Portogallo hanno registrato nella prima parte dell'anno "un miglioramento delle condizioni del mercato primario dei titoli di Stato, come dimostrano il buon esito delle aste di titoli di Stato"e il rientro degli investitori esteri. Tuttavia - scrive la Bce - alcuni mercati vedono "un nuovo aumento dei rendimenti".

lunedì 10 giugno 2013

LA QUESTIONE MORALE, BERLINGUER E LA PARTITOCRAZIA

 
A 32 ANNI DALL'INTERVISTA DI SCALFARI AL SEGRETARIO DEL PCI BERLINGUER, UNA CHIAVE DI LETTURA PER LA CRISI DEI PARTITI DI OGGI


 
Il 28 luglio del 1981 Eugenio Scalfari intervistava Enrico Berlinguer ed era lungi dal pensare che le sue domande, e in maggior misura le risposte, avrebbero avuto il peso storico che oggi viene loro attribuito.
Ma che anno è il 1981 ? Siamo all'inizio dei "ruggenti" e fecondi anni '80 che ancora risentono delle svolte epocali dei referendum del 1974 sul divorzio e del 1981 sull'aborto, ma anche dei cosiddetti "anni di piombo" (dal 1969 al 1980), inoltre bisogna considerare che il PCI, nella fattispecie, capeggiato da Berlinguer era reduce dagli esperimenti del "compromesso storico" del 1973 e del "governo di solidarietà nazionale" del 1978. Gli anni '80 sono contrassegnati dall'ascesa di Bettino Craxi, che non lesinava mai critiche al PCI, dalla progressiva e temporanea ripresa dell'Italia sul piano economico, che la collocherà al 5° posto nella classifica dei paesi più industrializzati al mondo, dalla continua lotta Stato-Cosa Nostra, nonostante le ingerenze di quest'ultima negli apparati statali, e soprattutto dalla ripresa del partito comunista che aveva migliorato nettamente i risultati alle urne.
" «I partiti non fanno più politica» mi dice Enrico Berlinguer, e ha una piega amara sulla bocca e, nella voce, come un velo di rimpianto...". Questa è l'impressione di Scalfari che rimane sbigottito, visto che in televisione e sui giornali lo spazio era interamente dedicato alla politica, ma questo non importa, perché, per Berlinguer, "I partiti non fanno più politica". Qual è il significato di questa pungente e amara affermazione ? Ce lo spiega lui stesso: " I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune." e ancora "Sono macchine di potere che si muovono soltanto quando è in gioco il potere".
Inutile precisare che oggi la situazione non è per nulla mutata, anzi è persino peggiorata, perciò, a buon diritto, Berlinguer ritiene che i partiti occupino in maniera eccessivamente pervasiva ogni struttura pubblica, per esempio gli enti locali e di previdenza, le banche (Monte dei Paschi docet), le aziende pubbliche, gli istituti culturali, le università, gli ospedali, la Rai tv e alcuni grandi giornali che non nascondono di essere totalmente di parte, proponendosi come strumenti di propaganda politica. 
Ancora Berlinguer tornerà sul tema della morale, infatti la problematica della degenerazione dei partiti non è posta più, come avviene anche oggi di consueto, solo in termini di diritto, nel senso che le storture che i partiti causavano (e causano) nella concezione del metodo di governo, del rapporto con i cittadini e della condotta morale erano ritenute esclusiva competenza della magistratura che da sola doveva occuparsi di vigilare su di esse. Berlinguer pone la "questione morale", per riprendere l'intervista, e non la "questione legale", guardando la problematica da un punto di vista differente, più strettamente legato alla responsabilità dei partiti e ad una soluzione etica che imperniasse nuovamente la politica partitica sul perseguimento del bene comune.
"La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, secondo noi comunisti, fa tutt'uno con l'occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle correnti, fa tutt' uno con la guerra per bande, fa tutt' uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati."
In un secondo momento Scalfari chiede a Berlinguer quale sia la causa della "questione morale" che, secondo il segretario del PCI, è da identificarsi con la discriminazione verso il partito comunista, avversato da un linciaggio continuo della Democrazia Cristiana che, nella seconda metà del '900, gli riserverà al massimo la possibilità del "compromesso storico" e del "governo di solidarietà nazionale", sempre in una posizione di netto svantaggio.
Ma torniamo alla sopra citata "discriminazione", Berlinguer critica il cosiddetto "preambolo", ovvero la preclusione dal governo perpetrata dalla Dc a danno del PCI, ma anche la demonizzazione del comunismo che è stata propinata agli italiani: "E' la questione morale che oggi divora la Dc, come divora le istituzioni. E, andando più al fondo, è l'insuperata discriminazione contro di noi, sulla quale ha finora retto il sistema politico e di potere della Dc, che oggi si sgretola...".
Berlinguer ribadisce le diversità che hanno contraddistinto il PCI fino a quel momento: la svolta democratica, il cui obiettivo era di valorizzare al massimo la Costituzione, rendendola un retroterra comune a tutti gli scontri ideologici che in quegli anni non avevano esitato a sacrificare il messaggio della Carta, e il contatto con il "sottoproletariato" di emarginati e indigenti che sempre di più veniva trascurato dalle politiche dei partiti.
"I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l'operato delle istituzioni. Ho detto che i partiti hanno degenerato, quale più quale meno, da questa funzione costituzionale loro propria, recando così danni gravissimi allo Stato e a se stessi. Ebbene, il Partito comunista italiano non li ha seguiti in questa degenerazione.". E' importante sottolineare che il mutamento radicale di linea (democratica) impresso da Berlinguer al partito è propugnato non senza frequenti dissidi, vista anche la sua novità, inoltre aggiunge di voler "costruire su un socialismo reale", senza l'etichetta della socialdemocrazia. 
Inutile dire che queste diversità sono del tutto estranee al PD, la "nuova sinistra", che si trova sempre più invischiata in scandali finanziari o di altro genere e che dovrebbe imparare dalla storia, invece di pensare ai propri privilegi di casta.
Infine Scalfari chiede a Berlinguer: "Debbo riconoscere, signor segretario, che in gran parte è un quadro realistico (in riferimento all'invasione delle strutture pubbliche da parte dei partiti). Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano questo stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono ?"
Secondo Berlinguer, gli italiani si accorgono del "mercimonio che si fa dello Stato", ma gran parte di loro è sotto ricatto, tuttavia, volendo attualizzare, è vero che la maggior parte di loro è ricattata dal sistema, ma è inutile sottovalutare l'assenza di consistenti movimenti di protesta o di iniziative di contestazione pubblica a livello nazionale che estrinsechino l'indignazione verso una ghettizzazione dei partiti e una crisi morale insostenibili. Si manifesta in tutta la sua forza una completa inattività della società civile e le reazioni sono diverse: chi ritiene che nulla possa cambiare, chi si adegua, chi vorrebbe cambiare lo status quo sebbene rimanga sempre deluso e inibito da un sistema fondamentalmente chiuso, chi sceglie la strada dell'opportunismo e della corruzione tutelando esclusivamente i propri interessi e chi sceglie l'indifferenza e la disinformazione, ottundendosi la mente con fiction squallide e vizi vari quali il fumo e l'alcol. Non resta che appellarsi alla storia nella speranza che un giorno l'ordine precostituito delle cose possa essere sconvolto. 
 
 
 
 
                                                                                                                               Ugo Giarratano
 
 
 
 
 
 
     

domenica 9 giugno 2013

IL GOVERNO PD - PDL E LO SPUTO IN FACCIA ALLA COSTITUZIONE

 
L'ITER COSTITUZIONALE
(per apprendere schematicamente l'iter legislativo clicca qui http://tiananmen84.blogspot.it/2013/03/sezione-istituzionale-come-funziona-la.html

Si sente spesso dire in TV che il cosiddetto governo delle larghe intese starebbe approntando un iter parlamentare per sottoporre la nostra Costituzione a revisione.
Ma in cosa consiste veramente questo iter ?
Nella sezione "documentazione e ricerche" della Camera dei Deputati, è illustrato tutto il percorso storico che negli anni passati (dagli anni '70) si è contraddistinto per gli innumerevoli tentativi di cambiare la costituzione.
Il tema delle riforme istituzionali, oggi oggetto di accesi dibattiti, sin dagli anni '70 è stato affrontato mediante l'istituzione di vari organi intra-parlamentari, la cui funzione era di proporre delle riforme costituzionali. Per questa ragione furono impiegate 3 tipologie di assemblee, alcune create ad hoc, come i comitati di studio e le commissioni bicamerali e altre, come le commissioni permanenti, già esistenti e previste dalla costituzione, che agivano entro i limiti che questa prescriveva (art.138).
Il dossier della Camera specifica che non fu mai perseguita la strada di una nuova Assemblea Costituente, ma semplicemente si tentò di proporre delle riforme per articolo o per titolo, sottoponendole al vaglio del Parlamento, nonché del referendum confermativo. Importante sottolineare che nella maggior parte dei casi i tentativi di riforma fallirono per fattori contingenti di instabilità politica, vanificando l'intero procedimento riformativo.
I primi 2 comitati di studio furono istituiti nel 1982 dal Parlamento e al loro interno inclusero componenti di estrazione parlamentare, mentre gli altri 2 del 1994 erano di istituzione governativa e di composizione extra-parlamentare, dunque la loro funzione era "esplorativa", per quanto riguarda la Costituzione, e "propositiva", al fine di promuovere un dibattito politico in Parlamento su problematiche da loro sollevate.
L'articolo 138 della costituzione prescrive una forma chiara e molto più rapida per poter discutere eventuali emendamenti alla costituzione, eppure viene raggirato:

"Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione [cfr. art. 72 c.4].
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.1, 87 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti."


Quest'anno il presidente della Repubblica, discostandosi dai casi suddetti (comitati di studio dell' '82 e del '94), ha nominato il 30 marzo un gruppo di lavoro sulla falsariga di quelli precedenti, composto dai cosiddetti "saggi", e con l'incarico di elaborare una relazione concernente le possibili riforme istituzionali. Quest'organo si differenzia dagli altri principalmente perché è di nomina presidenziale e di composizione mista (quindi non soltanto parlamentare) e soprattutto perché, rispetto ai comitati di studio precedenti, ha impiegato un esiguo periodo di tempo per delineare le riforme da discutere (appena 13 giorni). Napolitano ha così accolto le istanze dei partiti, quali PDL principalmente e PD, che mirano ad un radicale cambiamento della costituzione, come hanno tentato già nel 2006 con il referendum costituzionale confermativo in cui ha vinto il "no" alla riforma.
Le commissioni bicamerali sono la seconda tappa dell'iter istituzionale e in passato le più importanti furono la commissione Bozzi, la commissione De Mita-Iotti e la commissione D'Alema.
La Bicamerale che si vuole istituire oggi (composta da 20 senatori e 20 deputati) dovrebbe analizzare la relazione dei "saggi" ed è chiamata convenzione, inoltre sta per essere legalizzata in seguito a 2 mozioni di contenuto identico presentate dai capigruppo alla Camera Speranza, Brunetta, Dellai e Pisicchio e del Senato Zanda, Schifani, Susta, Ferrara, Zeller, Finocchiaro, Bruno, Martini ed Esposito. Tuttavia, come hanno messo in evidenza costituzionalisti e giuristi del rango di Zagrebelsky e Rodotà, è un espediente che mira ad esautorare il Parlamento del suo ruolo istituzionale e democratico, in quanto organo eletto dal popolo e unico possibile fautore di un qualsivoglia mutamento della costituzione. Infatti la convenzione prevista assumerebbe i connotati di una Commissione Redigente mista, come è esplicitamente sottolineato nella relazione dei saggi (riserva di Onida al riguardo), la quale concentrerebbe su di sé prerogative tese ad eludere il Parlamento (vedi punto 2, paragrafo "riforme dei regolamenti parlamentari" per capire cos'è una Commissione redigente mista).
Perché la convenzione è così contestata da Zagrebelsky e Rodotà ? La risposta è semplice: le 2 mozioni suddette incaricano il governo di esimersi dalla norma prescritta dall' articolo 138 che prevede il naturale percorso di revisione costituzionale ideato dai padri costituenti, inoltre la presenza all'interno della convenzione di personalità estranee all'elezione popolare pregiudica l'imparzialità delle decisioni che possono essere prese.
Dal momento che la convenzione è mista, ovvero composta sia da parlamentari che da "esperti esterni"di dubbia provenienza e di discutibile imparzialità, sorge spontanea la domanda: è ragionevole affidare la nostra costituzione, oltre che a personalità esterne, a parlamentari che sono inquisiti dalla magistratura o che sono in possesso di titoli di studio di basso livello ? ( III media o Liceo) <--- clicca qui 
La terza tappa dell'iter è l'esame della camera che ha il compito di legittimare la convenzione tramite una legge costituzionale e di "esaminare" le sue proposte. A tal proposito è di fondamentale rilevanza sottolineare che la camera non può discutere le proposte con emendamenti, bensì deve semplicemente limitarsi a votare con un "si" o un "no" la loro approvazione, senza poter inferire modifiche (in ossequio all'iter legislativo con Commissione redigente mista).
L'ultima tappa è il referendum confermativo che sottopone all'esame dei cittadini le riforme costituzionali, in questo caso il governo ha manifestato la volontà di effettuare il referendum anche se il Parlamento dovesse raggiungere la maggioranza qualificata (2/3 dei parlamentari) nelle votazioni e quindi, secondo l'articolo 138, potesse avvalersi della facoltà di non richiedere il parere cittadino.
Le tematiche di rilievo esposte nel dossier della camera, presentate dal Ministro per le Riforme Costituzionali (Quagliariello, PDL, presente anche nel gruppo dei saggi) vertono sul cambiamento della forma di Stato e di Governo, sul superamento del bicameralismo paritario, sulla riduzione del numero dei parlamentari e sulla riforma del sistema elettorale.

LA RELAZIONE DEI SAGGI
Il rapporto dei saggi è suddiviso in 6 capitoli :
  1. Diritti dei cittadini e partecipazione democratica
  2. Del metodo per le riforme costituzionali
  3. Parlamento e Governo
  4. Rapporto Stato-Regioni
  5. Amministrazione della giustizia
  6. Regole per l'attività politica e per il suo finanziamento
Le riforme che sono consigliate alla bicamerale-convenzione sono le seguenti :
 
RIFORME COSTITUZIONALI
  1. Referendum confermativo per tutte le leggi di revisione costituzionale, indipendentemente dal quorum.
  2. Aumento del numero delle firme e riduzione del quorum per il referendum abrogativo.
  3. Aumento del numero delle firme per le iniziative popolari (da sottoporre a specifico obbligo di deliberazione delle camere)
  4. Commissione redigente (guarda punto 2 del paragrafo riforme dei regolamenti parlamentari) per la riforma di alcuni aspetti della seconda parte della costituzione (Parte II (Ordinamento della Repubblica): i titoli sottoposti a revisione sono il I (il Parlamento), il II (il Presidente della Repubblica), il III (il Governo), il V (le Regioni, le Provincie, i Comuni)). Riguardo alla Commissione redigente, è degna di nota la riserva di Valerio Onida, riportata qui di seguito come risulta nella relazione dei "saggi", in totale dissenso verso una Commissione di tal genere: "Dissente dalla proposta di istituire una Commissione redigente mista, costituita su base proporzionale da parlamentari e non parlamentari, per le revisioni costituzionali che seguirebbero un procedimento speciale in deroga all'articolo 138 Cost. A suo giudizio, si rischierebbe così di innescare un processo "costituente" suscettibile di travolgere l'insieme della Costituzione che è bensì opportuno modificare in punti specifici, attraverso il procedimento di cui all'articolo 138, ma mantenendo fermi i suoi principi, la sua stabilità e il suo impianto complessivo; e si rischierebbe di favorire progetti di revisione "totale" da votare in "blocco". Si dovrebbero invece approvare con il procedimento di cui all'articolo 138 distinte leggi costituzionali per ognuno degli argomenti affrontati, in modo da consentire che su ciascuna di esse si esprimano prima le Camere e poi gli elettori con il referendum. Una modifica all'articolo 138 - ma a regime, non come deroga una tantum - sarebbe, a suo giudizio, opportuna per stabilire che le leggi di revisione e le altre leggi costituzionali debbano essere approvate sempre a maggioranza di 2/3 nella seconda deliberazione delle Camere e che possa in ogni caso chiedersi il referendum confermativo."    
  5. Riforma dell'articolo 66 (Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità.) Si consiglia vivamente di visitare questo sito http://www.brocardi.it/costituzione/sezione-i/art66.html  per comprendere a pieno il significato e la fondamentale importanza di questo articolo. Nel rapporto viene suggerita l'istituzione di un giudice indipendente e imparziale.
  6. Trasformazione del Senato in Camera delle Regioni. Voto di fiducia solo alla camera. Poteri del Presidente del Consiglio (il gruppo di lavoro ha convenuto a maggioranza che è preferibile una forma di Governo parlamentare che eviti le possibili derive personalistiche del semipresidenzialismo, inoltre, alla luce di questa scelta maggioritaria, si è deliberato che il rapporto Parlamento - Governo, nella fattispecie, deve assumere la seguente forma al fine di una più efficace razionalizzazione: "il Presidente del Consiglio, dopo le elezioni deve ottenere la fiducia dalla sola Camera dei Deputati, sul presupposto del superamento del bicameralismo paritario; il giuramento e il successivo insediamento avvengono dopo aver ottenuto la fiducia alla Camera; al Presidente del Consiglio spetta il potere di proporre al Capo dello Stato la nomina e la revoca dei ministriil Presidente del Consiglio può essere sfiduciato solo con l'approvazione a maggioranza assoluta, da parte della Camera, di una mozione di sfiducia costruttiva, comprendente l'indicazione del nuovo Presidente del Consiglio; il Presidente del Consiglio in carica è titolare del potere di chiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento anticipato della Camera dei Deputati, ma solo se non è già stata presentata una mozione di sfiducia costruttiva"). Procedimento legislativo.
  7. Riduzione del numero dei parlamentari (è prevista la diminuzione dei deputati da 630 a 480 e dei senatori da 315 a 120)
  8. Revisione dell'articolo 117 della Costituzione. Clicca qui sotto.(http://www.governo.it/Governo/Costituzione/2_titolo5.html)
  9. Ricorso individuale per violazione dei diritti individuali (qualora dovessero avvenire delle violazioni dei diritti fondamentali, è permesso all'individuo offeso di presentarsi alla Corte Costituzionale singolarmente. Si aggiunge anche che è necessario legalizzare il divieto di tortura)
  10. Istituzione di una Corte disciplinare unica per le magistrature ordinaria, amministrativa e contabile.
RIFORME DEI REGOLAMENTI PARLAMENTARI
  1. Procedura di votazione dei provvedimenti governativi d'urgenza a data fissa.
  2. Sede redigente.
    (La commissione parlamentare può operare in:

    SEDE REFERENTE: le commissioni seguono il "procedimento legislativo ordinario" che è sempre obbligatorio per i progetti di legge in materia costituzionale ed elettorale, di delegazione legislativa, di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi; è facoltativo per tutti gli altri progetti di legge. La Commissione discute sul testo nel suo complesso e articolo per articolo, alla discussione segue un voto sul progetto di legge, infine la Commissione presenta il testo del progetto di legge e le proprie relazioni alla Camera.

    SEDE LEGISLATIVA: la Commissione che opera in sede legislativa (si tratta di un procedimento speciale) si occupa della discussione, della votazione e dell'approvazione del progetto di legge estromettendo completamente il Parlamento dai lavori. E' sempre ammessa, durante i lavori della Commissione, la domanda di "rimessione in assemblea" del progetto di legge
    SEDE REDIGENTE: è la seconda procedura speciale prevista dai regolamenti di Camera e Senato; la Commissione ha gli stessi compiti di quando operava in sede referente, ma la sua votazione sui singoli articoli del progetto di legge ha carattere di definitività e il testo che viene presentato alla camera sarà votato nel suo complesso, ovvero senza votazione articolo per articolo o emendamenti.
     

     
  3. Divieto dei maxi emendamenti (emendamento a un testo di legge presentato in Parlamento, comprensivo di numerosi e vari punti)
  4. Omogeneità di disegni di legge, articoli ed emendamenti.
  5. Deliberazione delle proposte di iniziativa popolare e di iniziativa dei consigli regionali entro tre mesi dal deposito.
  6. Diritti dei gruppi di opposizione.
  7. Comitato della legislazione presso il Senato.
  8. Pubblicità dei lavori delle commissioni parlamentari.
  9. Ampliamento dei soggetti audibili nelle commissioni ed intervento sulla procedura del parere sulle nomine del Governo.
  10. Requisiti per costituire i gruppi parlamentari.
  11. Interrogazioni a risposta scritta.
  12. Dematerializzazione degli atti parlamentari.
  13. Adeguamento alla riforma dell'articolo 81 sul pareggio in bilancio (clicca qui --> http://www.governo.it/Governo/Costituzione/2_titolo1.html)
  14. Istituzione presso la Camera e il Senato della Giunta per la Deontologia Parlamentare (è una giunta, mutuata dai modelli americano e inglese, che deve essere composta da 4 persone che in passato hanno rivestito ruoli importanti nell'ambito parlamentare, inoltre ha la funzione di constatare se sussiste un conflitto di interessi fra i parlamentari e le loro professioni).
RIFORME PER LEGGE ORDINARIA
  1. Dibattito pubblico sui grandi interventi strutturali.
  2. Statuto dei partiti politici (deve adempiere alle seguenti norme: deve prevedere organi direttivi elettivi; procedure deliberative che implichino un'interazione fra iscritti e dirigenti nella formazione di indirizzi politici; organi di garanzia di giustizia interni; l'istituzione all'anagrafe degli iscritti e le condizioni per l'accesso che dovrebbe essere garantito a tutti gli iscritti; l'equilibrio di genere negli organi collegiali e nella formazione delle candidature; le garanzie per le minoranze; le procedure per modificare lo statuto, il nome e il simbolo del partito).
  3. Riforma del sistema di finanziamento pubblico e privato dei partiti politici.
  4. Legge elettorale.
  5. Federalismo fiscale.
  6. Misure per rendere più tempestiva ed efficace la giustizia penale.
  7. Misure per rendere più tempestiva ed efficace la giustizia civile.
  8. Misure per il contenimento del sovraffollamento carcerario.
  9. Previsione dei reati di tortura e di trattamento inumano e degradante.
  10. Limiti alla candidabilità dei magistrati.
  11. Provvista degli uffici del Consiglio Superiore della Magistratura.
  12. Regole deontologiche per i magistrati (Riserva di Gaetano Quagliariello (PDL), Ministro delle Riforme Costituzionali: "Riserva di Gaetano Quagliariello. Ritiene che la responsabilità dei magistrati debba essere non solo disciplinare ma anche di natura civile. E’ perfettamente consapevole della peculiarità e della delicatezza della funzione giudiziaria, delle quali è necessario tener conto. Ma se da un lato tale peculiarità comporta che alla magistratura sia assicurata l’indipendenza e che sulle materie relative all’ordinamento giudiziario si legiferi con attenzione ed equilibrio, dall’altro l’attribuzione di poteri e prerogative che incidono sulla vita dei cittadini fino al punto di poterli privare della libertà impone che vi sia una corrispondenza tra livello di autonomia e livello di responsabilità. Considera necessaria una normativa sulla responsabilità civile dei magistrati che sia conforme al dettato costituzionale e che, in presenza di atti compiuti con dolo o colpa grave in violazione di diritti, rimuova una situazione di eterogeneità che appare come un incomprensibile privilegio rispetto alla disciplina che riguarda altre figure professionali il cui operato incide su beni primari per le persone.")
  13. Ridimensionamento del numero dei magistrati fuori ruolo.
  14. Conflitto di interessi.
  15. Istituzione dell'albo dei portatori di interessi.
  16. Ipotesi di riduzione del numero di commissioni (da 14 a 9 oppure da 14 a 10)
NUMERO ATTUALE DELLE COMMISSIONI



Ugo Giarratano


VIA ALLE RIFORME COSTITUZIONALI 

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per le riforme costituzionali ed elettorali e disciplina il procedimento di revisione costituzionale.
Stando alle parole del ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, entro un anno e mezzo "l'intero iter delle riforme sarà concluso" e aggiunge: "'Il testo approvato prevede un vero e proprio cronoprogramma per rispettare quanto il premier Letta ha detto in sede di dichiarazioni programmatiche confermate con il voto in Parlamento".
Il ministro Gaetano Quagliariello ha spiegato che entro la fine del prossimo anno si dovrebbe essere arrivati alla conclusione della revisione. "Il Comitato del 40 lavorerà fino alla fine di febbraio. E' ipotizzabile che la prima lettura di una delle due Camere avvenga entro fine maggio 2014, la prima lettura dell'altra Camera per gli inizio di settembre e quindi per l'ottobre 2014 si possa prevedere l'approvazione definitiva della riforma".
Sul conflitto d'interessi il ministro per le Riforme sostiene che sia un tema che va oltre il contenuto delle mozioni parlamentari e quindi non previsto tra gli argomenti del Comitato.
E' stato ulteriormente rafforzato l'articolo 138 della Costituzione. "Il referendum o i referendum - ha detto Gaetano Quagliariello -potranno essere richiesti anche se l'approvazione della riforma supererà i due terzi previsti".

giovedì 6 giugno 2013

NOMINATI DA LETTA I 35 COMPONENTI DELLA COMMISSIONE DI ESTERNI

SI ASPETTA IL DDL DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI PER DEFINIRE I TEMPI DELLE RIFORME COSTITUZIONALI

Michele Ainis (Università Roma 3)
Augusto Barbera
 (Università di Bologna)
Beniamino Caravita di Toritto (Università la Sapienza Roma)
Lorenza Carlassare (Università di Padova)
Elisabetta Catelani (Università di Pisa)
Stefano Ceccanti (Università Roma 3)
Ginevra Cerrina Feroni (Università di Firenze)
Enzo Cheli (Presidente Emerito Corte Costituzionale)
Mario Chiti (Università di Firenze)
Pietro Ciarlo (Università di Cagliari)
Francesco Clementi (Università di Perugia)
Francesco D’Onofrio (Università La Sapienza Roma)
Giuseppe de Vergottini (Università di Bologna)
Giuseppe Di Federico (Università di Bologna)
Mario Dogliani (Università di Torino)
Giandomenico Falcon (Università di Trento)
Franco Frattini (Presidente Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale)
Maria Cristina Grisolia (Università di Firenze)
Massimo Luciani (Università La Sapienza Roma)
Stefano Mannoni (Università di Firenze)
Cesare Mirabelli (Presidente Emerito Corte Costituzionale)
Anna Moscarini (Università della Tuscia)
Ida Nicotra (Università di Catania)
Marco Olivetti (Università di Foggia)
Valerio Onida (Presidente Emerito Corte Costituzionale)
Angelo Panebianco (Università di Bologna)
Giovanni Pitruzzella (Università di Palermo)
Anna Maria Poggi (Università di Torino)
Carmela Salazar (Università di Reggio Calabria)
Guido Tabellini (Università Bocconi di Milano)
Nadia Urbinati (Columbia University)
Luciano Vandelli (Università di Bologna)
Luciano Violante (Università di Camerino)
Lorenza Violini (Università di Milano)
Nicolò Zanon (Università di Milano)

USA spia i propri cittadini

Usa, spiati al telefono milioni di utenti

Casa Bianca difende controlli su utenti della compagnia Verizon: 'proteggiamo nazione'

La National Security Agency sta spiando le registrazioni telefoniche di milioni di utenti americani di Verizon, una delle maggiori compagnie di telefonia degli Usa, sulla base di un ordine segreto di un tribunale emesso in aprile. Lo denuncia il Guardian online.
L'ordine della Foreign Intelligence Surveillance Court (Fisa), emesso il 25 aprile, chiede a Verizon di dare informazioni alla Sicurezza Usa su tutte le chiamate telefoniche fornite dai suoi sistemi giorno per giorno, sia all'interno del Paese che tra gli Stati Uniti e altri Paesi, scrive ancora il Guardian che ha ottenuto una copia del documento. Il documento, sottolinea il giornale britannico, mostra per la prima volta che sotto l'amministrazione Obama le registrazioni delle comunicazioni di milioni di cittadini americani vengono raccolte indiscriminatamente e in massa, a prescindere dal fatto che gli utenti siano sospettati o meno di un illecito. Il Fisa ha concesso il via libera all'Fbi il 25 aprile dando al governo la possibilità di ottenere i dati per tre mesi, fino al 19 luglio. In base alla decisione della Corte, vengono raccolti i numeri di entrata e uscita delle chiamate, i dati sulla localizzazione, gli orari e la durata, ma non i contenuti.
STAFF OBAMA DIFENDE CONTROLLI,PER LOTTA TERRORISMO L'amministrazione Obama difende la pratica dei controlli sulle telefonate degli utenti di Verizon definendola "uno strumento fondamentale per proteggere la nazione dalle minacce terroristiche', ha detto un alto funzionario della Casa Bianca.
Un alto funzionario dell'amministrazione Obama conferma la raccolta di dati sulle telefonate di milioni di utenti dell'operatore Usa Verizon."Decliniamo ogni commento", ha risposto anche Verizon attraverso il suo portavoce a Washington Ed McFadden.
WP, ORDINE GIA' NEL 2006 - L'ordine per la sorveglianza telefonica emesso da un tribunale Usa e pubblicato dal Guardian, "é autentico" e "sembra un atto di routine di rinnovamento di una direttiva emessa per la prima volta dalla stessa corte nel 2006". Lo scrive il Washington Post, citando funzionari dell'amministrazione Usa e un esperto, tutti coperti dall'anonimato.

mercoledì 5 giugno 2013

Carica a Terni

Terni, scontri al corteo Sindaco ferito alla testa

Colpito durante carica delle forze dell'ordine

Foto ANSA
Momenti di tensione nel corso della manifestazione dei lavoratori Ast  a Terni in occasione dello sciopero di quattro ore di stamani organizzato da varie sigle sindacali e dalle Rsu. Il corteo con alcune centinaia di persone che, partito dai cancelli dell'Ast, avrebbe avuto come meta la sede della prefettura, in realtà è proseguito, di corsa, fino alla stazione, con i manifestanti che hanno superato lo sbarramento della polizia. In questa occasione si è registrato qualche contatto tra agenti e manifestanti, con questi ultimi che sono entrati nella stazione. L'ingresso in stazione è avvenuto in modo pacifico dopo che manifestanti e agenti si erano fronteggiati per alcuni minuti, senza arrivare a contatto, davanti agli ingressi dello scalo. Nei brevi tafferugli avvenuti poco prima dell'ingresso in stazione due persone hanno riportato lievi contusioni: uno è il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo.
Telefonata tra il prefetto di Terni Vittorio Saladino e Di Girolamo dopo che questi è rimasto contuso. Parlando con l'ANSA il prefetto si è detto "addolorato" per quanto successo. Il prefetto ha ricordato la "lunga tradizione democratica della città". "Ci sono state già diverse manifestazioni in passato - ha detto - e non è mai successo niente". Saladino non è voluto entrare nel merito della dinamica dell'episodio.
Di Girolamo, dal canto suo, parla di una "violenza incomprensibile" da parte della polizia. Poche parole dette nel corso dell'occupazione dei binari della stazione e poco prima di essere medicato. Secondo l'assessore allo Sviluppo economico, Sandro Piermatti, che era vicino al sindaco al momento dei tafferugli, " i lavoratori erano a mani alzate ma è partito l'ordine di manganellare, senza ragioni evidenti". "Una cosa del genere non è mai successa - continua -, decine di volte la stazione è stata occupata pacificamente e poi lasciata libera". Si dice indignato anche il senatore del Pd Gianluca Rossi, anche lui presente stamani, che annuncia che chiederà conto di quanto successo al Governo.

domenica 2 giugno 2013

RELAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO ISTITUITI DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER LE RIFORME COSTITUZIONALI

Temi dell'attività Parlamentare


Riforme costituzionali ed elettorali
Con l'audizione del Ministro per le riforme costituzionali, svolta dalle Commissioni Affari costituzionali della Camera e del Senato il 20 maggio e conclusa il 28 maggio, nonchè con l'approvazione di mozioni da parte della Camerae del Senato il 29 maggio, si avvia il percorso parlamentare sul tema delle riforme costituzionali.
La questione delle riforme costituzionali e della legge elettorale, che è stata una costante del dibattito politico parlamentare fin dalla metà degli anni '70, si è nuovamente posta fin dalle prime battute di avvio della XVII legislatura ed è stata sottolineata con forza dal Presidente della Repubblica Napolitano nel discorso pronunciato il 22 aprile 2013, dinanzi il Parlamento in seduta comune, in occasione del giuramento per il secondo mandato.
Le relazioni dei Gruppi di lavoro istituiti dal Presidente della Repubblica
Tre giorni prima della seduta iniziale della legislatura, che si è tenuta il 15 aprile 2013, i membri dei Gruppi di lavoro in materia economico-sociale ed europea e sui temi istituzionali, istituiti dal Presidente della Repubblica Napolitano il 30 marzo, hanno consegnato al Capo dello Stato le relazioni conclusive.
Nella relazione del gruppo di lavoro in materia istituzionale(<--- clicca qui) si “propone che la revisione costituzionale si compia attraverso una Commissione redigente mista costituita, su base proporzionale, da parlamentari e non parlamentari. La Commissione può avviare immediatamente il proprio lavoro (che dovrebbe durare pochi mesi) sulla base di documenti parlamentari che indichino i punti oggetto di revisione (la Commissione Bozzi fu istituita con una risoluzione alla Camera dei Deputati e un ordine del giorno al Senato). Contestualmente alla presentazione delle mozioni dovrebbe essere presentata una legge costituzionale per formalizzare il lavoro della Commissione”.
Per quanto riguarda la riforma della legge elettorale, il gruppo di studio non ha avanzato una proposta specifica, salvo quella eliminare la circoscrizione estero, prevedendo il voto per corrispondenza, assicurandone la personalità e la segretezza, e si è limitato a sottolineare che, in ogni caso, la legge attuale va superata e che la definizione della nuova legge è legata a quella della forma di governo: in caso di scelta da parte del Parlamento, come il gruppo di lavoro propone, per una forma di governo parlamentare razionalizzata, “le soluzioni possono essere più d’una, purché garantiscano la scelta degli eletti da parte dei cittadini e favoriscano la costituzione di una maggioranza di governo attraverso il voto.”
Le linee programmatiche del Governo Letta
Il 29 aprile 2013, il Presidente del Consiglio Letta, nell’esporre le linee programmatiche dell’ Esecutivo, ha delineato alcuni obiettivi fondamentali per la legge elettorale e per le riforme costituzionali.
Quanto alla legge elettorale il Capo dell’Esecutivo ha sottolineato l’impegno a far sì che “quella dello scorso febbraio sia l'ultima consultazione elettorale che si svolge sulla base della legge elettorale vigente” attraverso l’approvazione di una nuova legge che consenta la “formazione di maggioranze sufficientemente ampie e coese, in grado di garantire Governi stabili, ma prima ancora, per restituire legittimità al Parlamento e ai singoli parlamentari”. A titolo personale il Presidente del Consiglio ha ritenuto che migliore della legge attuale sarebbe almeno il ripristino della legge elettorale precedente (cd. “Mattarellum”).
Per quanto riguarda le riforme costituzionali, il Presidente del Consiglio ha auspicato che siano raggiunte con la partecipazione delle forze di opposizione partecipino pienamente al processo costituente e ha fornito un’indicazione di metodo: “al fine di sottrarre la discussione sulla riforma della Carta costituzionale alle fisiologiche contrapposizioni del dibattito contingente sarebbe bene che il Parlamento adottasse le sue decisioni sulla base delle proposte formulate da una Convenzione aperta anche alla partecipazione di autorevoli esperti non parlamentari” i cui lavori inizino “dai risultati delle attività parlamentari della scorsa legislatura e dalle conclusioni del Comitato dei saggi istituito dal Presidente della Repubblica”. In attesa di una legge costituzionale istitutiva, la Convenzione potrebbe avviare subito i propri lavori sulla base degli atti di indirizzo del Parlamento.
I contenuti delle riforme sono stati incentrati soprattutto sulla forma di Governo, sulla ridefinizione della ripartizione delle competenze tra livelli di Governo con il perfezionamento della riforma del Titolo V, sulla possibilità di una  riorganizzazione delle regioni e dei rapporti tra loro, sul riordino dei livelli amministrativi e sull’abolizione delle province.
I lavori parlamentari
Il 15 maggio 2013 la Conferenza dei presidenti di gruppo della Camera ha stabilito per il 29 maggio l’esame di mozioni sull’avvio del percorso delle riforme costituzionali. Una analoga decisione è presa dalla Conferenza dei capigruppo del Senato nella stessa giornata.
Il 22 maggio il Ministro per le riforme costituzionali è stato audito a Montecitorio dalle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato esponendo le linee programmatiche in materia di riforme. Tra gli aspetti oggetto della futura riforma evidenziati dal Ministro vi sono la forma di governo, il superamento del bicameralismo paritario e simmetrico, la riduzione del numero dei parlamentari in coerenza con gli standards europei. Per quanto riguarda il metodo delle riforme, il Ministro ha auspicato il raggiungimento di un ampio consenso in Parlamento su questo punto, anche prospettando la possibilità di attivare procedura pubblica di ampia consultazione e la sottoposizione della legge (o delle leggi) di revisione costituzionale, ad uno o più referendum confermativi popolari a prescindere dalla maggioranza ottenuta in sede parlamentare.
Relativamente alla riforma della legge elettorale, il Ministro ne ha sottolineato lo stretto collegamento con la forma di Governo, ma non ha escluso la possibilità di interventi immediati e mirati sulla legge elettorale vigente per eliminarne i difetti più evidenti, anche alla luce dell’ordinanza della Corte di Cassazione che “rende il tema non più rinviabile”.
Infatti, il 17 maggio 2013 è stata depositata un’ordinanza con quale la Corte Suprema di Cassazione, I sezione civile, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di alcune disposizioni della legge elettorale introdotte dalla legge 270 del 2005
Lo stesso 20 maggio il Presidente della Repubblica Napolitano aveva ricevuto il Ministro per le riforme costituzionali, Quagliariello, con i Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali dei due rami del Parlamento, Finocchiaro e Sisto. L'incontro – come riferisce un comunicato del Quirinale - ha consentito di verificare la comune volontà di avviare senza indugio e di portare avanti in Parlamento un processo di puntuali modifiche costituzionali relative ad aspetti dell'ordinamento della Repubblica che richiedono di essere adeguati ad esigenze da tempo individuate di un più lineare ed efficace funzionamento dei poteri dello Stato.
L’audizione del Ministro si è conclusa il 28 maggio e, il giorno successivo, la Camera e il Senato hanno svolto la discussione delle mozioni concernenti l'avvio del percorso delle riforme costituzionali.
L'approvazione delle mozioni del 29 maggio 2013
Il 29 maggio 2013 l'Assemblea della Camera e quella del Senato hanno approvato le mozioni concernenti l'avvio del percorso delle riforme costituzionali presentate dai Gruppi di maggioranza e da altri Gruppi.
Si tratta della mozione n. 1-56, presentata dai capigruppo della maggioranza della Camera on. Speranza, Brunetta, Dellai, e dal Presidente del Gruppo misto on. Pisicchio (441 voti favorevoli e 138 voti contrari) e la mozione n. 1-47 a firma dei sen. Zanda, Schifani, Susta, Ferrara Mario, Zeller, Finocchiaro, Bruno, Martini, Esposito Giuseppe, votata al Senato (224 voti favorevoli e 61 contrari).
Le due mozioni, dal contenuto identico, impegnano il Governo a presentare alle Camere, entro giugno 2013, un disegno di legge costituzionale che istituisca una procedura straordinaria per l’approvazione delle riforme costituzionali in deroga a quella ordinaria di cui all’art. 138 Cost., articolata come segue:
  • istituzione di un Comitato bicamerale, composto da venti senatori e venti deputati, nominati dai rispettivi Presidenti, su designazione dei gruppi parlamentari, tra i componenti delle Commissioni affari costituzionali, della Camera e del Senato, e presieduto congiuntamente dai Presidenti delle predette Commissioni; la composizione del Comitato deve garantire la presenza di tutti i gruppi parlamentari e deve rispecchiare la proporzione tra i gruppi, tenendo conto non solo della loro rappresentanza parlamentare, ma anche dei voti conseguiti alle elezioni politiche;
  • conferimento al Comitato dei poteri referenti per l'esame dei progetti di legge di revisione costituzionale dei Titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione, afferenti alla forma di Stato, alla forma di Governo e all'assetto bicamerale del Parlamento, nonché, coerentemente con le disposizioni costituzionali, di riforma dei sistemi elettorali;
  • successivo esame da parte delle Assemblee di Camera e Senato, secondo intese raggiunte fra i due Presidenti, dei progetti di legge approvati dal Comitato bicamerale;
  • conclusione dell'esame parlamentare dei disegni di legge di riforma entro 18 mesi dall'avvio, fermo restando il diritto di ciascun senatore e deputato, anche se non componente del Comitato o componente del Governo, di presentare emendamenti;
  • garanzia della facoltà di sottoporre, a prescindere dalla maggioranza con la quale le riforme saranno approvate,  il disegno di legge (o i disegni di legge) di revisione costituzionale, ad uno o più referendum confermativi popolari.
Con l'approvazione delle mozioni, inoltre, le Camere hanno preso atto dell'intendimento del Governo di avvalersi di una commissione di esperti per l'approfondimento delle diverse ipotesi di revisione costituzionale e dei connessi profili inerenti al sistema elettorale e di estendere il dibattito sulle riforme alle diverse componenti della società civile, anche attraverso il ricorso a una procedura di consultazione pubblica.
Per quanto riguarda il contenuto delle riforme, le due mozioni richiamano le questioni irrisolte da ultimo ricordate dal Presidente del Consiglio nel suo discorso programmatico, ossia, la forma di Stato, la forma di Governo, il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari e la riforma del sistema elettorale, la quale – secondo le mozioni – dovrà essere coerente e contestuale con il complessivo processo di riforma costituzionale.
Le Camere hanno approvato anche due mozioni della Lega Nord: alla Camera la n. 1-55 on. Giancarlo Giorgetti, al Senato, n. 1-31 sen. Calderoli e due atti presentati dai rappresentanti delle Autonomie: la risoluzione 6-11on. Alfreider alla Camera e la mozione 1-44 sen. Zeller al Senato.
E’ stata invece respinta la mozione n. 1-53 on. Giachetti, finalizzata all’approvazione in tempi rapidi da parte del Parlamento di una riforma della legge elettorale volta a ripristinare il sistema misto previgente quello attuale.
Respinte alla Camera anche le mozioni n. 1-54 on. Migliore, n. 1-57 on. Dadone e n. 1-59 on. Giorgia Meloni, nonché la risoluzione n. 6-12 on Nuti. Il Senato ha respinto le mozioni n. 1-46 sen. Crimi e n. 1-48 sen. De Petris.


PENSIERI

"L'uomo non ha solo l'istinto, la necessità di pensare, di riflettere, di immaginare, ha anche l'istinto di parlare, di esprimere, di comunicare i propri pensieri. Divino è quest'istinto, divina è la potenza della parola. La parola è il pensiero divenuto immagine, divenuto manifesto, il pensiero che si diffonde, che risplende, che illumina. La parola è la luce del mondo, guida a tutte le verità, dischiude tutti i  misteri, rende evidente l'invisibile, presente il passato e il lontano, finito l'infinito, eterno il temporaneo. Gli uomini passano, la parola resta; la parola è vita e verità. Alla parola è concesso ogni potere; dà la vista ai ciechi, fa camminare i paralitici, risana malati, risuscita morti; la parola opera miracoli ed invero gli unici miracoli ragionevoli. La parola è il Vangelo, il Paraclito (Spirito Santo), il conforto dell'umanità. Per convincerti della natura divina della parola, immaginati solo e abbandonato, ma capace di parlare, e supponi di udire per la prima volta la parola di un uomo: questa parola non sarebbe per te come l'apparizione di un angelo, non suonerebbe per te come la voce di Dio stesso, come una musica celeste ? In realtà la parola non è più povera né più inanimata della nota musicale, benché sembri che la nota esprima infinitamente più della parola; ma è solo questa apparenza, quest' illusione che la rende più profonda e più ricca.
La parola ha la forza di redenzione, di riconciliazione, di beatitudine, di liberazione. I peccati che confessiamo ci vengono perdonati in virtù della divina potenza della parola.
Riconciliato se ne diparte il moribondo che ha confessato i peccati per lungo tempo taciuti.
Le sofferenze che riveliamo all'amico sono già per metà sanate. Parlandone, anche le nostre passioni si placano, si fa chiaro in noi; l'oggetto del'ira, dello sdegno, dell'afflizione ci appare sotto nuova luce, con che riconosciamo l'indegnità della passione stessa.
Se un dubbio ci tormenta, non abbiamo che da parlarne: sovente nel momento stesso in cui apriamo la bocca per interrogare l'amico, i dubbi e le oscurità si dileguano. La parola fa l'uomo libero. Chi non si sa esprimere è uno schiavo. Muta è perciò la passione, la gioia, la sofferenza, quando è smisurata.
Parlare è un atto di liberazione; la parola è per sè stessa libertà. Ben a ragione quindi l'educazione del linguaggio è considerata il fondamento dell'educazione; dove si educa la parola, l'umanità viene civilizzata. La barbarie del medioevo scomparve con il formarsi della lingua"
L'Essenza del Cristianesimo, Ludwig Feuerbach  

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