martedì 29 ottobre 2013

Matteo Renzi e il nuovo umanesimo del centrosinistra

Il "New Democratic Party", struttura vincente per il Tony Blair italiano


E' il nuovo che avanza, è il futuro che sa di speranza, è la forza della comunicazione, è la voglia di vincere. Innumerevoli sono gli appellativi e slogan spendibili per il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Prossimo all'annunciata vittoria al congresso del Partito Democratico, il quale ha il sapore più di primarie per governare il paese che di rifondazione di un partito spaccato, Matteo Renzi assume il ruolo importantissimo di coesione nel partito. Riunendo sia il popolo democratico, sia molti elementi della vecchia dirigenza, Matteo Renzi è la chiave per trovare una vera definizione e identità alla fusione a freddo dei vecchi partiti quale è il PD. Il sindaco di Firenze trova i suoi punti di forza nella comunicazione e nelle promesse verso una prospettiva più rosea con un progetto che guarda al futuro. I caratteri che contraddistinguono la nuova guida sono la costituzione di un nuovo tipo di partito sotto il punto di vista ideologico. L'accusa di non essere di sinistra risulta fondata solo se si prendono in considerazione questi nuovi concetti ideologici più elastici e meno incisivi di quelli del secolo scorso. Escludendo le etichette non di sinistra costruite dai media, come il fatto di non esporre le bandiere del partito alla Leopolda, risulta sostanziale un percorso verso una nuova identità vicina al Partito Democratico americano ed al New Labour Party, giungendo così ad un nuovo umanesimo democratico. Democrazia, pace, giustizia sociale, lavoro, istruzione, questi sono gli elementi fondanti di qualunque partito di sinistra e che sono intrinseci anche nel partito che verrà con Matteo Renzi. La differenza sostanziale con la sinistra tradizionale, comunista, socialista o socialdemocratica che sia, sta nel rapporto minimalista o massimalista con gli ideali fondativi e gli obbiettivi prefissatisi, ma soprattutto nelle diverse posizioni e progetti per lo sviluppo economico.

Tony Blair, Primo Ministro Britannico 1997/2007
Le posizioni più marcate dal futuro leader democratico Matteo Renzi riguardano il sistema elettorale e politico, con la volontà di portare l'Italia ad un modello maggioritario con doppio turno alle elezioni sino al Presidenzialismo, (sul sogno inseguito da ormai 20 anni della figura del Sindaco d'Italia) sulla semplificazione della burocrazia italiana per incentivare le imprese, e tagli alla spesa pubblica e relativa dismissione del patrimonio statale ritenuto superfluo. Proprio nel diverso rapporto con l'economia si riescono a individuare le sostanziali differenze con un modello socialista o socialdemocratico, proiettando il nuovo Partito Democratico verso il "Partito Popolare Europeo". Infatti la dirompente forza elettorale di Renzi non risiede solo nella comunicazione in grado di galvanizzare e ridare speranza all'elettore, ma anche e soprattutto alla capacità di interpretare le istanze del ceto che maggiormente segna la storia del nostro paese, ovvero l'imprenditoria. In questa nuova visione di partito si giunge ad una formulazione di politica economica che è legata strettamente a posizioni liberali, coadiuvando al contempo la necessità di essenziali riforme nel modello capitalistico per risolverne le contraddizioni che hanno innescato la crisi finanziaria. Ciò nonostante i processi economici che hanno caratterizzato la politica mondiale, prima all'indomani della crisi del '29 e successivamente alla crisi del welfare state con il dominio delle politiche tacheriane, dimostrano la necessità di un cambiamento radicale nel binomio finanza-economia reale. La prospettiva italiana porta dunque ad un vuoto di rappresentanza che solo la vecchia sinistra italiana, quella di Berlinguer, aveva saputo imbrigliare. Per arrivare alla vittoria la sinistra, per le sue caratteristiche riformiste, ha la necessità e il dovere di interpretare i cambiamenti della società e le nuove richieste della popolazione; ma il campo sostanziale per il conseguimento di un radicale cambiamento è quello economico. Nel nuovo centro-sinistra umanista e liberale, le riforme e i cambiamenti prospettati possono portare ad un sollevamento circostanziale dell'economia incapace però di appurare un cambiamento fondamentale nelle regole di mercato, elemento che può essere incanalato solo in una visione socialista o socialdemocratica che proponga un diverso modello per evitare le ormai note degenerazioni negative del precedente. Nel cambiamento radicale si può uscire dallo schema capitalistico di espansione ipoteticamente infinita che poi sfocia in periodi ciclici di crisi, si può immaginare un nuovo rapporto Stato economia che tuteli l'individuo e che dia regole al capitalismo liberale e sfrenato, portando così al ridimensionamento della società e al conseguimento di una giustizia sociale preponderante. La nuova sinistra che si sta formando in Italia potrà sulla carta essere elemento di rinnovamento nel ciclo economico ma che risiede sempre nel campo del capitalismo e quindi incapace dell'inversione di rotta verso un nuovo modello democratico dell'economia all'indomani di un sistema capitalistico e della finanza che più volte ha dimostrato le sue contraddizioni negative e la relativa deriva elitaria dell'economia, causando ingiustizia sociale e manipolazione dall'alto dell'economia reale a scapito dei lavoratori e semplici cittadini.

Giorgio Mineo 



lunedì 28 ottobre 2013

L' ARTICOLO 138 E LO SNODO DELLA DEMOCRAZIA

disegno di legge integrale, 4 pagine
Il 23 ottobre il Senato ha approvato con emendamenti il disegno di legge presentato il 15 marzo 2013 su iniziativa dei senatori Zeller, Berger e Fravezzi.
La manifestazione del 12 ottobre, organizzata da Zagrebeslky, Rodotà e Landini in primis e altri esponenti della società civile italiana, ha esercitato il diritto e il dovere di proteggere la Costituzione dall' iter di riforma costituzionale che è stato approntato in deroga alle prescrizioni dell' articolo 138.
Il "comitato dei saggi" prima e la "convenzione degli esperti" dopo hanno preannunciato l' avvento della bicamerale, la cui istituzione è formalizzata nel disegno di legge approvato dal Senato in seconda deliberazione. Per soli 4 voti il Senato ha ottenuto la maggioranza relativa di 2/3 decretando l' esclusione del referendum confermativo, in base all' articolo 138.

In sintesi, quest' iter macchinoso di esame del progetto di legge costituzionale ha il fine di giungere ad una deroga dell' articolo 138, cosicché si possa innestare un procedimento di revisione costituzionale parallelo a quello previsto dalla Costituzione.

L' iter è stato questo dall' inizio della XVII legislatura:

1) Prima deliberazione del Senato 11 luglio 2013
2) Prima deliberazione della Camera con emendamenti 10 settembre 2013
3) Seconda deliberazione del Senato con emendamenti 23 ottobre 2013
4) Prossima deliberazione della Camera

Si ricorda che l' esame e la presentazione degli emendamenti si svolgono col sussidio delle commissioni parlamentari, le quali controllano i testi con gli emendamenti acclusi e redigono i disegni di legge.

ISTITUZIONE DEL COMITATO PARLAMENTARE PER LE RIFORME COSTITUZIONALI ED ELETTORALI, DEROGA ARTICOLO 138
 
Il Comitato sarà composto da 20 senatori e 20 deputati, nominati dai presidenti delle Camere di comune accordo con i membri delle Commissioni permanenti per gli Affari Costituzionali (Camera e Senato). Anche i gruppi parlamentari delle due camere hanno la facoltà di intervenire nella nomina dei membri del Comitato, inserendo i rispettivi membri in base a:
1.       consistenza numerica dei gruppi
2.       intesa tra i capigruppo
3.       numero dei voti nelle liste e nelle coalizioni  di liste
In linea di massima deve esserci almeno un rappresentante per ogni gruppo. Anche le minoranze linguistiche hanno diritto ad essere rappresentate, pertanto nel disegno di legge è prescritta la presenza di un rispettivo delegato all' interno del Comitato.
La presidenza del Comitato è composta dai 2 presidenti che presiedono le Commissioni per gli Affari Costituzionali di Camera e Senato e nomina 2 relatori, 1 senatore e 1 deputato. L' Ufficio di Presidenza del Comitato consta di 2 presidenti, 2 vicepresidenti, 1 senatore e 1 deputato eletti con voto segreto, dei segretari e dei rappresentanti dei gruppi parlamentari (i capigruppo).

FUNZIONI DEL COMITATO
Il Comitato esamina i progetti di legge di revisione costituzionale degli articoli di cui ai titoli I, II, III e V della seconda parte della Costituzione. Esamina i progetti di legge costituzionale che sono stati presentati a decorrere dall' inizio dell' attuale legislatura XVII, i quali sono assegnati al Comitato stesso dai presidenti della Camera e del Senato, responsabili anche di consegnare i progetti di legge in materia elettorale.
Il Comitato segue la procedura di sede referente che prevede la discussione complessiva e articolo per articolo dei progetti di legge costituzionale, seguita dalla votazione e dalla presentazione conclusiva alle camere dei progetti votati e accompagnati dalle relazioni delle Commissioni.
Il Comitato può
1.       adottare ulteriori provvedimenti per il proprio funzionamento (a maggioranza assoluta)
2.       presentare relazioni di minoranza
3.       consegnare ai presidenti delle Camere i testi dei progetti di legge  per il successivo esame
4.       essere integrato dagli emendamenti dei Presidenti delle Camere, dei senatori, dei deputati e del Governo su ciascuno dei testi adottati
5.       coinvolgere le Regioni per garantire una maggiore partecipazione
non può
1.       sospendere l' attività legislativa
ESAME DEI PROGETTI DI LEGGE COSTITUZIONALI NELLE ASSEMBLEE DI SENATO E CAMERA
·         Il Comitato è rappresentato all' esame assembleare da un sottocomitato composto da Presidenti, relatori, senatori e deputati
·         Le votazioni avvengono a scrutinio palese
·         Fino a 5 giorni prima dell' esame dell' assemblea i membri della stessa possono presentare gli emendamenti respinti dal Comitato in sede referente
·         Il Comitato e il Governo possono presentare emendamenti e subemendamenti fino a 72 ore prima dell' esame assembleare
·         Almeno 20 deputati o 10 senatori possono proporre emendamenti fino a 24 ore prima della prima seduta
 
silvio
ORGANIZZAZIONE DEI LAVORI
 
·         La conclusione dei lavori è prevista entro 18 mesi, a partire dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale
·         Il Comitato deve presentare entro 6 mesi ai presidenti delle Camere i progetti di legge costituzionale corredati di relazioni illustrative e di eventuali relazioni di minoranza
·         Ciascun progetto di legge deve essere omogeneo e autonomo dal punto di vista del contenuto e coerente dal punto di vista sistematico
·         In 6 mesi ripartiti i 3 mesi per Camera e Senato le assemblee parlamentari devono concludere l' esame dei progetti di legge costituzionali
·         i progetti di legge sono adottati da Camera e Senato con 2 successive deliberazioni distanti l' una dall' altra non meno di 45 giorni e sono approvati nella seconda votazione a maggioranza assoluta
 
REFERENDUM
La legge o le leggi costituzionali sono sottoposte a referendum confermativo solo se entro 3 mesi dalla loro pubblicazione ne facciano richiesta 1/5 dei membri di una Camera o 500'000 elettori o 5 Consigli regionali, anche se nella seconda votazione tali leggi costituzionali sono state convalidate a maggioranza di 2/3 dei componenti delle rispettive Camere.
 
Il Comitato decade con la pubblicazione della legge o delle leggi costituzionali.
 
DiSEGNO DI LEGGE ARTICOLO 138
Su iniziativa dei sentori Zeller, Berger e Fravezzi è stato depositato un disegno di legge di modifica dell' articolo 138 (15 marzo 2013).
(da notare che propone di modificare la "regola delle regole", l' articolo 138, un pugno di senatori fra cui figurano alcuni in una situazione palese di violazione dell' articolo 122 che impone il divieto di ricoprire doppi incarichi)
Articolo 138 attuale:
Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione [cfr. art. 72 c.4].
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.1, 87 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.
 Propongono di sostituire, nel primo comma, "a maggioranza di 2/3" alla locuzione "a maggioranza assoluta".
Prevedono di sostituire, nel secondo comma, "1/3 dei membri di una Camera o 1'000'000 di elettori" alla locuzione "1/5 dei membri di una Camera o 500'000 elettori". In breve, renderebbero più arduo raccogliere le firme o i consensi per la richiesta di referendum confermativo popolare.
Il terzo comma risulterebbe abrogato per implicita conseguenza del primo suddetto.


                                                                                                                             Ugo Giarratano

lunedì 21 ottobre 2013


Salò o le 120 giornate di Sodoma

"Il sesso è la metafora di ciò che il potere fa del corpo umano, è la mercificazione del corpo umano, è la sua riduzione del corpo umano a cosa che è tipica del potere, di qualsiasi potere."

Pasolini prossimo nostro

Pasolini, De Sade e Dante Alighieri. Queste sono le tre componenti basilari di questo capolavoro del cinema novecentesco. Si può saggiare l' importanza di un film dalla sua fama, con la quale il valore si pone in rapporto di proporzionalità inversa. Dinanzi alla pletora di film critici verso il sistema sociale in cui viviamo, "Salò o le 120 giornate di Sodoma" si colloca, oltraggiato, censurato e obliato, su un piano a sé. E' senz' altro un film sui generis, ideato da un letterato sui generis. I film critici, che tentano di perforare la scorza di reticenze e indifferenza avvinta alle nostre vite, sembrano avvalorarsi quando ottengono il consenso della critica e il favore del pubblico; in realtà, si potrebbe dire, non senza un minimo di ragione, che sono la deplorazione da benpensanti e lo scandalo suscitato che riflettono il valore e il significato dirompenti di un film, di un capolavoro. Sono le riprensioni moralistiche e le critiche superficiali, o ancora l' indifferenza, che indicano il valore di un film. Ti può piacere un film, ma mai, allo stesso tempo, divertirti o lasciarti leggero, se questo è un casus sui generis, un una tantum del cinema che ti lascia costernato e sgomento, dinanzi alla sua portata e alla sua radicalità, dinanzi alla realtà e alla verità che mette in mostra senza la patina di mistificazioni quotidiane.

L' intelaiatura del film è costruita su 2 cardini tematici - strutturali: l' organizzazione delle scene è imperniata sullo schema dei gironi danteschi, le tematiche sono mediate dalle scene che pullulano di perversioni e sono trasposte dall' opera del marchese De Sade "le 120 giornate di Sodoma". E' un film estremo che illustra una realtà estrema: quella della società dei consumi, del capitalismo borghese, dell' "edonismo neolaico" e della tolleranza repressiva. Dunque è una società perversa, anomala, che vive un mutamento antropologico stravolgente. Salò, da una parte, e Sodoma dall' altra: il capitalismo di nuovo stampo, prosecuzione secondo Pasolini del fascismo mussoliniano e di quello clericofascista della DC, il sesso perverso e snaturalizzato come strumento di potere ed assoggettamento delle masse.

"(il potere) manipola trasformando le coscienze, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi. I valori del consumo che compiono quello che Marx chiama il genocidio delle culture viventi..."

La trama si svolge sul parallelismo, all' inizio accentuato poi via via più marginale, fra i regimi hitleriano e mussoliniano e il "regime democratico", come lo definisce Pasolini nell' intervista "Pasolini prossimo nostro". La critica del nuovo capitalismo che si articola nel film è legata all' idea di Pasolini secondo cui esso è una continuazione, sotto forme diverse e con qualche differenza, del fascismo fascista e del fascismo democristiano. Per tutto il film si protrae la serie di lascive perversioni dei 4 "sadici" rappresentanti del "potere": un duca, un presidente di tribunale, un banchiere e un vescovo. I giovani, 8 ragazzi e 9 ragazze, sono le vittime della violenta deformazione dei corpi e della spontaneità tipica della loro età. Il film gira attorno alle vicende dei vari gironi: girone delle manie, girone della merda e girone del sangue. Il primo si concentra sul parallelo sesso e potere, il secondo sul consumismo che ci fa mangiare merda, il terzo sulla violenza sottile che il potere perpetra ai nostri danni, privandoci della nostra naturalezza e umanità. Pasolini vuole denunciare la storpiatura che viene compiuta dal potere capitalistico a danno della diversità, del pensiero e della libertà individuali. Il potere omologa, appiattisce i cervelli, livella le differenze culturali, trasforma tutto in magma informe: il riferimento è alle realtà dei contadini e degli operai che incarnano i valori propri di 2 ceti sociali tradizionalmente sfruttati che sono la contraddizione vivente del Neocapitalismo del "genocidio" culturale. Pasolini, erede di un mondo diverso che si identifica con l' Italia paleoindustriale e contadina, vive drammaticamente questi cambiamenti repentini e rapidi (miracolo economico, un decennio: 1950-60), fattori che scombussolano le strutture economiche e l' universo di valori e idee che, prima del miracolo economico, era ampiamente condiviso. Oggi ? Questo processo storico di "mutamento antropologico" che risvolti ha assunto dopo gli anni '80 ? Gli anni '80 sono quelli dell' affermazione di un modello borghese neocapitalistico che ha visto e vede nell' edonismo smodato, nel piacere illimitato e nel consumismo i suoi baluardi, tralasciando le altre sovrastrutture ideologiche, come la deformazione del sesso, la cultura desublimata dei bestsellers, la vita omologata impiegatizia, il viaggio in crociera, il tempo lavorativo e il tempo libero programmati, il divertimento programmato (discoteca, alcol, fumo, droghe ecc), il lavoro produttivo ed efficiente... Il girone della merda è emblematico, perchè gli attori mangiano la merda al tavolo dei potenti, vittime come noi di un sistema economico che fa del cibo scadente, degli OGM, degli additivi chimici (usati per aumentare il sapore), dei succhi di frutta, con una bassissima percentuale di frutta, le sue porcherie facili da vendere, diffondendo cibo tossico come quello di McDonald's, Burger King, KFC ecc. (perchè dovremmo berci un succo all' arancia, se possiamo farci una spremuta d' arancia ? Però si continua a comprare il succo all' arancia). Mangiamo le stesse cose (Big Mac...), beviamo le stesse cose (Chi non beve la Coca Cola..., accusata di sfruttamento di manodopera minorile nelle sue fabbriche delocalizzate in Colombia e altri paesi latinoamericani ?), col risultato che in America e in Europa proliferano i bambini obesi e ipertesi, le ragazze bulimiche e anoressiche; nel Terzo e Quarto Mondo i bambini muoiono per inedia, soffrono di malnutrizione e denutrizione...

" (In riferimento ai giovani) Sembra che si mettano d' accordo ! Parlano allo stesso modo, ridono allo stesso modo, si comportano allo stesso modo, fanno gli stessi gesti, amano le stesse cose, montano gli stessi motocicli. Insomma, io ho visto delle divise. Io quand' ero ragazzo ho visto i balilla (gioventù fascista), gli avanguardisti, ma non ho mai visto la gente in divisa come oggi. [...] Pensa che la cosa orrenda del giornalismo e di tutta la cultura italiana è che invece i giovani siano liberi, siano privi di complessi, siano disinibiti, vivano una vita felice. Pensa che tutta la borghesia italiana è convinta di questo."

Pasolini prossimo nostro

 
Il sesso. Il sesso deviato, spregiudicato, il sesso esasperato e nevrotico, privo di moventi sentimentali. La sessualità che Pasolini critica aspramente è quella genitale e libertina dei suoi tempi; non bisogna dimenticare che gli anni '60 -'70 si contraddistinguono per la crescita e affermazione dell' industria del porno, capace di produrre fatturati esorbitanti e straordinari, è il periodo di Playboy, fondato da Hugh Hefner nel 1953, con le sua conigliette e "playmates", è il periodo della contestazione giovanile che chiede più respiro e maggiore libertà sessuale. Pasolini vive la rivoluzione sessuale dei "figli dei fiori" (hippy) che agognano il sesso libertino, l' uso di stupefacenti e droghe varie intese come mezzo di estensione della propria coscienza. Perciò egli vede nella rivoluzione sessuale, tanto caldeggiata dai giovani "ribelli", così come nei sessantottini, una farsa, una riprova dell' ormai consolidata egemonia del "Neocapitalismo" borghese, il quale è riuscito a prostrare un intero popolo mediante il sesso, indirizzandolo verso i propri fini di consumo e preservazione. Ma che tipo di sesso ? Sono molti i filosofi, sociologi, psicologi, letterati ecc. che hanno svolto degli studi approfonditi al riguardo: si va da Pasolini stesso a Marcuse e alla Scuola di Francoforte, da Erich Fromm a Vance Packard, da George Orwell ad Aldous Huxley, luminari nei loro rispettivi campi conoscitivi che hanno gettato le basi per una nuova critica del "Neocapitalismo". Marcuse, ne "l' uomo a una dimensione", espone molto chiaramente la sua teoria suffragata da dati oggettivi e valutazioni personali, frutto dell' interazione degli studi psicoanalitici di Freud, dell' Hegelismo, del Marxismo, dell' esistenzialismo, della fenomenologia di Husserl... Secondo Marcuse, il totalitarismo capitalistico ha liberalizzato il sesso per sue esigenze intrinseche di preservazione; la libertà sessuale che garantisce assume i connotati di una falsa libertà, perchè imposta dall' alto e non accompagnata da un concomitante processo di consapevolezza dal basso. Il regime "democratico" si serve quindi del sesso liberalizzato per imporre il suo stile di vita prescritto, devoto al consumismo e alla produttività. Il sesso stesso quindi diventa consumo. In passato il sesso era una forma di ribellione, era un atto anticonformistico; nel "Neocapitalismo" borghese il sesso non è e, allo stesso tempo, è tabù, si dichiara libero, ma è indotto e conformista, perchè ritualizzato.

"Nel mondo attuale per libertà s'intende la licenza, mentre la vera libertà consiste in un calmo dominio di se stessi. La licenza conduce soltanto alla schiavitù."                                                                                                        Fedor Dostoevskij

In termini più specifici, Marcuse afferma che la libido, l' energia sessuale dell' uomo, per sua natura animata dall' opposizione fra Eros (istinto di vita) e Tanathos (istinto di morte), risulta mutilata e localizzata all' esclusiva soddisfazione macchinale degli organi genitali.  Non è più una sessualità totalizzante ed erotica che rintracci in una visione totale del corpo la bellezza sessuale, bensì una sessualità genitale che trova espressione nella soddisfazione genitale. Mentre nelle società sessuofobiche di inizio Novecento, prese di mira da Sigmund Freud, l' individuo era impossibilitato ad assecondare i propri istinti sessuali, i quali erano opportunamente appagati di segreto in segno di ribellione ad una morale puritana soffocante, nelle società del II dopoguerra si crea una parvenza di libertà sessuale, permettendo all' individuo di soddisfare i propri istinti sessuali illimitatamente, senza che questo cerchi di moderarli e controllarli, misurandosi con il suo "io", principio di equilibrio, e la sua realtà sociale. Il sesso quindi s' identifica con la società e le sue convenzioni che lo agevolano e inducono senza moderazione e naturalezza, utilizzandolo come mezzo di assuefazione all' ordine esistente. Un ordine che permette e garantisce a tutti il sesso "libero" è percepito come libero, come coronamento di una lunga fase di democratizzazione. L' Eros quindi diventa una forma di sessualità menomata: invece di controbilanciarsi con il Tanathos, nell' equilibrio psichico che regola la nostra vita, contribuisce ad aumentare determinate forme di aggressività che rispondono all' istinto di morte. Forme di aggressività che si declinano in varie differenziazioni: depressione, psicosi, nevrosi, stress, irritabilità ecc. In conclusione, il sesso imposto dall' alto è un modo per lasciar scivolare l' individuo da manipolare nella convinzione che la società sia effettivamente libera e democratica, inducendolo ad accettare il sistema sociale che gli ha concesso così tanta libertà sessuale; di conseguenza, la ribellione, che prima veniva attuata mediante atti sessuali consumati in segreto, decade per essere sostituita dalla "tolleranza repressiva".

"Durante le età cosiddette repressive, il sesso era un gioia perchè avveniva di nascosto ed era un' irrisione di tutti gli obblighi e i doveri che il potere repressivo imponeva. Invece nelle società tolleranti, come si dichiara la nostra in cui viviamo, il sesso è semplicemente nevrotizzante, perchè la libertà concessa è falsa e, soprattutto, è concessa dall' alto e non conquistata dal basso. Quindi non si tratta di vivere una libertà sessuale, ma di adeguarsi ad una libertà che viene concessa."

"Ad un certo punto, uno dei personaggi del mio film dirà proprio questa frase: le società repressive reprimono tutto, quindi gli uomini possono fare tutto; le società permissive permettono qualcosa e si può fare soltanto quel qualcosa. Il caso è in Italia oggi, si può fare qualcosa, prima non era concesso niente in realtà, le donne erano quasi come quelle dei pesi arabi, il sesso era tutto nascosto, non se ne poteva parlare, non si poteva neanche mostrare mezzo seno nudo in una rivista. Adesso concedono qualcosa, concedono fotografie di donne nude, non di uomini però."

"E poi vi è una grande libertà nei rapporti di una coppia eterosessuale. E' una libertà per modo di dire perchè deve essere quella e poi è obbligatoria. Siccome è concesso è diventato obbligatorio, perchè un ragazzo non può, visto che è concesso, non può non approfittare di questa concessione. Quindi si sente obbligato a girare sempre in coppia, quindi la coppia è diventata un incubo, un' ossessione anziché una libertà."

Pasolini prossimo nostro

 La differenza concreta e reale si può percepire andando a leggere una poesia di Baudelaire o di altri poeti sulla donna o pensando a cosa sono oggi la donna e il sesso. Le donne sono le veline, le vallette, le ragazzine con vestitini attillati e scollati che ostentano i propri corti, senza accenni di intimità. Questa non è certo una critica che sa di moralismo, se si osserva l' uso brutale che si fa dei corpi femminile e maschile, basti pensare alle modelle in bikini, alle attrici pornografiche, alle varie scene di sesso nei film cui i bambini vengono abituati sin da piccoli, alla mercificazione dei corpi cui sono succubi le innumerevoli donne che scelgono di far carriera mostrando i propri culi, le gambe o i seni rigorosamente turgidi, pronunciati, preferibilmente rifatti. C' è una disinibizione imperante che lascia intuire quanto l' uomo del III millennio sia indietro nella comprensione del sesso, se si pensa soprattutto alla quantità spaventosa di stupri (molto frequenti i casi di ragazze minorenni stuprate da gruppi numerosi di ragazzi, basta leggere i giornali), o all' abbondanza di uomini che pagano le prostitute per delle prestazioni sessuali aleatorie o ancora ai famosi "scopamici", rapporti che si protraggono esclusivamente grazie alla promessa di rapporti sessuali occasionali (per esempio il film "amici di letto", il cui rapporto però si conclude con un fidanzamento, ma si capisce che questo è introdotto per esigenze cinematografiche). L' industria del porno ormai produce profitti pazzeschi e inimmaginabili: secondo la Top ten review, società specializzata nella "web research", solo nel 2006 il fatturato era di 13,33 miliardi di dollari, questo fa pensare...Siamo dei drogati del sesso ? Sembrerebbe che stiano sorgendo numerose associazioni che curano dalla cosiddetta "pornodipendenza". Il problema però è sempre quello: noi, figli del '900 della rivoluzione sessuale, che concezione abbiamo del sesso ? Siamo stati ammansiti dal sesso, come aveva previsto Pasolini ? L' incapacità oggi di agire, l' abitudine ormai radicata di rassegnarsi a subire passivamente, "coltivando il proprio orticello", possono essere causate dalla schiavitù del sesso, in una società drogata di stress e tensione ? A 30 anni di distanza, con questo film più volte soggetto a censura, il letterato, trucidato all' idroscalo di Ostia e ucciso una seconda volta dal silenzio della dimenticanza, ha preconizzato gli ormai affermati e usuali legami fra sesso e potere.

"Quindi è un film non soltanto sul potere, ma su quella che io chiamo l' anarchia del potere, perchè nulla è più anarchico del potere"

"Il mondo moderno sarà una sintesi tra quello che è il mondo occidentale oggi e quello che è il mondo dei popoli sottosviluppati che si presentano oggi alla storia. Insomma la razionalità occidentale sarà modificata dalla presenza di un altro tipo di visione del mondo che questi popoli esprimono"

"La vera apocalisse è che la tecnologia, nell' era della scienza applicata, farà dell' uomo qualcos' altro da quello che era prima"

Pasolini prossimo nostro (http://127.0.0.1:4001/)

                                                                                                                                                             Ugo Giarratano

 

giovedì 17 ottobre 2013

PD: finalmente il congresso o semplici primarie?

Il centrosinistra non guarda la realtà

Il Pd non affronta i problemi interni ma ratifica le primarie dell'8 Dicembre

Dopo liti interne, scontri su come, dove e quando il congresso si sarebbe dovuto svolgere, il Partito Democratico alla fine ha scelto le regole e la data per giungere alla resa dei conti. Prima i congressi provinciali e dei circoli, poi quelli regionali fino all'assemblea nazionale per poi arrivare in fine alle primarie per scegliere il segretario l'8 Dicembre. Analizzando affondo ciò che sta accadendo, si può vedere ben chiara una dura verità, cioè che non si parla davvero di congresso ma di primarie aperte. Infatti la prima crepa nel progetto democratico è palese e sotto gli occhi di tutti, ovvero nella scelta delle regole per eleggere i candidati all'assemblea nazionale, poiché sarà utilizzato lo stesso metodo del tanto odiato porcellum, cioè liste bloccate associate ai candidati; ancora una volta vi è un problema di coerenza tra ciò che si vorrebbe fare e ciò che invece si fa. In virtù di questo meccanismo l'assemblea nazionale perde importanza e valore, in quanto dovrà solamente ratificare ciò che decreteranno le primarie per segretario. Ciò comporta l'assenza di discussione su quei temi che un congresso degno di tale nome dovrebbe affrontare. Prima di tutto è essenziale affrontare il problema della sconfitta elettorale, domandarsi perché si è fallito, trovare le cause, interrogarsi su cosa e come cambiare per tornare a essere competitivi; quali sono stati i problemi di comunicazione, perché si è rotto il contatto con il paese reale, perché la base e i militanti sono insorti, quali problemi attanagliano un' organizzazione che è presente sul territorio ma solo in via ufficiale con sedi su sedi, circoli su circoli, ma mai l'ombra di un dibattito costruttivo sul territorio promosso dal partito, che a livello locale, si districa nella lotta interna. Come nel caso siciliano lo scontro tra i vecchi di rifypd (Cracolici, Lupo, Cuperliani) e i nuovi con in alto la bandiera di Renzi (Ferrandelli, Faraone) i quali non hanno ancora fatto comprendere le loro posizioni sui temi promossi dal sindaco (come il presidenzialismo), ma solamente il loro sostegno in quanto Matteo è un mezzo non un fine; motivo per il quale anche Crocetta sta meditando il passaggio in questa area per eliminare i vecchi dirigenti, colpevoli della mancata fiducia all'ars e dell'ultimatum sul Megafono. Il dibattito è quindi tutto nelle mani dei 4 candidati: Cuperlo, Renzi, Pittella, Civati (in ordine di lista). Se i 4 sfidanti non promuoveranno un dibattito che affronti i temi importanti del Paese ma anche la struttura partito, allora le primarie costituiranno solamente il modo per scegliere il miglior candidato e non per scegliere il metodo, il progetto con cui cambiare il partito per giungere successivamente al governo. Quale posizione deve avere il Pd su temi quali: eutanasia, istruzione, economia reale, giustizia sociale, immigrazione, integrazione, ecc. Non basta dichiararsi sfavorevoli all'amnistia come ha da poco fatto Renzi o controbattere, come fatto da Civati, che nel 2005 il sindaco di Firenze aveva un'idea diversa. Bisogna discutere su come il Partito Democratico vuole affrontare il tema delle carceri, se crede che bisogna investire nella costruzione di nuovi centri o se bisogna puntare sulla rieducazione e riqualificazione del detenuto. Se ancora una volta il dibattito sarà sulle persone allora si è già fallito.
Per fare un confronto con due dei più importanti congressi politici della storia della politica italiana, ovvero il diciannovesimo e ventesimo congresso del partito comunista italiano che decretarono il passaggio in "partito dei democratici di sinistra", ciò che sta preparando il Partito Democratico risulta molto blando. Infatti lo scontro all'interno dei comunisti italiani non riguardava nomi o persone, si trattava di abbandonare il nome comunisti per arrivare ad una nuova strada, per non essere schiacciati dalle macerie del muro di Berlino. Tutto ciò provocò nei congressi dei circoli un travaglio immenso nelle famiglie, tra i compagni, con rottura di legami personali per le posizioni diverse tra il si e il no al cambio di nome. Successivamente durante l'assemblea nazionale le diverse aree e anime del Pci si affrontarono; non correnti ma aree di pensiero, come i miglioristi e riformisti rappresentati da Napolitano, i quarantenni figli dell'era Berlinguer (D'Alema, Fassino, Veltroni), i comunisti fieri e avversi al cambio di rotta rappresentati da Ingrao. Il tema era dove dovesse andare il Pci all'indomani del crollo del comunismo. Vinse il si, in questo modo la sinistra si preparava in prospettiva a guidare il governo, a raggiungere l'unità della sinistra con il partito socialista di Craxi, all'entrata nell'Internazionale socialista, un passaggio verso posizioni socialdemocratiche e laburiste. Molto di tutto ciò non si verificò, e a distanza di più di 20 anni si può finalmente affermare che lì sono iniziati gli errori della sinistra; ciò non vuol dire che sarebbe stato giusto mantenere il termine comunista, l'errore non sta nella scelta dei caratteri ideologici, su quale strada seguire; l'errore sta tutto nella fase successiva al passaggio verso la socialdemocrazia; qui iniziarono i giochi di potere interne, le lotte tra i dirigenti, le correnti, la mancanza di ideali comuni, l'arrivo a un pluralismo democratico che ha prodotto conflitto e personalismo anziché sintesi di pensieri diversi per il conseguimento di un obbiettivo comune per il cambiamento ed il miglioramento della società.

Giorgio Mineo




mercoledì 16 ottobre 2013

"I PERSUASORI OCCULTI"


Vance Packard
Vance Packard scrisse questo saggio sul potere manipolatorio della pubblicità durante gli anni '60. La società di riferimento, che per estensione comprende per caratteristiche di fondo anche le sue imitatrici europee, è quella americana del secondo dopoguerra. Il sociologo Vance Packard si domanda se sia giusto e umano fondare la propria società sullo strapotere sottile e velato dei "persuasori occulti", ponendosi, potremmo dire, una domanda retorica che solleva una problematica cruciale. Ma in che paese si muovono questi "persuasori" ? Negli Stati Uniti. Quelli del II periodo postbellico che si affacciano sulla seconda metà del '900 forti della loro egemonia, quindi della loro influente dirigenza culturale che si radica in tutte le società occidentali e del loro dominio economico che li colloca su un piano di dominio incontrastato. L' Europa, in fin dei conti, è uscita stremata e straziata dagli orrori della II guerra mondiale ed è desiderosa di una pace duratura, fine che più tardi la spronerà a formare la CEE, l' Euratom e così via. Gli Stati Uniti non sono solo il fattore determinante della II guerra mondiale, ma anche la potenza primaria, a torto o ragione, che si erge al di sopra degli altri paesi, assertrice dello stile di vita occidentale, prettamente borghese, capitalistico e tecnologico. Gli USA sono i precursori di tendenze culturali, politiche ed economiche che col tempo allignano nei paesi europei: la Rivoluzione Francese con le sue idee alternative attecchisce a partire dal processo americano di indipendenza dall' Inghilterra, la II Rivoluzione Industriale prospera principalmente negli USA, il culto del denaro e del profitto, la società dei consumi, consolidatasi sin dagli anni '50, è trasmessa come modello di società e come stile di vita all' Europa americana del piano Marshall e della Guerra Fredda. Il '900, non a caso, è definito "il secolo americano", perchè vede l' affermazione e lo sviluppo di una nuova forza politica ed economica, di cui noi europei siamo figli e sostenitori. Packard nota che nel consumismo e nella pubblicità i vari imprenditori americani hanno rintracciato delle potenzialità atte a piazzare le eccedenze di un modo di produzione che genera ininterrottamente surplus di merci. La sovrapproduzione si profila come una tara del capitalismo, pertanto molti cominciano a indagare i moventi che inducono i cittadini a comperare prodotti, cosicché, una volta appresi questi meccanismi psicologici, si possa imbastire una sistematica metodologia di "ricerca motivazionale", come viene definita. Smaltire le eccedenze tramite la manipolazione psicologica. Questo è quello che è stato compiuto dai "persuasori occulti" e che si compie tutt' ora, sebbene, come sottolinea Packard nella versione aggiornata dei persuasori occulti degli anni '80, i cittadini siano più istruiti e immunizzati dalle sottigliezze dell' imbonimento pubblicitario.


La persuasione, la pubblicità e il consumismo sono 3 componenti di un quadro che già adombra le prime avvisaglie verso gli anni '30, con le ricerche di J. Walter Thompson, John B. Watson e Dale Houghton, tuttavia tale fenomeno di manipolazione viene teorizzato da Luois Cheskin ed Ernst Dichter, due "ricercatori motivazionali" o "analisti motivazionali", "maghi del profondo" e "persuasori", come si chiamano e vengono chiamati, che si prefiggono l' obbiettivo di indagare nel profondo la psiche del consumatore, scrutando le sue debolezze, le sue paure, le sue angosce, le sue aspirazioni, i suoi desideri e così via. I persuasori sono psicologi, sociologi, antropologi, psicanalisti, esperti di scienze sociali, tutti al servizio delle industrie americane, in associazione con i cosiddetti "manipolatori di simboli", gli esperti in "public relations", coloro i quali si occupano di individuare "parole-chiave", "immagini-chiave", che formalizzino e comunichino il messaggio pubblicitario in maniera efficace, servendosi delle indagini psicologiche dei loro soci ricercatori motivazionali. L' "analisi in profondità" è un' evoluzione di un vecchio modus operandi delle aziende che consisteva nella somministrazione di test statistici e nei sondaggi telefonici, il cui convincimento alla base era che il cittadino-consumatore fosse un individuo capace di autodeterminarsi razionalmente, trascurando i suoi moventi irrazionali e inconsci. L' analisi in profondità invece rivoluziona il mercato delle aziende americane, poichè, grazie alle analisi psicologiche sui "volontari" adescati con la promessa di premi economici o altro, considera il consumatore stesso come un essere irrazionale e imposta la pubblicità sulle recondite debolezze dell' uomo: volontà di potenza (prestigio), bisogno di sicurezza, amore di sè (narcisismo), le esigenze dell' ego, il bisogno di immortalità ecc.

La nostra psiche è animata da 3 sfere di percezione: il conscio, il subconscio o preconscio e l' inconscio.

Il conscio è la sfera della razionalità in cui affiorano tutti i ricordi graditi e si ha una piena consapevolezza di sè. Il preconscio o subconscio è la sfera in cui ci si rende conto solo confusamente delle proprie sensazioni, dei propri atteggiamenti e dei propri pensieri segreti; infine l' inconscio riguarda tutti quei pensieri e atteggiamenti che ci sono oscuri e che non oseremmo mai mettere in discussione. E' la sfera della rimozione. La pubblicità agisce sull' inconscio e il subconscio, dunque noi siamo consci soltanto di una minima parte di quello che viene trasmesso nelle promozioni televisive, nei cartelloni o negli inserti pubblicitari, perchè l' impostazione del messaggio è architettata in modo tale che lo spettatore televisivo la assorba passivamente. Packard fa riferimento alle scoperte di Ivan Pavlov, ovvero al riflesso condizionato, secondo cui ad uno stimolo esterno corrisponde un' inconscia reazione interna dell' individuo, ma precisa che la nostra psiche, il nostro cervello assimila tutto ciò che percepisce, di conseguenza noi siamo coscienti solo di un' infinitesima parte di ciò che vediamo, sentiamo e odoriamo. Tutto ciò che rientra nella sfera dell' inconscio o subconscio è rimosso dal conscio, ma questo non significa che non influenzi e indirizzi le nostre azioni. Ancora Pavlov scoprì che se l' individuo si trova in una situazione di accentuato stress o stanchezza psichica, allora il suo subconscio e inconscio sono maggiormente suggestionabili. Per esempio, se la sera guardiamo la tv, al termine di una debilitante giornata lavorativa, allora possiamo stare certi che tutte le informazioni comunicative delle pubblicità influenzeranno la nostra psiche, quindi le nostre scelte future sui prodotti. L' assunto di base cui pervennero gli imprenditori americani verso gli anni '50 è che il consumatore è principalmente irrazionale e vela i suoi reali moventi psicologici mediante giustificazioni razionali, poco utili per saggiare le vere intenzioni del potenziale compratore. La psicologia e le scienze sociali, che un tempo avevano il fine di perseguire il benessere dell' uomo e della società in cui vive, deviarono verso fini sicuramente meno nobili che implicavano la promozione del profitto incondizionato degli imprenditori, nonchè la preservazione di un mercato congenitamente in overdose di prodotti da smaltire a tutti i costi.


Gli esempi di manipolazione psicologica sono innumerevoli: le chewing gum, per esempio, sfruttano il nostro innato desiderio di uno stimolo orale, infatti la bocca è una zona erogena e le gomme da masticare ben si prestano a sollecitare i bisogni inibiti inerenti alla cosiddetta fase orale, come la definisce Freud. Packard inoltre fa notare che non compriamo le chewing gum perchè vogliamo dei denti puliti, privi di residui di cibo, come razionalmente sarebbe giusto fare, bensì perchè vogliamo denti bianchi e un alito fresco. Non a caso tutte le pubblicità di gomme da masticare sono impostate sulle promesse di "un alito fresco" e di "denti bianchi", con avvenenti ragazze svedesi che esibiscono i loro candidi sorrisi bianchi. In più Packard analizza le vendite di SUV, giungendo a scoprire che i consumatori non li comprano perchè sono utili o necessari, ammesso che lo siano, bensì perchè, secondo le ricerche di psicologi e psicanalisti, guidando quelle autovetture si sentono protetti, vedendo soddisfatto il loro bisogno di sicurezza. Tuttavia altri confessano che il SUV si addica alle proprie esigenze di prestigio e alla propria volontà di potenza, pienamente assecondata dall' imponenza dell' autovettura. Packard, riportando molti dati scientifici e testimonianze di analisti motivazionali, spiega che il SUV fa leva sull' attaccamento alla madre tipico dei maschi, quindi sul cosiddetto complesso di Edipo. La pubblicità non vende prodotti, ma promesse di felicità, di bellezza (vedi i cosmetici), di sicurezza ecc. Paradossalmente tutto ciò che facciamo è indotto dal tartassamento continuo delle pubblicità che bombardano il web così come le pause televisive; siamo davvero sicuri di comprare ciò che vogliamo e che ci è necessario ? Siamo consapevoli di volere un prodotto ?

 "Pochissimi sono i casi in cui la gente sa ciò che vuole, anche quando dice di saperlo."
Da "Advertising Age"

 E' un vero e proprio sistema di esperti in public relations e in ricerca motivazionale che lavorano in associazione per vendere attraverso la pubblicità. I metodi che usano sono numerosi e Packard li classifica in ordine di importanza:

·         Interviste in profondità (sedute dallo psicanalista)

·         analisi longitudinali di gruppo (misurano l’evoluzione nel tempo delle caratteristiche di interesse mediante l’espediente di ricontattare le persone di riferimento per analizzarne i cambiamenti)

·         interviste di gruppo (metodi di indagine psicologica basati sull' osservazione degli individui all' interno di un gruppo folto, dove per natura si sentono maggiormente disinibiti

·         tecniche proiettive (consistono nello spronare il volontario a proiettare il proprio inconscio, esternando le proprie sensazioni immediate riguardo ad un disegno o simili)

·         associazioni libere (metodo basato sullo scambio di domande-risposte fra lo psicanalista e il volontario: per es. viene chiesto al volontario di dire la prima parola che gli viene in mente quando si dice "cane" o altro)

·         appercezione tematica (TAT, consiste nell' inventare storie o film osservando delle vignette o degli stralci di giornale posti l' uno accanto all' altro, in questo modo si saggiano le ansie e le preoccupazioni dell' individuo)

·         test attitudinali

·         sociodramma (consiste nel fare inscenare al volontario, di cui si vogliono sapere le debolezze o altre informazioni sul suo carattere, degli spettacoli improvvisati con altri attori-volontari. In questo modo si capisce in che modo reagisce ad uno stimolo o ad un fatto)

·         Rorschach (Sono le tavole in cui sono rappresentate le macchie di inchiostro simmetriche. Servono perchè, mostrandole al volontario e basandosi sulle sue interpretazioni, si riesce a capire il suo stato d' animo, quindi sempre le sue paure, le sue angosce, le sue preoccupazioni ecc. ecc.)

Anche nell' ambito del lavoro si applicano questi metodi di manipolazione e indagine psicologica. I "social engineers" sono, per esempio, coloro che si occupano di sovrintendere alle relazioni umane all' interno delle fabbriche, quindi si preoccupano di sincerarsi che l' operaio o il lavoratore in generale non decidano di scendere in piazza per scioperare, chiedendo che le loro istanze di cambiamento sociale ed economico vengano soddisfatte. Pertanto se un operaio si lamenta, come spiega Packard, perchè l' ambiente in cui lavora è angusto e buio, allora l' ingegnere sociale, una volta esaminato il suo profilo psicologico (raggirandolo con tecniche applicate a sua insaputa), si prodiga affinchè la direzione dell' azienda lo cambi di posto, facendolo lavorare in un ambiente in cui ci sono finestre ampie e spazi adeguati. In sostanza l'ingegnere sociale, ovvero lo psicologo industriale (esperto in psicologia delle organizzazioni, psicologia industriale) che esiste tutt' oggi, ha la funzione di raggirare l' impiegato, mediante le sue subdole tecniche psicanalitiche, al fine di offrirgli una soluzione che funge da accomodamento, o meglio, da palliativo, cosicchè desista dal proposito di riunirsi con gli altri operai per approntare azioni collettive di sciopero. Le aziende hanno trovato il modo di prevenire eventuali scioperi o ribellioni armate da parte del proprio organico, in più applicano le stesse tecniche di ricerca motivazionale per individuare quelle persone che meglio si prestano ad adempiere alle mansioni più delicate e richiedenti meticolosità. Infatti ormai è una consuetudine quella di sottoporre lavoratori di bassa gerarchia, che bramano una promozione, ai cosiddetti psicodrammi, i quali consistono nel creare una situazione particolare e premeditata all' insaputa dell' esaminato, di cui si vogliono conoscere le reazioni a determinati stimoli. Packard, per esempio, menziona il caso dell' impiegato che vuole essere promosso e che viene sottoposto a domande apparentemente innocenti e innocue, dal canto suo, ma che già al social engineer, allo psicologo industriale, sono servite per avere relativa contezza della sua idoneità ad un alto incarico. I requisiti vanno dal "sangue freddo" alla situazione familiare, dalla capacità di prendere decisioni all' insensibilità verso problematiche varie.
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Ma la pubblicità con i suoi effetti approda anche nel campo della politica, tematica alla quale Packard dedica un intero capitolo. Gli esempi sono quelli delle campagne elettorali dei repubblicani, in particolar modo, e dei democratici che avvengono lungo il decennio 1950-1960 (1956).Packard rimane stupefatto e intimorito dalla rapidità con cui i persuasori occulti hanno saputo subentrare nella politica americana, storpiandola orrendamente. Di conseguenza in termini di politica-marketing, i cittadini vengono definiti "consumatori", i progetti politici, ma soprattutto i candidati, "prodotti" e il sistema politico in sé "mercato".Packard cita l' esempio della convention repubblicana di San Francisco del 1956 in cui i politici del partito erano delle mere comparse in un teatrino. D' altro canto i discorsi scritti erano prerogativa degli esperti in public relations o dei ricercatori motivazionali, i quali erano istruiti affinchè intonassero le orazioni in un certo modo, o assumessero una certa cadenza, o ancora gesticolassero e sorridessero in una certa maniera. I ministri alla convention furono costretti a cedere agli ordini del "supervisore" George Murphy, attore di Hollywood e direttore delle public relations della MGM, incaricato per l'occasione di organizzare il congresso, i dibattiti e l' estetica dell' evento.

"Il signor Murphy sembrava considerare i delegati come altrettanti attori nel "supercolosso" da lui organizzato. Trincerato dietro un paio di occhiali neri, egli se ne stava a qualche passo dal podio, nello sfondo. I giornalisti lo videro "fare i gesti professionali per ordinare la fanfara, il gran finale e il silenzio. I delegati prendevano l' imbeccata esattamente come l' orchestra". "

Il tecnico pubblicitario Rosser Reeves disse a Packard:

"Io considero l' elettore che, nella cabina, esita tra due contrassegni, alla stessa stregua di un uomo che nella drogheria esita fra 2 marche concorrenti di dentifricio. La marca che gli è rimasta maggiormente impressa in mente sarà quella prescelta."


Molti altri sono gli esempi: Packard cita il caso di Eisenowher che aveva visto incrementare il consenso verso la sua elezione a presidente USA, dopo aver pubblicato la notizia che soffriva di un grave malanno che l' aveva obbligato a stare in ospedale. In base a molte interviste si potè appurare che la causa dell' incremento era dovuta all' apprensione e alla suggestione che il malanno suscitava nei cittadini, i quali si dichiaravano anche in un certo modo al riparo e al sicuro con un "presidente-papà" come Eisenowher che già aveva raggiunto l' età dell' anzianità.

La pubblicità, il marketing e la personalizzazione della politica, tutte trasformazioni radicali che avevano e hanno tutt' oggi invalidato il valore e il significato dell' "arte delle scelte". La pubblicità e il sesso, la psicoseduzione dei bambini, la libera iniziativa e il gioco di squadra, la questione morale, la coltivazione dell' ottimismo e altro. Tutte questioni che vengono ampiamente trattate da Vance Packard ne "I persuasori occulti", necessarie per tentare di demistificare le tecniche manipolatorie della pubblicità e raggiungere una maggiore autonomia.

 

                                                                                                                                                                                    Ugo Giarratano


 

La beata inutilità della Filosofia

Lettera inviata a “la Repubblica” e pubblicata sul numero 198 del 22 Agosto 2013

“Dai, però è una bella materia”. Ecco, la classica reazione della maggior parte delle persone quando scoprono che ho scelto di laurearmi in Filosofia, iscrivendomi all’università di Firenze, dove sto frequentando i corsi. Puntualmente, un sopracciglio alzato con discrezione o una frase iniziata con una congiunzione avversativa rendono visibile l’implicito e implacabile punto interrogativo che vorrebbe urlare, con disperazione, derisione o compassione: chi te l’ha fatto fare ? La filosofia è inutile, soprattutto al giorno d’oggi. Quando mi sono diplomata ero elettrizzata e fiera della mia scelta universitaria, esibivo orgogliosa libri di Heidegger, sotto braccio a spasso per la città, pensando di poter cambiare il mondo a colpi di morale kantiana ed entusiasmo socratico . Adesso è tutto diverso . Quando vengo interrogata sulla strada che ho intrapreso, sento improvvisamente una sensazione di malessere diffuso e appiccicoso, un misto di vergogna e senso di colpa. Rispondo controvoglia e sulla difensiva, come se dovessi esibire una giustificazione per ciò che ho scelto, per il peccato commesso, di fronte a chi ride, sentenziando che finirò in qualche Mc Donald’s, se sarò fortunata, certo. ”A cosa serve la filosofia ?”. Filosofia è pensare con intelligenza e curiosità ; è lo stimolo stesso della ricerca e della conoscenza, è radice del grande albero del sapere. Filosofia è un lambiccarsi continuo, nella sua etimologia di esaminare goccia a goccia ogni aspetto della vita, senza dare per scontato ciò che percepiamo e speriamo ogni giorno, è ermeneutica stessa del nostro vivere , è ciò che dà un senso compiuto alle nostre azioni. Socrate pungolava l’intelligenza, Spinoza è stato uno dei primi a mettere nero su bianco l’importanza di alcuni diritti fondamentali che noi oggi chiamiamo inalienabili. Nietzsche ci ha scosso dal torpore, esortandoci a dubitare di ciò che è sempre stato dato per scontato ed è grazie ad Heidegger che ci siamo resi attori di ciò che facciamo, dissolvendo la densa nebbia dell’esistenza inautentica, dell’esistenza del “si dice, si fa”. “Sì, certo, ma concretamente a cosa serve la filosofia ? Il muratore costruisce, il medico cura, il contabile conta. Ma il filosofo ?”. A questo punto, che dire ? È vero, la filosofia è inutile. Non serve a niente, è assurdamente inutile. Albert Camus ha detto, ne Le mythe de Sisyphe, che soltanto ciò che è assurdo e senza scopo può renderci liberi e spezzare le catene che ci imprigionano. Ed ecco, in tutto il suo splendore, la meravigliosa inutilità della poesia, dell’arte e della filosofia, che permettono di liberarsi, di emanciparsi da una società che monetizza ogni esperienza umana e livella ogni emozione, ogni differenza, ogni curiosità. Una società che considera l’educazione, la cultura e la bellezza vezzi superflui, di cui si può fare tranquillamente a meno, perchè c’è bisogno di case, persone sane e di conti che tornano. Allora sì, posso concludere che la filosofia è davvero inutile. Ma sono felice di far parte di quella inutilità che da sempre ha fatto la differenza tra un essere umano e una macchina.

Irene Lucchesi

 

 

Commento

Il pensiero. L’articolazione di un’idea, di un immagine, della morale, dei valori. L’abilità di critica, di ragionamento, di interrogarsi sul mondo tipica dell’essere umano in sè. La bellezza di un’idea, di un’opera d’arte, la bellezza del confronto tra le menti umane. La Filosofia per me è pensiero. Pensiero libero, critico, in grado di condurci all’emancipazione. Questa è la grandezza della sua inutile utilità. Come ci ricorda Irene, è il Pensiero che ci rende umani.

Gabriele Vannini Parenti

La filosofia è l' urlo straziante dell' umanità che ha bisogno di sapere che non è sola. E' l' anelito verso la libertà, verso la consapevolezza e la conoscenza di se stessi, della natura e della società in cui viviamo. E' la sostanza intima di cui è fatto l'uomo, ciò che può salvarci oggi dalla stagnazione esistenziale e dalla regressione antropologica che stiamo vivendo in un mondo grigio a una dimensione. E' più significativa di un indicatore economico, più salutare di una medicina amara, più potente degli arsenali militari di tutti i paesi del globo. La filosofia è vita, contro le forme che la nostra società capitalistica ci impone, contro i fini che essa predetermina, contro la parvenza di esistenza alienata e macchinale in cui ci relega. Irene ha posto il problema dell' "inutilità" presunta della filosofia, ha spiegato che chi sceglie un percorso di studi incentrato sulla filosofia è ritenuto "una testa in aria", un futuro "pezzente" che lavorerà da McDonald's, una vittima predestinata dell' "inutilità" della filosofia. Queste sono reazioni tipiche di frustrati, di disillusi, di gente prona al sistema che l'ha convertita al suo stile di vita, sono persone morte, che conducono un' esistenza stantia, inerte, telecomandata. E' proprio questo il punto di forza della filosofia: la sua inutilità, la sua risorsa vitale che solamente può permetterci di rivendicare il nostro diritto, inalienabile e violentato ormai da tempo, ad una vita dignitosa e libera. Abbracciare la filosofia vuol dire compiere il primo infinitesimo passo verso l'affrancamento dalla paura; è proprio questa che coglie Irene ogniqualvolta qualcuno viene a sapere che lei segue un corso di studi filosofici. La paura di compiere scelte personali, anticonformistiche, la paura di essere soli, "l' istinto del gregge" che turba il singolo, inducendolo a tentennare. La filosofia è il riappropriamento di ciò che le sovrastrutture sociali, politiche, religiose e tutti i condizionamenti insiti nella nostra società hanno espropriato violentemente alla nostra vita e al nostro essere umani. La filosofia ci insegna che siamo dei "servi" assoggettati ai "padroni" che ci manipolano e controllano per mezzo della paura. Abbiamo paura di incrinare il nostro guscio roccioso di certezze, di sicurezza, protezione e mediocrità, perchè sappiamo che in tal caso ci inoltreremmo in un universo nuovo, sconfinato, incerto, privo di certezze precostituite.

In latino "utilis" significa "vantaggioso", "giovevole". La filosofia è utile, se a questo termine conferiamo un significato connotativo, quindi plurisemantico, perchè è sicuramente "giovevole", dà risultati incommensurabili, eccome; quando invece mutiliamo il termine "utile", in accordo con questo sistema capitalistico e totalitario in cui predomina l' economia, attribuendogli un significato denotativo e operativo, quindi univoco, allora tale termine acquisisce la valenza unidimensionale che tutti accettano e non mancano di farti notare quando dici: "Mi iscrivo in filosofia". La filosofia è inutile perchè rigetta il pragmatismo di chi si lascia assorbire dalla miseria della realtà; è utile, alla latina, perchè è idealità e storicità allo stesso tempo, quindi vero e proprio materialismo rivoluzionario. La filosofia è lotta per l' infinito, per l' espressione e la crescita pluridirezionale dell'uomo, per la creatività intrinseca alla sua natura di essere dotato di inventiva. La filosofia aiuta a scoprire un mondo e ad immaginarne uno nuovo, è lotta continua per i nostri sogni e le nostre idee. E' anche dolore allietato, felicità e amore.

                                                                                                                                             Ugo Giarratano

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