mercoledì 16 ottobre 2013


La beata inutilità della Filosofia

Lettera inviata a “la Repubblica” e pubblicata sul numero 198 del 22 Agosto 2013

“Dai, però è una bella materia”. Ecco, la classica reazione della maggior parte delle persone quando scoprono che ho scelto di laurearmi in Filosofia, iscrivendomi all’università di Firenze, dove sto frequentando i corsi. Puntualmente, un sopracciglio alzato con discrezione o una frase iniziata con una congiunzione avversativa rendono visibile l’implicito e implacabile punto interrogativo che vorrebbe urlare, con disperazione, derisione o compassione: chi te l’ha fatto fare ? La filosofia è inutile, soprattutto al giorno d’oggi. Quando mi sono diplomata ero elettrizzata e fiera della mia scelta universitaria, esibivo orgogliosa libri di Heidegger, sotto braccio a spasso per la città, pensando di poter cambiare il mondo a colpi di morale kantiana ed entusiasmo socratico . Adesso è tutto diverso . Quando vengo interrogata sulla strada che ho intrapreso, sento improvvisamente una sensazione di malessere diffuso e appiccicoso, un misto di vergogna e senso di colpa. Rispondo controvoglia e sulla difensiva, come se dovessi esibire una giustificazione per ciò che ho scelto, per il peccato commesso, di fronte a chi ride, sentenziando che finirò in qualche Mc Donald’s, se sarò fortunata, certo. ”A cosa serve la filosofia ?”. Filosofia è pensare con intelligenza e curiosità ; è lo stimolo stesso della ricerca e della conoscenza, è radice del grande albero del sapere. Filosofia è un lambiccarsi continuo, nella sua etimologia di esaminare goccia a goccia ogni aspetto della vita, senza dare per scontato ciò che percepiamo e speriamo ogni giorno, è ermeneutica stessa del nostro vivere , è ciò che dà un senso compiuto alle nostre azioni. Socrate pungolava l’intelligenza, Spinoza è stato uno dei primi a mettere nero su bianco l’importanza di alcuni diritti fondamentali che noi oggi chiamiamo inalienabili. Nietzsche ci ha scosso dal torpore, esortandoci a dubitare di ciò che è sempre stato dato per scontato ed è grazie ad Heidegger che ci siamo resi attori di ciò che facciamo, dissolvendo la densa nebbia dell’esistenza inautentica, dell’esistenza del “si dice, si fa”. “Sì, certo, ma concretamente a cosa serve la filosofia ? Il muratore costruisce, il medico cura, il contabile conta. Ma il filosofo ?”. A questo punto, che dire ? È vero, la filosofia è inutile. Non serve a niente, è assurdamente inutile. Albert Camus ha detto, ne Le mythe de Sisyphe, che soltanto ciò che è assurdo e senza scopo può renderci liberi e spezzare le catene che ci imprigionano. Ed ecco, in tutto il suo splendore, la meravigliosa inutilità della poesia, dell’arte e della filosofia, che permettono di liberarsi, di emanciparsi da una società che monetizza ogni esperienza umana e livella ogni emozione, ogni differenza, ogni curiosità. Una società che considera l’educazione, la cultura e la bellezza vezzi superflui, di cui si può fare tranquillamente a meno, perchè c’è bisogno di case, persone sane e di conti che tornano. Allora sì, posso concludere che la filosofia è davvero inutile. Ma sono felice di far parte di quella inutilità che da sempre ha fatto la differenza tra un essere umano e una macchina.

Irene Lucchesi

 

 

Commento

Il pensiero. L’articolazione di un’idea, di un immagine, della morale, dei valori. L’abilità di critica, di ragionamento, di interrogarsi sul mondo tipica dell’essere umano in sè. La bellezza di un’idea, di un’opera d’arte, la bellezza del confronto tra le menti umane. La Filosofia per me è pensiero. Pensiero libero, critico, in grado di condurci all’emancipazione. Questa è la grandezza della sua inutile utilità. Come ci ricorda Irene, è il Pensiero che ci rende umani.

Gabriele Vannini Parenti

La filosofia è l' urlo straziante dell' umanità che ha bisogno di sapere che non è sola. E' l' anelito verso la libertà, verso la consapevolezza e la conoscenza di se stessi, della natura e della società in cui viviamo. E' la sostanza intima di cui è fatto l'uomo, ciò che può salvarci oggi dalla stagnazione esistenziale e dalla regressione antropologica che stiamo vivendo in un mondo grigio a una dimensione. E' più significativa di un indicatore economico, più salutare di una medicina amara, più potente degli arsenali militari di tutti i paesi del globo. La filosofia è vita, contro le forme che la nostra società capitalistica ci impone, contro i fini che essa predetermina, contro la parvenza di esistenza alienata e macchinale in cui ci relega. Irene ha posto il problema dell' "inutilità" presunta della filosofia, ha spiegato che chi sceglie un percorso di studi incentrato sulla filosofia è ritenuto "una testa in aria", un futuro "pezzente" che lavorerà da McDonald's, una vittima predestinata dell' "inutilità" della filosofia. Queste sono reazioni tipiche di frustrati, di disillusi, di gente prona al sistema che l'ha convertita al suo stile di vita, sono persone morte, che conducono un' esistenza stantia, inerte, telecomandata. E' proprio questo il punto di forza della filosofia: la sua inutilità, la sua risorsa vitale che solamente può permetterci di rivendicare il nostro diritto, inalienabile e violentato ormai da tempo, ad una vita dignitosa e libera. Abbracciare la filosofia vuol dire compiere il primo infinitesimo passo verso l'affrancamento dalla paura; è proprio questa che coglie Irene ogniqualvolta qualcuno viene a sapere che lei segue un corso di studi filosofici. La paura di compiere scelte personali, anticonformistiche, la paura di essere soli, "l' istinto del gregge" che turba il singolo, inducendolo a tentennare. La filosofia è il riappropriamento di ciò che le sovrastrutture sociali, politiche, religiose e tutti i condizionamenti insiti nella nostra società hanno espropriato violentemente alla nostra vita e al nostro essere umani. La filosofia ci insegna che siamo dei "servi" assoggettati ai "padroni" che ci manipolano e controllano per mezzo della paura. Abbiamo paura di incrinare il nostro guscio roccioso di certezze, di sicurezza, protezione e mediocrità, perchè sappiamo che in tal caso ci inoltreremmo in un universo nuovo, sconfinato, incerto, privo di certezze precostituite.

In latino "utilis" significa "vantaggioso", "giovevole". La filosofia è utile, se a questo termine conferiamo un significato connotativo, quindi plurisemantico, perchè è sicuramente "giovevole", dà risultati incommensurabili, eccome; quando invece mutiliamo il termine "utile", in accordo con questo sistema capitalistico e totalitario in cui predomina l' economia, attribuendogli un significato denotativo e operativo, quindi univoco, allora tale termine acquisisce la valenza unidimensionale che tutti accettano e non mancano di farti notare quando dici: "Mi iscrivo in filosofia". La filosofia è inutile perchè rigetta il pragmatismo di chi si lascia assorbire dalla miseria della realtà; è utile, alla latina, perchè è idealità e storicità allo stesso tempo, quindi vero e proprio materialismo rivoluzionario. La filosofia è lotta per l' infinito, per l' espressione e la crescita pluridirezionale dell'uomo, per la creatività intrinseca alla sua natura di essere dotato di inventiva. La filosofia aiuta a scoprire un mondo e ad immaginarne uno nuovo, è lotta continua per i nostri sogni e le nostre idee. E' anche dolore allietato, felicità e amore.

                                                                                                                                             Ugo Giarratano

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