mercoledì 13 novembre 2013

Musica: la socialdemocrazia che finisce

 

A partire dal '73 il mondo fu investito da una profonda crisi economica: sostanzialmente crollava il modello economico anti-individualista che aveva fatto progredire il mondo occidentale (Europa e Stati Uniti) dopo il '45: la socialdemocrazia. La socialdemocrazia, o socialismo democratico, nacque nel '33 negli Stati Uniti, e fu la risposta di Delano Roosevelt alla crisi del '29: un capitalismo spietato e senza controllo fu rimpiazzato da un economia "mista", che consisteva nel finanziamento di grandi opere pubbliche e nella redistribuzione indiretta della ricchezza. Lo Stato si impegnava a dare lavoro a milioni di disoccupati che così, costruendo strade, ponti ed infrastrutture (più tardi diverrà, lo Stato, imprenditore in senso stretto), si procacciavano un reddito che potevano spendere nei consumi, rilanciando l'economia. Ecco: la socialdemocrazia è un capitalismo di sinistra: necessita comunque dei consumi, lo Stato rimane borghese. Nasce infatti la società del consumo, quella delle "persone tutte uguali", come sostiene Fabrizio Barca; cioè, a parere del politico del PD, la socialdemocrazia ha preteso di trovare per tutti la stessa soluzione, tutti uguali e costretti al consumo con i soldi che lo Stato ci ha dato.

Dopo il '45 (e quindi la parentesi dei nazionalismi che inorridì il mondo) nell'Europa delle macerie, dunque, si respirava uno spirito anti-individualista di condivisione (da vedere il documentario di Ken Loach "The spirit of '45", uscito recentemente). La gente votò a sinistra: nacque il welfare state degli ideali di solidarietà, ne conseguì la giustizia sociale. Quelli dal '45 al '73 furono anni di grande progresso economico e di eguaglianza, ma anche quelli delle "controculture": hippie, il sessantotto, il settantasette punk, l'hip hop. Sono questi trent'anni controversi, difficilmente sintetizzabili: in occidente governa la sinistra, ma lo Stato è capitalista, più volte si sfiora la guerra atomica, molti non sono contenti del sistema. Del resto "controcultura" è una parola forte: un gruppo vasto di persone rinnega completamente la cultura corrente impostaci, come vuole Marx, dalla classe dominante: e cioè, nel periodo '45-'73, politici socialisti che spendevano nel pubblico seguendo ideali di sinistra (quali collettività, solidarietà, Stato sociale), ma anche per farci spendere e farci seguire la pubblicità viste nelle nuove tv, o sentite nelle vecchie radio o lette sul giornale.
 

Il sistema socialista democratico entra in crisi nel '73: la disoccupazione era altissima, si presentarono contemporaneamente la stagnazione finanziaria e l'inflazione. I governi socialisti non seppero come reagire: si moltiplicò la violenza, nessuno vide più un futuro. Nasce in un contesto simile la cultura punk: "da due soldi" o "marcio", il punk ha cambiato la storia della musica, della cultura ed ha cambiato pure le persone, dandole coscienza, sia politica che altra. Il punk anni '70 fu come il rock'n'roll anni '50: movimento culturale e musicale di protesta, grezzo e ruvido. In mezzo (tra i '50 e i '70) ci furono grandi artisti. Tutti questi avevano nel repertorio virtuosismi musicali dalla difficoltà pazzesca, come gli assoli lunghissimi e, in generale, la produzione musicale intellettuale dei Pink Floyd o dei Genesis: il punk musicale volle tornare ad una semplicità tipica del rock'n'roll di Elvis e degli anni degli artisti della Beat Generation, ribelli e sconfitti. E sconfitti furono anche i punkers (coloro che abbracciano il punk), per mano del mondo che cambiava e della politica: senza giri di parole i punkers sono considerati dei teppisti rudi, che abbracciano soprattutto l'estrema sinistra, ma anche l'estrema destra. L'unico virtuosismo era lo "strimpellare" a massima velocità: da qui il nome d'arte del frontman dei Clash, Joe Strummer, poeta del punk e della sinistra.

Il connubio tra Beat Generation e punk è rafforzato da Patti Smith, cantrice dell'emarginazione e dell'alienazione, ed anche cantrice del femminismo degli anni '70. È un periodo di fortissimo disagio: le donne sono schiave della casa, della famiglia, e del ruolo che hanno in queste "istituzioni"; sul lavoro percepiscono meno degli uomini, si tenta di rompere la figura freudiana (le caratteristiche anatomiche femminili definiscono e determinano la psiche, i sogni e l'intero futuro della donna) ed hegeliana (donna passiva che si adegua per natura all'autorità patriarcale) della donna. In Italia si ottenne la legge che legalizzava il divorzio ed il suo mantenimento (che di per sè non significa nulla dato che "vale" per entrambi i sessi, ma che nei fatti contò molto), si ottenne anche la legge sull'aborto ed il suo mantenimento.


Edoardo Bennato nel '77 pubblica l'album "Burattino senza fili", definito dai giornalisti un album punk, ma che è punk nello spirito e non negli strumenti e nella musicalità: è, del resto, musica italiana, cioè con strumenti e schemi tradizionali. La forza poetica dell'album è però eccezionale: si tratta di una critica fortissima al potere che impone, come sostiene Marx, la cultura: la sovrastruttura della classe dominante, cioè tutte le "idee" di un periodo storico sono quelle professate dalla classe che domina, cosicchè chi "canta" fuori dal coro è considerato pazzo. Bennato fa un'operazione simile a quella che, a suo tempo, fece Fedro: Fedro utilizza la favola per criticare il potere politico, Bennato invece usa la fiaba di Pinocchio.

Il '77 è stato l'anno del punk "arrabbiato", dell'estrema sinistra e dell'estrema destra, e quindi, in Italia, degli anni di piombo. Qui nascono le radio libere utilizzate dagli universitari in protesta, che spesso si sovrapponevano ai gruppi extraparlamentari: si spezzano i legami con la politica dei partiti e coi sindacati. Alla fine il PCI era quello del compromesso storico che non andò giù a molti. Comunisti e fascisti danno vita a scontri violentissimi, tra loro e con le forze dell'ordine, in piazza girano pistole, in quest'anno è facile morire.

"And if death comes so cheap / then the same goes for life!": "Se la morte ha così poco valore / lo stesso vale per la vita!": finisce così il sesto singolo del gruppo punk inglese The Clash, singolo anti-militarista di un gruppo di sinistra, scritto dopo che il frontman si pentì di aver indossato, ad un concerto, una maglietta delle brigate rosse: se si era di sinistra o di destra, spesso, lo si era fino in fondo. Due anni prima i Sex Pistols cantavano che volevano l'anarchia per il Regno Unito e che la monarchia inglese era come il regime fascista ("God save the Queen / the fascist regime"). Secondo il frontman dei Sex Pistols essere un punker significa essere: "[...] un figlio maledetto di una patria giubilata dalla vergogna della Monarchia, senza avvenire [...]". Mancava il lavoro nel '77, solo pochi giorni fa abbiamo superato il record di disoccupazione di quell'anno: "Career Opportunities" parla delle "carriere" che vengono proposte, del tipo: militare, poliziotto, "apritore" di lettere esplosive indirizzate ai politici. Nel mentre eravamo in Guerra Fredda: la paura della guerra nucleare la si trova in "London Calling", singolo e album che hanno sconvolto la storia della musica e che descrivono una Londra cupa e gotica, distrutta dai bombardamenti atomici.

Il mondo era sostanzialmente in crisi, si trattava della fine di un'era: tutto ciò si è riversato sulla musica e sulla cultura: il dissenso rabbioso di una generazione. Ed in un contesto di povertà delle periferie londinesi abitate da immigrati escono i singoli "White Riot" e "Bankrobber" dei Clash: il primo denuncia la popolazione "bianca" che non lotta più ed elogia quella "nera" che invece fa sentire il suo dissenso, il secondo è un pezzo reggae: i punkers di sinistra (soprattutto i Clash) si avvicinarono molto alle lotte, alle tonalità ed ai temi della musica giamaicana e della controcultura hip hop; i Clash abbandonarono il punk musicale in senso stretto: punk è distruzione totale di tutti gli schemi tradizionali; i Clash, appunto, abbracciarono, in seguito, i generi musicali della povertà, ritornarono ancora di più alle radici primitive della musica, costruendo un'alternativa alla distruzione fatta dal punk rabbioso: quest'ultimo fu un breve lampo, loro cercarono di andare oltre.

Come detto muore la socialdemocrazia, si approda dunque ad un nuovo sistema economico: il neoliberismo della Thatcher e di Reagan. Muore una sinistra, per certi aspetti, tradizionale: considerato il fatto che oggi le sinistre sono quasi liberiste. Più avanti cadrà il muro ed il comunismo, e l'Europa cristiana e conservatrice non avrà più paura dello "spettro" rosso. L'inizio degli anni '80 è segnato dalla sfaldatura totale dei sindacati e dalle guerre portate in America del Sud per imporre il proprio impero economico: sempre i Clash estraggono dall'album "Sandinista!" (per appoggiare la causa dei guerriglieri socialisti del Nicaragua che avevano destituito il presidente Anastasio Somoza Debayle, questo aveva venduto il paese alle multinazionali americane) il singolo "The Call Up", nel quale criticano il servizio di leva obbligatorio. Avevano (i Clash) già pubblicato "Rock the Casbah", dove un riccone ebreo ed uno islamico fanno amicizia, mettendo da parte i conflitti religiosi e concentrandosi sui soldi. Fabri Fibra omaggerà il gruppo punk di "Rock the Casbah" nel singolo political rap "Vip in Trip".

Il mondo dunque andò a destra: venne santificato il libero mercato ed abbattuto il welfare state: niente più condivisione e giustizia sociale. Nel 2002 morì Joe Strummer, poeta della sinistra e del "future is unwritten" (del futuro non scritto, da conquistare), dopo aver cantato un canto di redenzione ("Redemption Song" di Bob Marley), una sorta di testamento spirituale. Oggi i punker del '77 hanno quasi sessant'anni: uno di loro, il bassista dei Clash, Paul Simonon, ha pubblicato un album con un supergruppo inglese (The Good, the Bad & the Queen) nel 2007, ogni tanto partecipa a manifestazioni di Greenpeace e si imbarca sulle loro navi. Detto senza nostalgia: è un passato lontanissimo. 

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Di Alberto Mannino

 

 

Gloria - Patti Smith

Anarchy in the UK / God save the Queen - Sex Pistols

La radio - Eugenio Finardi

Vip in Trip - Fabri Fibra

Rock the Casbah / The Call Up / White Riot / Bankrobber / Career Opportunities / Complete Control / London Calling / Tommy Gun - The Clash

La fata / Dotti, medici e sapienti / Mangiafuoco - Edoardo Bennato

Redemption Song - Joe Strummer and the Mescaleros

Kingdom of Doom - The Good, the Bad & the Queen

18 canzoni





 

Nessun commento:

Posta un commento

Translate