mercoledì 4 giugno 2014

Il monito degli States

Obama: aumentare le spese militari per proteggere l'Europa dell'Est. "Ogni Stato dovrebbe spendere il 2%del Pil"

L'America stanzia 1 miliardo per l'Est Europa; dalla Libia segnali critici, gli USA spingono per l'intervento

Il premier polacco Donald Tusk con il Presidente USA Barack Obama
<<I Paesi Nato si aspettano piena membership quando si tratta di difenderli; questo significa che devono anche dare contributi commisurati>>. Questo il richiamo del Presidente americano Barack Obama agli alleati Nato, a partire dai partner europei. Si richiede un impegno maggiore ai Paesi dell'Unione sul fronte della Difesa, con la richiesta di aumentare le spese in tale settore almeno al 2% del Pil. Il monito è lanciato nel giorno in cui il Presidente USA annuncia lo stanziamento di 1 miliardo per aiutare i Paesi dell'Est. Egli conclude inoltre il tour di intesa e consolidamento dell'alleanza con l'Europa orientale: dal Premier polacco Tusk fino ai leader di Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, chiudendo con il neo Presidente ucraino Poroshenko. Quasi l'intero ex Patto di Varsavia e le sue propaggini ex sovietiche si stanno riunendo sotto il velo protettore degli Stati Uniti in difesa dall'antico alleato quale è la Russia. Dopo la delusione dei suddetti Paesi per la tiepida reazione americana all'indomani dell'annessione russa della Crimea, grave atto che viola la sovranità di un Paese (per non dire un invasione), Obama risponde con la European Reassurance Iniziative. L'operazione consiste nello stanziamento di 1 miliardo di dollari per aumentare la presenza americana nell'area; ci sarà una cospicua rotazione dei militari USA già presenti sul territorio, si incrementeranno le esercitazioni, l'addestramento e il preposizionamento delle strutture necessarie a contrastare un eventuale attacco russo. Giungono nuove truppe: circa 600 paracadutisti delle Airborne Brigade si stanzieranno da Vicenza in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia; le navi Donald Cook, Taylor, Vella Gulf e Truxtun si apprestano a entrare nel Mar Nero; 12 tra caccia F-16 ed F-15 si schiereranno nella regione. Venerdì Obama e Putin si incontreranno per l'anniversario dello sbarco in Normandia, il Presidente americano tenta l'apertura <<Se nei prossimi mesi vedremo un comportamento responsabile da parte dei russi, è possibile ricostruire un po' della fiducia>>. Obama chiede inoltre che Putin riconosca il neo Presidente eletto Poroshenko e fermi le milizie, abbandonando così l'aggressività in favore della cooperazione. Ritorniamo alla strigliata nei confronti dei Paesi europei: per gli States l'Europa risulta essere troppo morbida nella politica estera e non contribuisce abbastanza alle spese militari. 
 Obama comprende bene che la paura dei Paesi UE nei confronti della Russa è rimanere a corto di gas naturale; per questo il Presidente apre a nuove e maggiori forniture di gas all'Europa nel caso in cui l'UE aumenti le sue spese militari fino al 2% del Pil per ogni Stato. In tal senso vi è la dimostrazione di forza USA nei confronti dell'Italia e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, con il blocco ai tagli degli F-35. Si chiede inoltre un maggiore impegno in Libia, Paese dal quale arrivano segnali pericolosi. Successivamente alla destituzione e assassinio di Gheddafi la Libia non ha conosciuto pace; continui scontri tra islamici e liberali, persistenti ribaltoni politici e cambiamenti ai vertici del potere, con perno sempre le forze armate. Al momento ci sono ripetuti scontri nel Paese, l'ultimo a Bengasi con 20 morti solo ieri, con il generale Haftar all'attacco della città difesa dagli islamisti. Il generale 15 giorni fa ha chiamato le truppe regolari e i clan all'unità contro i <<terroristi>>, ossia gli islamisti che si sono rivoltati a Gheddafi per poi schierarsi contro i gruppi tradizionali. Sul fronte istituzionale il Parlamento è egemonizzato dagli islamisti, nel quale i liberali per protesta non partecipano ai lavori, ma esso è stato dichiarato sciolto dal generale Haftar. Vi sono inoltre in carica due Premier in lotta. Per gli Stati Uniti se i libici non riescono a uscire da soli dalla situazione occorrerà un intervento straniero per stabilizzare un Paese fondamentale per controllare flussi energetici e migratori verso l'Europa. Qui l'ultimo avvertimento di Washington al "Vecchio Continente" <<Non contate su di noi. La Libia si trova a 350 km dalle vostre coste, siete voi a dipendere dal suo petrolio e dal suo gas, starà a voi occuparvene. Ma se non investite fin d'ora sulle vostre forze armate, come farete?>>.

Giorgio Mineo       


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