lunedì 28 aprile 2014

La battaglia di Hollande

Rientrare nel 3%: è pronta la manovra lacrime e sangue

Forti perplessità da destra a sinistra, molti i dubbi sulle previsioni del piano di stabilità, nel PS chi non voterà il programma sarà espulso

 
L’atmosfera in Francia diventa sempre più calda; dopo il rimpasto il Presidente Hollande ha davanti a se il momento più difficile che potrebbe segnare la dipartita del Partito Socialista e lasciare il Paese al populismo xenofobo del Fronte Nazionale. La bomba pronta a esplodere è il programma di stabilità 2014-2017 del Ministro delle Finanze e Conti Pubblici Michel Sapin presentato il 23 Aprile in Consiglio dei Ministri, il quale sarà proposto all’Assemblea Nazionale per il voto martedì 29 Aprile, prima di essere inviato alla Commissione Europea il 7 Maggio. L’obbiettivo da raggiungere è l’ordine dei conti pubblici fino alla soglia del 3% del deficit. A differenza dell’Italia il Presidente Hollande chiese il rinvio temporale per il ridimensionamento del deficit, impegnandosi a raggiungerlo sino una soglia del 2,8% entro il 2015 (soglia oggi irraggiungibile). Secondo le previsioni del Governo si passerebbe dal deficit del 3,8% nell’anno corrente fino al 3% nel 2015. Si sfrutterà l’onda della ripresa stimata dal Governo dell’1% quest’anno e 1,7% l’anno successivo, ma soprattutto i frutti previsti da precedenti provvedimenti: credito di imposta di 20 miliardi alle imprese e 10 miliardi di sgravi contributivi che insieme dovrebbero generare 500 mila posti di lavoro. E’ proprio nelle previsioni che iniziano i problemi e le critiche. La crescita stimata dal Governo è molto più ottimistica rispetto alle previsioni degli economisti (0,9% e 1,2%); forte critica anche dalle opposizioni, che denunciano coperture non chiare e una manovra che nasce su previsioni instabili. Tutte le opposizioni sono concordi nel dire che il programma non regge, al coro si sono uniti anche molti membri del Partito Socialista di Hollande e del centro-destra (UMP-UDI). Quest’ultimi dovrebbero rientrare con voto positivo, diverso il caso dei socialisti con larga parte del gruppo contrario al programma e molti pronti a disertare (tra i 15 e 50 deputati); iniziano così i richiami e minacce del capogruppo socialista per evitare i franchi tiratori, pronte le espulsioni. I 50 miliardi di riduzione della spesa pubblica per il 2017 sono il punto di rottura con franchi tiratori e opposizioni. La sinistra (Fronte de Gauche) afferma che perpetuare l’austerità (scelta obbligata dai trattati europei) porterà a un’inflessione dell’economia, riduzione dei consumi e crescita della povertà, causando l’effetto opposto delle previsioni e una nuova crisi per l’economia e le imprese ma, cosa ancora più grave, il peso di tutto ricadrà sulla popolazione che ha già sacrificato molto. Infatti dei 50 miliardi 21 verranno dalla protezione sociale, 18 dallo Stato e 11 dalle regioni.  La sinistra invita quindi i membri critici del partito socialista a non votare il programma e a costruire un’alternativa di sinistra, che pensi alla giustizia sociale e a cambiare davvero le regole in Europa.

Da Parigi Giorgio Mineo

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