domenica 14 settembre 2014


Canto e lavoro nell'America della depressione e degli spazi

(2° parte)

 
< << La nostra specie non è mai stata così ricca e potente , né così piena di malessere. Disperati e senza tetto, in America e in tutto il mondo, vivono all'ombra di un lusso e di una produttività impensabili, come avveniva nel Delta del Mississippi all'inizio del secolo. […] La tecnologia ha reso la nostra specie ricca e piena di risorse come non mai, ma ricchezza e risorse appartengono a pochi individui, grandi aziende e nazioni privilegiate. La maggior parte degli esseri umani e delle nazioni non ha accesso al lusso tecnologico e questo stato di squilibrio è mantenuto da eserciti e armamenti capaci di distruggere il pianeta. Azioni e stati d'animo di ricchi e poveri sono pervasi di rabbia e ansia e la voce tormentata del blues del vecchio Delta risuona nei quartieri bassi come nei palazzi. In condizioni così minacciose la maggior parte della gente ha paura di parlare […]. I poveri abbassano la testa e sorridono quando c'è il padrone: tutti imparano a tacere di fronte ai paradossi più mostruosi 1 >> >>.

 




Woody Guthrie
 << << [...] adesso che l'America e il mondo intero trattengono il fiato sul precipizio di una nuova Grande Depressione […] 2 >> >>, il canto di Woody Guthrie potrebbe rincorare un sacco di gente: << << Io sono qui per cantare le canzoni che vi dimostreranno che questo mondo vi appartiene anche se vi ha dato addosso, e vi ha mandato a gambe all’aria una dozzina di volte, anche se vi ha messo a terra e vi è passato sopra; qualsiasi sia il vostro colore, la vostra statura, la vostra corporatura, io sono qui per cantare le canzoni che vi daranno fiducia in voi stessi e nel vostro lavoro. E le canzoni che canto io sono fatte più o meno da ogni genere di persone, né più né meno come voi... 3 >> >>, << << […] Non sopporto le canzoni che ti fanno pensare che sei un buono a nulla. Non sopporto le canzoni che ti fanno pensare che sei nato solo per perdere. Destinato a perdere. Che non sei buono per nessuno. Per niente. Perché sei o troppo vecchio o troppo giovane o troppo grasso, o troppo magro o troppo brutto o troppo questo o troppo quello... Canzoni che ti buttano a terra o che ti sfottono per via della tua sfortuna o dei tuoi viaggi travagliati.

 Io sono qui per combattere questo genere di canzoni fino all’ultimo fiato e fino all’ultima goccia di sangue 3 >> >>.

 
Woody Guthrie nacque cento anni fa; ed in cent'anni, pare, che l'America non abbia mosso un passo, o quasi: 13 i milioni di disoccupati nei suoi Stati Uniti (il 25% nel 1934), 8 oggi (il 6%). Causa del capitalismo, sosterebbe Woody Guthrie, << << [...] l'uomo che mise in musica e versi il sogno a stelle & strisce, scarabocchiandoci però sopra - orrore orrore - la sua falce & martello [...] 2 >> >>. << << Ho viaggiato in lungo e in largo su questa terra abbastanza per rendermi conto che c’è qualcosa che non va 3 >> >>. << << So che sono nato per vincere, è uno strano porco mondo quello in cui campo e mi batterò per cambiarlo in quello che dovrebbe essere 3 >> >>.

 
Nonostante non avesse << << mai avuto tempo di imparare tutto quello che bisogna sapere sul verso sciolto e sul ritmo 3 >> >>, non fosse << << mai stato molto brillante a leggere le note musicali, e neppure a scriverle 3 >> >> e non avesse << << mai imparato le leggi superiori della matematica, e neppure il parlare ricercato 3 >> >>, cantò delle contraddizioni degli Stati Uniti della depressione: << << I ricchi mi han portato via la casa e mi hanno cacciato dalla mia porta / E non ho più casa in questo mondo / Facevo l'agricoltore ed ero sempre senza un soldo / I miei raccolti li lasciavo al banco (probabilmente la banca, cioè: con quello che guadagnava, pagava i debiti con la banca; ndr) / […] / Ho scavato nelle vostre miniere e ho raccolto nei vostri campi / Ho lavorato, signore, fin dal giorno in cui sono nato / Ora sono preoccupato come non lo sono mai stato / Non ho più casa in questo mondo / Ora guardandomi intorno è molto semplice capire / Il mondo è un posto talmente grande e buffo / Il giocatore d'azzardo (lo scommettitore di borsa, probabilmente; ndr) è ricco ed il lavoratore è povero 3 >> >>. Le note del redattore spiegano meglio il probabile significato, che si perde con la traduzione italiana. << << I ricchi sprecano più di quanto noi poveri potremmo utilizzare […] 3 >> >>.

 

Tanti gli anni di militanza politica e sindacale, condita con la simpatia per Stalin e le critiche, con annesso appoggio, a Franklin Delano Roosevelt, fino alla Seconda Guerra Mondiale, nella quale combatté. La sua (non proprio, veramente) America e l'Unione Sovietica cancellarono, dalla faccia della terra, i fascismi. La nave sulla quale venne imbarcato fu silurata e lui, con l'amico cantautore Cisco Houston, naufragò in Sicilia. Woody Guthrie, comunista che nella sua chitarra aveva scritto: “Questa macchina uccide fascisti”, contribuì a sconfiggere il fascismo. Si scagliò contro il pregiudizio razziale, quello che percorre ancora oggi gli States: compose molte ballate a difesa e ricordo di Sacco e Vanzetti, anarchici italiani condannati a morte ingiustamente; cantò del massacro di Ludlow, operato ai danni di minatori, quasi tutti immigrati, che scioperavano; collaborò, cosa scandalosa, con artisti neri, come Leadbelly.

 
Non solo politica e lotte, ma anche amore e paesaggi nei suoi testi: << << L'amore ha in sé il potere di una forza magnetica di attrazione e repulsione, che fa si che ogni forma e ogni genere di vita concorra in un punto chiave ad incontrare il proprio compagno.




Cisco Houston
Dunque l'amore provoca questa meraviglia in cinquantamila miliardi di infiniti [...] di forme, modelli, disegni di vita, ad ogni passo e ad ogni stadio della vita, in quella delle cellule viventi, degli scarafaggi viventi, degli insetti viventi, dei rettili viventi, degli animali viventi e nel sangue di tutte le specie di uccelli viventi, e allo stesso modo, in ogni singolo movimento e azione, in ogni pensiero stesso di ogni essere umano che ci passa qui davanti agli occhi.

L'amore è quello che li fa muovere tutti.

Ed è quello che in loro si muove.

Dovunque io volga lo sguardo per vedere una mossa o una smossa, o una qualsiasi forma umana, so che non vi troverò in nessun modo nulla da odiare, né per nessun motivo nulla da disprezzare o da temere o da circondare di fredde ombre, di assurdi sospetti, bensì qualcosa su cui verificare una volta per tutte fino alla fine dei miei giorni ed anche di tutte le mie notti la mia capacità di amore (voglio dire con questo) la mia propria capacità di amare. […] E l'amore rimetterà la padronanza di te stesso tra le tue stesse mani.

E quanto a te, con la tua droga mortale, col tuo ago suicida, con l'acido, con l'erba, col cucchiaio riscaldato, con la pipa oppiata, il materasso morto, l'alcool evaporato, la vita sprecata, con il tuo violento mal di testa, le tempie che scoppiano, gli occhi velati, le labbra schiumanti, gli urli acuti del malessere che soffoca; e poi la pistola, il "gingillo", la rapina, la sparatoria, la corsa ad altra droga, ad altre pistole e ad altre rapine; le tue paure e il tuo odio potranno essere curati e guariti da un unico tipo di lozione d'amore, e soltanto da quello. L'amore ti prenderà per mano e ti ricondurrà a un lavoro alla luce del sole 3 >> >>. Poi, le canzoni sulle bellissime star del cinema, come Ingrid Bergman; e le canzoni dalla vena intimistica: << << La parola che voglio dire è facile a dirsi, eppure è la parola più difficile che io abbia mai cercato di dire.

È quella che vorrebbe spiegare tutti i miei sentimenti.

Ma come posso con una sola parola esprimerli tutti? [...]

Questa semplice parola che io vorrei dire chiarirebbe ogni cosa tra me e mia moglie, o meglio renderebbe me chiaro quanto mia moglie. Lei è sempre la più chiara tra noi due. Io sono sempre quello annebbiato e confuso, e lei è sempre quella che parla e pensa con lucidità. Ma se io riuscissi a dire questa mia unica, inespressa, non detta parola, il nostro rapporto sarebbe quella flessuosa danza mai danzata che dovrebbe essere. Ora la nostra casa e la nostra famiglia soffre e si strugge dal dolore proprio per questa parola che non riesco a dire né a esprimere.

Questa semplice parola farebbe conoscere i miei figli a me e me ai miei figli. Se soltanto riuscissi a tirarla fuori i figli dei miei figli capirebbero che siamo fatti nella stessa maniera, che tra noi non c'è una differenza tanto grande da separarci e strapparci gli uni agli altri. Io credo che col pensiero tutti potremmo andare in giro per il mondo e conoscere tutta la gente, se soltanto riuscissimo a trovare e a pronunciare questa unica comune parola 3 >> >>. Poi, le canzoni dove si descrivono paesaggi che mozzano il fiato, << << […] cielo senza fine 3 >> >> e << << [...] valli d'oro 3 >> >> della frontiera americana.

 
<< << […] una vita spericolata vissuta appunto nel mito della frontiera in continuo movimento, dall'Oklahoma alla California, dalla California alla New York del Village ribelle, poi ancora California, poi ancora New York ma questa volta Brooklyn, a quei tempi ancora periferia dell'impero 2 >> >. << << […] Vado da città a città / e la polizia me lo rende difficile ovunque io possa andare 3 >> >>. Woody ha << << [...] vagato e vagabondato e 3 >> >> ha << << seguito i suoi passi / Fino alle sabbie scintillanti dei deserti di diamante 3 >> >>, protestando << << sulle cose sulle quali 3 >> >> vedeva << << che 3 >> >> c’era << << bisogno di protestare, come le situazioni tristi e spiacevoli che 3 >> >> si trovava davanti, << << i tumulti, i linciaggi, i bombardamenti, gli incendi e le uccisioni, tutte cose che succedono quando ci si lascia spaventare da ogni ombra, ogni forma, ogni accenno, ogni genere di odio razziale 3 >> >>.

 
<< << […] ho visto che tutta la gente era nei guai come me […] 3 >> >>, << << Ci avete derubato, pestato e succhiato il sangue, ci avete sfruttato pagandoci come schiavi, ma io so che tutti noi siamo nati per lavorare e per combattere e per vincere, o scendere nella fossa 3 >> >>, ha affermato il cantautore, attaccando i padroni del sistema capitalista americano, la potenza del quale si basava e si basa sul fatto che esistono uomini, come lui, che hanno bisogno di vendere il proprio lavoro per sopravvivere, e che, a volte, non riescono nemmeno a sopravvivere: "Nelle piazze cittadine, all'ombra di una siepe / all'ufficio di collocamento ho visto la mia gente / mentre stava là affamata, io stavo là e chiedevo /

questa terra è stata fatta per te e per me? 3 >> >>. Sì, perchè, in realtà, << << Questa terra è la tua terra 3 >> >>,  cosa mai scontata, nonostante altri uomini cerchino di degradarti e brutalizzarti. 

 


Dopo la guerra, gli Stati Uniti videro rosso, iniziò la guerra fredda ed il dualismo con l'Unione Sovietica comunista e Woody Guthrie, << << […] il menestrello dalla vita disperata […] 2 >> >>, finì sotto la sorveglianza dell'FBI di Edgar J. Hoover. Ma << << […] “Woody” Guthrie è già un morto che cammina. E ha soltanto 43 anni. Nell'ambiente, perfino in famiglia, tutti spiegano quei comportamenti un po' matti, l'irascibilità permalosa, la difficoltà di imbracciare la chitarra, come la conseguenza dell'alcolismo ormai galoppante […] 2 >> >>, << << […] nessuno 2 >> >>, però, << << chiama allora la malattia per quello che è, il morbo di Huntington, una degenerazione dei neuroni ereditaria che aveva colpito anche la madre, una maledizione vera che lo aveva perseguitato per tutta la vita, probabilmente anche la causa - con quei lampi di follia, quei movimenti senza più controlli - dei misteriosissimi incendi che avevano funestato la sua infanzia e si ripeteranno nella sua famiglia: la sorella morta bambina, il padre ferito, perfino sua figlia, Cathy, uccisa tanti anni dopo in quell'altro incidente che lo gettò in un'atrocissima depressione, perfino lui stesso ferito al braccio 2 >> >>. La sua vita finisce lì, quando, a causa della malattia, è rinchiuso in un ospedale psichiatrico, << << […] l'ultimo posto libero d'America 3 >> >>, l'America della caccia << << [...] alle streghe comuniste [...] 2 >> >>.

 
<< << Corea di Huntington, significa che non esiste rimedio conosciuto nella scienza medica, per me e per tutti voi malati di corea come me, perché tutte queste brave infermiere e tutti questi bravi dottori e tutti questi bravi assistenti, tutti mi guardano e dicono, con le parole o con lo sguardo o magari bisbigliando, che non c'è proprio speranza 3 >> >>.

 
<< << Ripenso... a tutta la mia vita e a tutti coloro a cui devo qualcosa, voglio dire quelli che ricordo personalmente. Naturalmente so che questa gente di cui sono debitore deve qualcosa a dell'altra gente, che a sua volta deve qualcosa a qualcun altro, e insomma tutti noi siamo debitori nei confronti degli altri. E ciò che possediamo non è altro che la somma di tutto ciò di cui siamo debitori.
E l'unico modo che ho per ripagarvi, amici che andate e venite e parlate, è lavorare, e fare in modo che il mio lavoro vi aiuti a trovare lavoro, il genere di lavoro che più vi piace e più vi si adatta 3 >> >>.


 

<< << La parola che voglio dire è facile a dirsi, eppure è la parola più difficile che io abbia mai cercato di dire.

È quella che vorrebbe spiegare tutti i miei sentimenti.

Ma come posso con una sola parola esprimerli tutti? [...] L’ho detta a poliziotti, ad agenti, a vigilantes, a soldati e marinai, a donne e ragazze di campagna, a donne e ragazze di casa, a donne e ragazze di strada, a uomini e a ragazzi che aggiustavano i tetti negli Stati del Sud, che piantavano chiodi nelle montagne dell’Ovest, che spalavano letame nei villaggi dell’Est, che verniciavano e fondevano metalli in ogni Stato dell’Unione. […]

È la parola libera che nessuna prigione può imprigionare, che nessuna cella può contenere, che nessuna catena può trascinare, e nessun cappio linciare, che nessun'arma può ferire o minacciare. Io dico che questa è la parola che rende la democrazia una cosa limpida e trasparente, che mantiene viva la democrazia, nello stesso modo in cui la democrazia mantiene vivo me e io mantengo viva questa parola. Darei subito volentieri la mia vita per tenere in vita questa unica parola, perché è grazie a lei che l’intera razza di tutta la mia gente vive, lavora, ama, e cresce per sapere di più e capire di più 3 >> >>.

 

<< << [...] vi ho sempre osservato attentamente, e ho tenuto le orecchie ben aperte quando mi passavate vicino. Ho visto le rughe scavate nei vostri volti dalle preoccupazioni, dal tempo e dallo spazio. Ho visto il vento modellare i vostri volti in modo che il sole potesse illuminarli con pensieri e chiaroscuri. Mi ricordo com'era la vostra faccia la prima volta che vi ho visto, e ricordo la vostra voce e le parole strascicate che pronunciò la prima volta che l'udii, e notai i diversi modi in cui gli occhi vi si facevano chiari e scuri mentre parlavate e a volte, mentre tacevate, vidi le speranze che si riaffacciavano nel vostro sguardo.
E anche quando non dicevate niente sapevo leggervi in viso le vostre esigenze, perché me le avevate raccontate e io le avevo fatte mie. E io vi aveva raccontato i miei affanni e voi li avevate fatti vostri. Mi avete parlato delle cose che sapevate e ho imparato a farvi partecipi di ciò che sapevo. Mi avete battuto le mani quando ballavo e mi avete tenuto la testa in grembo quando piangevo. [...] Ho sentito in me una tempesta di parole, abbastanza da scrivere centinaia di canzoni ed altrettanti libri. Ma so che queste parole che sento non sono mia proprietà privata.
Le ho prese in prestito da voi, così come ho camminato in mezzo al vento prendendo in prestito l'aria sufficiente per continuare a muovermi, e ho preso in prestito da mangiare e da bere per mantenermi in vita. Ho preso in prestito la camicia che voi avete cucito, il cappotto che avete filato, la biancheria che avete rammendato e i calzini che avete tessuto. Sono andato avanti, seguendo la mia strada, e voi siete andati avanti lungo il vostro cammino. E le intemperie, la neve, le bufere, il ghiaccio e la grandine si sono abbattuti sul campo di avena, hanno martellato il tetto dell'auto, hanno bucato le tettoie e strappato tendoni, hanno infranto i vetri alle finestre, ma non hanno mai separato il nostro lavoro. Il vostro lavoro ed il mio si sono tenuti per mano e non si sono mai separati. Ed io ho preso in prestito la mia vita dalle opere della vostra vita 3 >> >>.

 
1 Alan Lomax

2 Angelo Aquaro

3 Woody Guthrie   


Proprietà di Alan Lomax, Woody Guthrie e di tutti,
rielaborata da Alberto Mannino

 

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