sabato 10 gennaio 2015

L'occidente cristiano e Charlie Hebdo: la retorica della "democrazia libera e civile" contro il nemico musulmano.


Questo è il cristianesimo



A Parigi sono morte 12 persone, che sono piante almeno da mezzo mondo. Cioè mezzo mondo si è stretto: è il momento dei lunghi pianti e dei battiti che "mancano" al cuore. Intendo: è incredibile come la tristezza possa far "saltare" al cuore (che è un muscolo costante nel suo lavoro), occasionalmente, un battito; cioè: è pazzesco come, invece del normale pompare sangue, a volte capiti che il cuore non ne faccia uno, di battito, e come questo causi affanno, perchè è mancata una razione di ossigeno, e come dopo inizi a pompare sangue più rapidamente, per recuperare dall'affanno.

Queste 12 persone saranno accanto al loro Dio, nella luce, se credevano; se non credevano, saranno dove credevano sarebbero finite dopo la morte; o magari credevano che dopo la morte non ci fosse nulla. Insomma: penso siano dove diavolo pensavano sarebbero andati dopo la morte, che sia il Paradiso, o il nulla, o altro.

Probabilmente, l'Occidente furioso, colpito da un altro attentato, lancerà una nuova crociata, l'ennesima, per riparare al torto subito, e per portare civiltà. Un attentato al mondo libero è stato definito da moltissimi, e sempre moltissimi vogliono che la nostra democrazia e la nostra libertà siano portate a loro. Ecco: i cittadini del mondo occidentale posseggono, grossomodo, un concetto comune di libertà e di democrazia. Attenzione: su questo punto, però, si potrebbe discutere, par vari motivi, parecchio tempo; e, sempre per vari motivi, questo non è il luogo ideale per discuterne. Comunque: è necessario affermare che, se moltissimi condividono quello che hanno scritto i giornali (cioè che questo è un attacco alla libertà ed alla democrazia), evidentemente, un'idea comune di democrazia e di libertà l'abbiamo. E sono proprio queste idee, che scommetto abbiamo tutti ben presenti dato che viviamo in Occidente, che vorremmo esportare. Esportare in paesi nei quali, sostengono i TG e le notizie di internet, democrazia e libertà non ci sono: non si può votare, non si ha libertà di parole e di stampa, le donne sono costrette ad utilizzare il burqa od il velo, o, per esempio, non possono studiare, ed infine, se si discostano dai precetti che vengono loro impartiti, vengono lapidate pubblicamente. Ecco: è innegabile che la nostra democrazia e la nostra libertà siano, oggettivamente, migliori.

Sostengo che tra il nostro mondo ed il loro ci sia differenza, dal livello di democrazia e libertà fino al modo di vivere. Ma alla fine mi chiedo: esiste così tanta differenza, come credono molti di noi, tra gli islamici estremisti e noi? Tra islamici estremisti che impongono il burqa o il velo alle donne e le lapidamo se si discostano dal volere degli uomini, e noi che ricattiamo sessualmente sul lavoro, molestiamo verbalmente e fisicamente, telefoniamo oscenamente, pediniamo la metà delle nostre donne (dati ISTAT)? E vi prego di considerare veri i dati ISTAT, come veri li considerate quando vi infarciscono di dati sull'economia. Non tutti fanno quello che l'ISTAT sostiene venga fatto sulle donne italiane, qualcuno potrebbe sostenere. Rispondo che non tutti gli islamici si macchiano di azioni del genere. Poi mi chiedo: esiste così tanta differenza tra loro che compiono attentati, considerati vili, e noi che, la guerra, invece, la facciamo "civilmente", poichè abbiamo un bell'esercito ordinato ed addestrato che porta pace e democrazia, quando è palese che tutti questi bravi leader, che ci guidano, mandano tutti questi bravi ragazzi a fare guerre, manco a difesa dei nostri confini, ma in paesi lontani, nelle vicende dei quali noi non centravamo niente? Ed è un sputo alla nostra intelligenza il fatto che questi nostri leader ci dicano che, oltre a portare democrazia e pace, queste guerre si fanno per prevenire il rischio di attentati, perchè è chiaro come la luce del sole, come un torrente alpino, che lì si va a combattere per i soldi del petrolio; poi: non è che gli estremisti islamici hanno cominciato a fare attentati arbitrariamente, ma hanno iniziato dopo che noi abbiamo fatto guerra a loro per motivi fittizi. Il fatto che abbiano iniziato dopo i nostri interventi nelle loro terre lo dicono i fatti storici. Quello che attua l'Islam estremo nei nostri confronti è la legge del taglione, quella del "vita per vita [...], occhio per occhio": i civili che noi abbiamo ucciso laggiù (per primi, è bene puntualizzare) in cambio di quelli che loro uccidono in Europa o America. E questa famosa citazione, questa dell'"occhio per occhio", non è nel Corano, ma nella Bibbia: questo è il cristianesimo, ritorto contro di noi: se qualcuno ti colpisce con un bastone, la tua vendetta dovrà cadere più forte del colpo del tuo nemico.

Sì, portiamo la nostra libertà e la nostra democrazia. Meglio delle loro? Sì. Ma mi chiedo ancora: è così tanta la differenza tra la loro democrazia e la nostra? Noi viviamo in democrazia nella misura in cui, circa una volta all'anno, andiamo a votare, cioè la democrazia si ferma a te che dai un voto una volta ogni tanto; poi, per carità, siamo liberi di scegliere i nostri candidati e di candidarci: davvero? Scegliamo noi quelle mille persone, che si riuniscono il Parlamento, così brave ed intelligenti? Del resto, hanno due lauree a testa, minimo: mica sono persone stupide come te; poi sono ottimi tecnici che di politica sanno tutto e che sanno come decidere al posto tuo. Scordavo: siamo liberi di partecipare alla vita politica, di riunirci: sì, se trovi il tempo tra gli impegni di ogni giorno, tra i quali: lavorare tutto il giorno, studiare tutto il giorno, far crescere i tuoi figli, sopravvivere. Quindi io mi chiedo: siamo, noi occidentali, davvero liberi? E viviamo davvero in democrazia?

Ed infine, buon Dio, io mi chiedo: è così tanta la differenza tra noi e loro? È incivile lapidare le donne, ma non lo è il fatto che la metà delle nostre abbia subito violenza. Loro sono gli incivili, e non noi, che ci ammazziamo a coltellate nelle famiglie. Quindi, ancora, buon Dio: cosa cambia tra noi e loro?

Cambia, forse, l'estetica. Nel senso: cambia come questi eventi risaltano ai nostri occhi. Perchè è diverso lapidare una donna in pubblico ed ucciderne una in una casa, che so, di Roma, lontano dagli occhi di tutti; è diverso un esercito addestrato ed ordinato da uno fatto di banditi islamici sporchi e brutti. L'occhio vuole la sua parte; ma non siamo così stupidi, capiamo che, in fondo, nella loro sostanza, sono la stessa cosa. Ecco: noi, casomai, riusciamo a mascherare ciò che compiamo con un velo esteticamente più bello. Questo è il Cristianesimo: nel senso che questo è l'impressione che mi dà. Ovviamente le impressioni valgono poco e non esiste, che io sappia, un collegamento concettuale tra il Cristianesimo ed il fatto che l'Occidente, prima fa guerre fittizie, e poi ne minaccia altre perchè il nemico s'è vendicato.

Dicevo: questo è il Cristianesimo. Tra l'altro, il Cristianesimo è il credere che sia giusto che il mondo si divida in ricchi e poveri; ma stiano tranquilli, i poveri: c'è la carità dei ricchi (che così aggiustano la loro coscienza), e poi gli ultimi saranno i primi, in Paradiso, ma che in Terra non fiatino e non si lamentino. Questo è il Cristianesimo dei Papi e di tanta gente, nel senso che è il cercare con la forza, qualsiasi tipo di forza, di far credere all'altro che la tua religione è la migliore, cioè: è il volere che tutto il mondo sia cristiano. Ma, grazie a Dio, ci sono tante religioni diverse. Questo è il Cristianesimo: è il ricco che fà la carità, non perchè è uguale al povero, ma perchè è implicitamente superiore al povero. In ultimo, questo è il Cristianesimo: è il relazionarsi con un altro popolo attraverso un esercito: è il considerare gli islamici, sia estremisti che non, implicitamente, inferiori: è infilarsi negli affari del Medio Oriente per i soldi del petrolio che arricchiscono i già pochi ricchi del pianeta, e facendolo mentendo: è il mettere questo velo di falsità sul nostro mondo non troppo diverso, nella sostanza, da quello islamico.
                         
              

                                                                                                                              Di Alberto Mannino

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