domenica 15 settembre 2013

Isaac Asimov: "La trilogia della Fondazione"

Fantascienza e fantapolitica, un futuro realistico e attuale

La “Trilogia della Fondazione” è un’opera ideata da Isaac Asimov tra il 1951 ed il 1953 suddivisa in tre volumi: Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione. La vicenda è ambientata in un lontano futuro nel quale la razza umana è riuscita ad evolversi e migliorarsi fino al punto di aver colonizzato l’intera Galassia, a scapito della biodiversità degli altri pianeti, in quanto modificati a beneficio dell’uomo ricreandone il proprio habitat. In questo contesto la razza umana si riunì sotto un unico governo che garantisse prosperità e stabilità, l’ Impero Galattico. Esso alternò governi benevoli ad altri tirannici, prosperità in campo scientifico e culturale; durò diecimila anni grazie al suo governo centralizzato. L’Impero è però giunto sull’orlo del collasso; solo un uomo sembra essere arrivato a tale conclusione: Hari Seldon, ultimo dei grandi scienziati dell’Impero, sviluppò la psicostoriografia, quintessenza della sociologia, scienza del comportamento umano ridotto ad equazioni matematiche. Seldon scoprì che le reazioni delle masse potevano essere studiate con metodi statistici. Quanto più grande era l’agglomerato umano, tanto più precise risultavano le previsioni. Attraverso la psicostoriografia, Seldon riuscì a prevedere che l’Impero, in apparenza così potente e stabile, avrebbe attraversato un periodo di decadenza e declino fino ad arrivare al crollo. Da questa scoperta Seldon, insieme ad altri scienziati e attraverso un accordo con l’Impero, costituì due Fondazioni situate ai due estremi della Galassia, con il compito di preservare la civiltà ed il sapere. I veri protagonisti dell’opera sono i membri della Prima Fondazione, i quali sono all’oscuro della collocazione e dei poteri della Seconda Fondazione, che pensano sia una copia della loro stessa organizzazione. Nel futuro della razza umana immaginato dalla straordinaria mente di Isaac Asimov è subito lampante, anche per il metodo di scrittura e l'abilità narrativa, la volontà di rappresentare l'umanità secondo quella che dovrebbe essere la sua naturale evoluzione, in cui società e politica sono al centro della scacchiera planetaria. La fantascienza qui proposta da Isaac Asimov differisce da altre grandi saghe spaziali per la mancanza di alcuni ingredienti tradizionali: l'infinita e paradossale varietà del cosmo è qui appena sfruttata; paura, orrore e meraviglia davanti all'ignoto non hanno parte nella composizione; armi, macchine, animali impensabili restano tra le quinte.
La straordinarietà del romanzo è da ritrovare allora non nella costruzione di un mondo diverso dal nostro, ignoto, ma al contrario in un mondo basato sulla storia della razza umana, sulla vita e la morte dei grandi imperi del passato quali quello romano, con una storia che si articola tra guerre e intrighi politici, vicende che accelerano improvvisamente al cardiopalma con ricchi colpi di scena, dialoghi e introspezioni psicologiche tra i personaggi che mettono a dura prova il nostro giudizio. Insieme a tutto ciò si attua anche un'analisi della società umana e della sua libertà, tema centrale anche in altre opere dello scrittore come "La fine dell'eternità"; infatti l'evolversi della storia porterà ad un bivio nel quale bisognerà scegliere in che modo governare il nuovo impero che dovrà formarsi, ponendo la questione se sia giusto limitare la libertà del popolo così da permettere all' élite di governare nel modo che ritiene più adeguato, evitando un nuovo fallimento dell'impero, oppure se sia doveroso lasciare alla popolazione il libero arbitrio e quindi l'autodeterminazione. La peculiarità del romanzo che affascina il lettore risiede quindi nelle implicazioni morali e nel racconto di un futuro più che plausibile, nel quale Isaac Asimov ci immerge con incredibile maestria.

                                                                                                                  Giorgio Mineo

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