giovedì 26 settembre 2013

L'EUROPA VISTA DA VICINO


Katidis; la Grecia, l'Italia e l'Europa

"Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d'accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più". Ed è veramente molto di più: è tutto quello che il mondo è stato negli ultimi centocinquant'anni; cioè la storia, la cultura, la società sono "piegabili" al calcio, nel senso che il calcio li descrive tutti, domenica dopo domenica. La santa domenica cioè, quando i lavoratori riposano ed i calciatori lavorano. Il calcio è svago e lavoro: "[...] è un gioco ma anche un fenomeno sociale". Ma è anche più della vita e della morte. È arte, politica, poesia, economia. Sono cose, queste, che durano più dell'individuo: l'individuo ha un inizio ed una fine; la poesia no, nemmeno l'arte, politica ed economia sono la stessa cosa, politica ed economia sono arte: sono cose, queste, che ti catapultano nella storia, il calcio è la storia moderna. "Quando miliardi di persone si preoccupano di un gioco, esso cessa di essere solo un gioco".

Il Novara Calcio, quest'estate, ha acquistato Giorgos Katidis, ventenne greco, che dopo aver segnato il goal della vittoria in AEK Atene-Veria, ha esultato levandosi la maglia e salutando la sua curva romanamente. Il caso ha fatto molto scalpore: Katidis è stato messo fuori rosa dalla sua squadra ed espulso a vita da tutte le nazionali greche. Quest'estate, come detto, è andato a Novara, per la felicità delle italiche curve, che ora potranno cantare il nome di questo talentuoso uomo ellenico dal corpo muscoloso e tatuato. Ma attenzione: Katidis non è fascista, nè nazista, per sua stessa ammissione. "Avevo visto un filmato su Youtube in cui una persona, in un contesto che nulla a aveva a che fare il calcio faceva quel gesto e scatenava le risate di tutti. Così mi è venuto d’istinto ripeterlo e si è scatenato un pandemonio" ha sostenuto il calciatore, che poi ha detto: "Non mi interesso di politica. Sono nato in un periodo in cui tutto quello che era legato al passato era, per l’appunto, passato. L’unica persona che poteva raccontarmi almeno del periodo della dittatura - parla della Grecia dei colonnelli del 1967-1974 - è mia madre, ma da quando ho 14 anni sono in giro per la Grecia e la vedo una settimana all’anno".

Alba Dorata, fondato nel 1993, è un partito di estrema destra greco. I suoi militanti, è il caso di dirlo, distribuiscono saluti romani a destra e a sinistra. Afferma la superiorità delle razza greca su quella albanese, slava e turca ed afferma la necessità della creazione di una Grecia moderna, manifestazione della grandezza della civiltà greca. La "Quarta civiltà greca" è l'obiettivo: la prima fu rappresentata dal militarismo spartano, la seconda dalla spiritualità della Chiesa greco-ortodossa indipendente da quella cattolica ed in contrasto con la religione ebraica, la terza dalla dittatura di Metaxas del 1936-1941, la quarta è quella alla quale il partito aspira: una Grecia fuori dall'Unione Europea e che non sia schiava del potere economico giudaico-capitalistico-massonico, una Grecia ripulita dalla corruzione parlamentare e del sistema dei partiti, una Grecia protezionista, dalle frontiere chiuse e protette da campi minati (come sostenuto dal leader del partito) per evitare che gli immigrati entrino nel paese, una Grecia che si elevi spiritualmente per conquistare il ruolo che spetta alla razza greca.

E sono pronti a farlo: Alba Dorata ha un esercito paramilitare di 3000 uomini, armati, in primo luogo, di catene e spranghe; con luoghi dove nascondere le armi, armi che puntualmente spariscono quando arriva la "soffiata" che la polizia sta arrivando. Molti sostengono che in Grecia il 50% dei poliziotti voti Alba Dorata. Numerosissimi gli atti di violenza commessi dai militanti del partito, contro immigrati e militanti del segno politico opposto. Qualche giorno fa ad Atene è stato ucciso un rapper dichiaratamente anti-fascista, un militante di Alba Dorata ha ammesso di averlo ucciso, ora per lui il processo. In Grecia, a detta di alcuni testimoni, all'entrata dei tribunali ed in occasioni particolari, ci sono le squadre di Alba Dorata ad aspettare l'esito del processo. Sono iniziati molto timidamente dei lavori parlamentari per mettere fuori legge il partito di estrema destra greco: ma chi avrà il coraggio di metterli fuori legge? Sono pronti alla guerra civile, come ha sostenuto un "pentito" che ha abbandonato il partito. E poi: quale polizia li arresterà?

E i fascisti sono dunque tornati, non solo in Grecia, ma in tutta Europa: in Francia ora sono al 25%. Un boom di consensi di questi ultimi anni. A dimostrazione che l'Europa non sa reagire, che la paura cresce ovunque, e che la crisi economica ti entra nella testa. È un orribile déjà vu: oggi più che mai il futuro non è scritto. Il futuro non è scritto per l'Europa, tantomeno per la Grecia. Il debito è a quota 340 miliardi, e supera del 160% il PIL. La quota maggiore del debito è sostanzialmente rappresentata dai soldi prestati dal fondo salva-Stati (il 38%), il 18% è in mano a privati, i prestiti bilaterali (cioè i prestiti fatti da un altro stato, o da banche di un altro stato, o da imprese di un altro stato) valgono il 16% del debito greco, il 13% dell'ammontare è stato comprato dalla BCE, l'8% del Fondo Monetario Internazionale, i bond acquistati a breve termini sono il 4% del debito ed il 3% i prestiti di aziende elleniche. Quindi il 70% del debito greco è in mano a istituzioni economiche internazionali, o, meglio ancora, la metà (come minimo) è in mano all'Europa: questo significa svendita, svendita del debito e delle aziende nazionali; ovvero quello che avviene massicciamente in Portogallo, e quello che sta cominciando ad avvenire in Italia. Poi: il fondo salva-Stati e la Banca Centrale Europea sono finanziati da banche; quindi: la Grecia, per pagare i debiti che ha con le banche, si fa prestare soldi da altre banche, europee queste ultime. La disoccupazione greca, poi, è al 27%; il paese ora è piegato dagli scioperi dei dipendenti pubblici (molti di loro perderanno il lavoro), dipendenti che, quando la Grecia entrò nell'euro, furono strapagati da governi della spesa pubblica scellerata.

Katidis (quello del saluto romano dopo il goal) è venuto a giocare in Italia, dove ieri volantini distribuiti da Forza Nuova, partito neofascista italiano (amico e alleato di Alba Dorata nel Fronte Nazionale Europeo), hanno attaccato Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, accusato dai neofascisti di aver mandato in prigione uno di loro. Katidis, arrivato in Italia, ha detto: "Vorrei riconquistare la nazionale", nazionale dalla quale è stato escluso per il saluto romano: chissà che magari un giorno, con Alba Dorata al potere, possa raggiungere il suo obiettivo.

 

 

 

                                                                                                          Di Alberto Mannino

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