sabato 3 agosto 2013

RECENSIONE LIBRI

IL GIOCATORE
di FEDOR DOSTOEVSKIJ
 
Quest'opera fu scritta da Dostoevskij in brevissimo tempo, perché doveva risarcire un libraio con il quale aveva contratto un debito e che l'aveva minacciato di appropriarsi in futuro dei diritti delle sue opere, qualora non fosse riuscito a restituire il prestito.
Il gioco d'azzardo e la vita sono le linee guida di questo breve ma denso romanzo che narra delle vicissitudini di un precettore che lavora per un generale in pensione, gestore di un albergo, angustiato dai suoi debiti di gioco e dall'amore non corrisposto per Madame Blanche. Dostoevskij delinea i suoi personaggi nei minimi particolari e attraverso le ambigue personalità del "francesino" De Grieux, di Madame Blanche e altri denuncia la classe aristocratica e borghese del tempo, dedita ai piaceri di una vita mondana e al culto del denaro. La storia è narrata dal precettore che rimugina sugli eventi passati e le disavventure che hanno luogo nell'albergo del generale, rammentando il suo travagliato amore per Polina aleksandrovna e l'inizio della sua assuefazione al gioco d'azzardo, metafora della visione della vita che il precettore Alekseij Ivanovic, nonché Dostoevskij stesso, abbraccia senza esitazione.
Il gioco d'azzardo e l'ambiente interno del casinò acquisiscono un' importanza capitale, perché è attraverso questi che l'autore spiega la sua visione della vita:
 
"M'intrufolai fra la folla e mi collocai proprio accanto al croupier, quindi cominciai un timido inizio di giuoco, puntando solo due o tre monete. Intanto osservavo e notavo; mi pareva che il calcolo in se stesso serviva molto poco e non avesse affatto quell'importanza che molti giocatori gli attribuiscono. Essi se ne stanno seduti davanti a foglietti di carta rigata, segnano i colpi, contano, deducono le probabilità, fanno calcoli e infine puntano e perdono come noi, semplici mortali che giochiamo senza calcoli."
 
Così come Alekseij entra nel casinò e scruta attentamente l'ambiente e le persone che lo circondano, realizzando che ogni calcolo di probabilità che tenti di governare la realtà è inutile, anche l'uomo si accorge che la vita è caos, che è dominata dal caso e che ogni tentativo di controllarla è vano. L'approccio da seguire verso il flusso caotico e aleatorio della realtà è quello di un giocatore d'azzardo "senza calcoli" che segua sempre la sua volontà e il suo istinto e tenga sempre a mente di poter reinventare se stesso e la sua vita. Essere sempre "cauto", "paziente" e avere "carattere" dinanzi alle avversità o alla stagnazione della propria vita, perché in un attimo possiamo rinunciare ad un invitante spiraglio di stabilità e sicurezza per accogliere e condurre una vita precaria e incerta, ma anche mutevole e mai monotona. In fondo a chi non piacerebbe essere un "giocatore d'azzardo".
 
 
                                                                                                         Ugo Giarratano
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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