venerdì 9 agosto 2013


Suggestioni (parte 3°)

 

Come detto, mentre i contadini festeggiavano il 1°maggio ed i buoni risultati del Blocco del Popolo (formato da Partito Comunista e Partito Socialista) alle elezioni regionali del '47, a Portella della Ginestra qualcuno sparò sulla folla festante. A caldo le prime accuse furono lanciate ai mafiosi, ai monarchici, ai qualunquisti ed ai proprietari terrieri. Prima della festa si registrarono molte intimidazioni da parte di questi elementi. Intimidazioni che non erano mancate in tutto il '47, anno cruciale per la Sicilia. Prima della strage, infatti, furono fatti esplodere colpi di mitra e granate sulle sedi dei partiti di sinistra di Partinico, San Giuseppe Jato, Cinisi, Borgetto: tutti paesi ad alta densità mafiosa, in fermento politico. In tutta la Sicilia non mancano i morti ammazzati: tantissimi i militanti comunisti, i dirigenti delle Camere del Lavoro, etc...; tanti i militanti dell'estrema destra. Insomma: comunisti e fascisti (chi più, chi meno) se le davano di santa ragione. La strage di Portella della Ginestra è la prima dell'Italia repubblicana e, a parer di molti, è quella che apre una lunga serie. "Stragi per il centrismo" vengono chiamate, quelle dello "destabilizzare per stabilizzare". Queste stragi in Sicilia le possono chiamare anche quelle del "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". È questo il "manifesto siciliano del fare", cioè la maggior parte dei siciliani "fanno" se le cose devono restare come sono: lottare affinchè non cambi nulla.

Ettore Messana (l'ufficiale di polizia che aveva fatto sparare sui contadini "rossi" a Riesi nel '19, ricordate?) punta il dito sulla banda Giuliano. Secondo Messana sono stati lui e la sua banda a sparare sui contadini. Secondo Girolamo Li Causi (segretario regionale comunista) è proprio Messana a dirigere il "banditismo politico". Banditismo politico: alcuni sostengono che Giuliano sia stato ingaggiato dalla politica. Da chi? Se ha sparato sui comunisti lo ha ingaggiato la DC. O ancora meglio (si presume) che lo abbiano ingaggiato i ministri Aldisio e Scelba, entrambi siciliani e democristiani, discepoli di Don Luigi Sturzo. Se De Gasperi fu il padre della DC, Sturzo fu il nonno. Tutti uomini dalla profonda religiosità che facevano del mandato politico un qualcosa di vicino ad una sorta di mandato divino o roba simile.

Di quel 1°maggio ci sono dei testimoni: Giuliano e la sua banda, mentre si avvicinano al luogo da dove spareranno, incontrano degli uomini che stavano facendo una battuta di caccia. Li catturano e li liberano dopo la strage. Giuliano, contento, disse loro: "dite a tutti che eravamo in cinquecento". Era un sognatore Turiddu (il soprannome dell'eroe dei siciliani). Poco dopo altri testimoni lo sentono inveire: "Disgraziati! Che avete fatto!" Ha appena visto i contadini morti. La sua banda i contadini non li doveva ammazzare, li doveva solo spaventare. Chi ha sparato allora?

È stato un infiltrato della polizia, infiltrato da Ettore Messana (nella foto) su consiglio del boss di Alcamo Vincenzo Rimi: il nome dell'infiltrato è Ferreri, Frà Diavolo il soprannome. Anche la mafia così fa la sua comparsa in questa storia. Dunque: Giuliano, a detta del suo braccio destro fu assoldato da Bernardo Mattarella (politico siciliano democristiano), dall'onorevole monarchico Tommaso Leone Marchesano, dal monarchico Cusumano Geloso e dal Principe Giovanni Francesco Alliata di Montereale per spaventare i contadini comunisti. Invece Ferreri (l'infiltrato del poliziotto Messana, su consiglio di un boss mafioso, per volere dei ministri Scelba e Aldisio) spara sui contadini (uccidendone una decina), "incastrando" Giuliano. Tutto ciò fu detto dal braccio destro di Giuliano, ovvero Gaspare Pisciotta. È quasi scontato che la verità su questa storia non è mai venuta a galla. Giuliano e Pisciotta, per esempio, non ebbero l'occasione per rivelarla (la verità).

Giuliano e la sua banda, dopo la strage, si trovarono in grossa difficoltà. Lo Stato inviò forze massicce per sconfiggere il fenomeno del banditismo. Giuliano si nascondeva tra le montagne, era braccato. Erano finiti i bei tempi dove la Sicilia seguiva e cantava le gesta di questo leggendario bandito. Nel 1950, a Castelvetrano, Giuliano fu trovato ed ucciso dalla polizia, dicono le fonti ufficiali. Muore così il "Re di Montelepre" (uno dei nomi affibbiatogli), l'unico re dei siciliani. "Di sicuro c'è solo che è morto" è il nome di un'inchiesta del giornalista Besozzi del '50, inchiesta sulla morte di Giuliano. Sessant'anni dopo l'inchiesta di un'altro storico: "Di sicuro c'è solo che (forse) è morto". Opera di ricerca e studio di Giuseppe Casarubbea che aggiunge ancora un'altra ombra; in presenza di qualsiasi dubbio vi rimando a lui ed alle sue inchieste, sicuramente più ricche.

Pisciotta disse che fu lui ad uccidere Giuliano, e non la polizia. Disse che fu mandato per ucciderlo. Giuliano fu ucciso, dunque, per ottenere silenzio. Su Portella della Ginestra stava iniziando il processo e se il Bandito "si fosse deciso a vuotare il sacco, sarebbe crollata l'Italia". E poi, lo stesso Pisciotta, quando si era desico a "vuotare il sacco", fu anch'esso accoppato, all'Ucciardone. Lo uccise un caffè avvelenato con la stricnina, dicono le fonti ufficiali. Pisciotta ogni giorno prendeva la medicina per la tubercolosi; medicina molto amara, come la stricnina. Molto più semplice mettere il veleno nel medicinale, per camuffarlo. Molto più semplice sostenere che sia stato messo nel caffè, così da poter attribuire la colpa a molte meno persone. Con Pisciotta morto si ottiene il silenzio finale; cala così il sipario su un mistero "all'italiana" che è solo il primo di tanti altri simili.

La domanda su cui si basa la narrazione di questa storia è però: esiste un legame tra Sicilia, CIA, mafia, Muos, comunismo (combattuto da partiti ricordati nostalgicamente da Berlusconi) e anti-comunismo? In questa storia c'è tutto ciò. C'è la mafia, c'è il comunismo e l'anti-comunismo in Sicilia, il Muos è il nostro collegamento con il presente. Manca la CIA. La CIA è dentro questa storia (confermando, forse, l'ipotetico legame della domanda iniziale), dunque: a Portella furono sparati dei colpi di lanciagranate da uomini che, secondo alcuni testimoni, urlavano "urrà". Durante la Seconda Guerra Mondiale "urrà" lo urlavano gli uomini della "X MAS", reparto comandato da Junio Valerio Borghese (prima fascista, poi neo-fascista); reparto armato di lanciagranate, anche durante la guerra. Junio Valerio Borghese nel '45 venne catturato dal Comitato di Liberazione Nazionale. Travestito da ufficiale americano, venne salvato dal capo della CIA in Italia, Angleton. Junio Valerio Borghese fu liberato dal capo della CIA per volere di Giovan Battista Montini (futuro papa Paolo VI) che all'epoca era il capo dei servizi segreti vaticani sotto il pontificato di Pio XII, ovvero il papa che scomunicò socialisti e comunisti. Una volta che Borghese fu liberato, con molta probabilità, fu mandato nel '47 a Portella per sparare insieme ad i suoi uomini, uomini come quelli di Giuliano: cioè uomini a cui "piaceva" sparare. Nella Sicilia di quegli anni c'erano molte formazioni neofasciste (come quella di Borghese, appunto), mandate (probabilmente) dalla CIA e dallo Stato in aiuto ad una terra storicamente conservatrice e monarchica (quale la Sicilia) che ora vedeva "rosso". Agli Stati Uniti il fascismo piace un sacco; non per sè stesso ovviamente, ma per i paesi che vuole vicini nella lotta al comunismo. Mussolini aveva detto che la Sicilia era fascista fino al midollo: forse era vero sul serio. A sparare a Portella c'era Borghese e c'era, ovviamente, anche Guliano. Giuliano, come detto, fu mandato dal Principe Giovanni Francesco Alliata di Montereale, pupillo di padre Felix Morliòn, fondatore del servizo segreto dei cattolici europei. Il segretario di padre Morliòn è Giulio Andreotti. Andreotti poco dopo diventa il sottosegretario di Alcide De Gasperi nel primo governo senza i comunisti. De Gasperi era andato in America per chiedere aiuti economici al Presidente Truman. Aiuti concessi, probabilmente, a patto di combattere il bolscevismo. Quindi: Democrazia Cristiana, Chiesa Cattolica, Stati Uniti e non dimentichiamo buona parte del popolo siciliano hanno contrastato l'avanzata delle sinistre. La Sicilia era al centro del mondo nel ruolo di laboratorio del nuovo ordine mondiale (quello della lotta tra capitalismo e comunismo) e del nuovo ordine italiano (la DC al potere grazie alla complicità e per la felicità degli States, con le sinistre all'opposizione). L'opera storiografica di Casarrubea, gli approfondimenti televisivi di Carlo Lucarelli ed una pellicola del regista Paolo Benvenuti dal nome "Segreti di Stato" sono, senza ombra di dubbio più esaustivi; dato, anche, che trattano gli eventi del processo con accuratezza.

Ecco, dunque, come alcuni partiti della Prima Repubblica elogiati da Berlusconi hanno "assicurato il benessere e difeso la libertà e la democrazia dalla minaccia del comunismo".

                                                                                                                                           Alberto Mannino

 

 

 

                                                                                                             

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