venerdì 17 maggio 2013

Debito pubblico: un fardello dal passato

Eurozona: fine dell'austerity, parola d'ordine "competitività"

Con l'imminente vertice europeo di giugno si darà spazio alla crescita.

La crisi economica mondiale iniziata nel 2008 non accenna a ridimensionarsi. Negli ultimi anni enormi sono stati i sacrifici per combattere la crisi, ma la luce alla fine del tunnel è ancora lontana dall'essere intravista. Per fronteggiare il disagio economico l'Europa decise di attuare una politica economica di austerità, voluta soprattutto dalla Germania, il motore dell'Unione Europea. Con l'attuazione di questa politica si decise di far entrare il pareggio di bilancio in costituzione, ciò vuol dire che entro il 2013 il divario tra pil e debito pubblico nei paesi dell'Unione Europea come l'Italia, sarebbe dovuto rientrare nella soglia del 3%. La fatidica data del conseguimento delle richieste europee si sta avvicinando e l'Italia, nonostante le pressioni per l'annullamento dell'IMU da parte del pdl, è quasi giunta al traguardo. Tutto ciò permetterebbe lo sblocco di fondi stanziati per la crescita e consentirebbe quindi il rilancio dell'economia attraverso nuovi investimenti. Le discussioni su quale nuova politica economica adottare in Europa si è già infiammata, infatti i segnali di cambiamento rispetto all'austerity erano già stati lanciati dalla sinistra tedesca e sia dal governo francese che spagnolo, i quali erano riusciti a rimandare di altri 2 anni il pareggio di bilancio. Ora anche la Germania dell'austerity sembra stia cambiando rotta poiché le ultime previsioni sulla diminuzione dei consumi negli altri stati europei fanno presagire una perdita economica per la Germania, in quanto esportatore di prodotti in questi paesi. La nuova parola d'ordine sembra essere diventata "competitività" e l'ufficializzazione dovrebbe arrivare al vertice europeo di giugno, evento nel quale si costituirà il nuovo progetto di crescità, così da rafforzare l'eurozona.
In attesa dell'adempimento dei diktat tedeschi per la riduzione del deficit, l'Italia non è ancora in grado di poter lanciare un piano di crescita valido in quanto vi è la necessità immediata di far quadrare i conti entro il 29 maggio; successivamente si potrebbero iniziare i primi grandi investimenti per rilanciare l'economia generando la crescita del pil, come la diminuzione delle tasse sul lavoro, progetti di apprendistato o di integrazione giovanile nel mondo del lavoro, lo sblocco del denaro necessario alla realizzazione di opere pubbliche. Un'altra ipotesi, avvallata dopo la scelta dei ministri da parte del Premier Letta, per aumentare la liquidità all'indomani del pareggio di bilancio, sarebbe la richiesta di fondi alla Banca Centrale Europea, possibilità venuta alla luce dalla nomina di Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d'Italia e vicino al presidente della BCE Mario Draghi, a Ministro dell'Economia e delle Finanze. In ogni caso i soldi da utilizzare per il rilancio del paese dovranno essere utilizzati con criterio, controllando gli investimenti sino alla fine, evitando in questo modo di sperperare il denaro aumentando ancora una volta il debito pubblico, già il più alto d'Europa, senza generare crescita, cosa che è avvenuta durante l'egemonia politica della Democrazia Cristiana e del PSI di Craxi. Per mantenere stabile il debito si è inoltre sfruttata la tecnica della vendita dei titoli di stato, come i BTP o i BOT, ad investitori stranieri, i quali acquistano una parte del nostro debito in cambio della restituzione futura della somma con gli interessi.
Stranamente la finanza e l'asta dei titoli di stato ha avuto il suo miglior periodo dopo le elezioni; infatti, in una situazione di caos con il nuovo tripolarismo e l'assenza di un governo, la Borsa di Milano ha incontrato i suoi giorni migliori arrivando anche a chiudere con una crescita superiore al 3%, scalata che non avveniva dai tempi  prima della crisi; inoltre le aste dei titoli di stato, pur diminuendo la propria rendita e sicurezza, hanno subito un incremento. Questa crescita del mercato si è poi assestata all'insediamento del nuovo governo, evento che ha fatto però crescere in maniera spropositata il valore delle azioni delle aziende di Silvio Berlusconi. L'onda positiva dell'asta dei titoli di stato non si è però arrestata, grazie all'intelligente mossa del Tesoro di stipulare nuovi titoli BTP a scadenza trentennale, i quali hanno riscontrato una calda accoglienza dal mercato. A 5 anni dalla crisi le politiche austerity hanno ormai fatto il loro corso ed il lancio di un progetto di crescita europeo è ormai prossimo al varo. L'auspicio è che gli elementi di incertezza dell'eurozona non compromettano l'operazione di rilancio europeo, infatti mancano solamente 4 mesi alle elezioni in Germania ed il vincitore segnerà nel bene o nel male il futuro dell'Europa.

Giorgio Mineo


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