giovedì 9 maggio 2013

Violenza negli stadi

Boca-River: 1-1 tra folclore e...tante botte!

Nella sera italiana Boca Juniors e River Plate si sono date battaglia a "La Bombonera", stadio del Boca; ovviamente tutto esaurito, per una partita che si può, senza troppa cautela, definire l'evento sportivo più emozionante dell'anno. Derby caldo, caldissimo di Buenos Aires, capitale argentina, chiamato anche Superclàsico, a dispetto del Clàsico spagnolo, quello tra Real e Barcellona, che a quanto pare non è "super", almeno non quanto quello argentino. Il Superclàsico non è solo una partita di calcio: è molto di più. È una rivalità fortissima, che divide l'Argentina ma sopratutto un quartiere della capitale, La Boca: quartiere povero e quindi coloratissimo, vivace; quartiere abitato, un tempo, da immigrati italiani che lì portarono pasta, pizza e calcio. E quest'aspetto, tra gli altri, che riguarda altri tempi, quelli dei nostri antenati, forse, rende questa partita un qualcosa di indescrivibile.

Il match si è giocato domenica, nella casa rumorosa di un Boca che non aveva più molto da chiedere al suo campionato; ospiti i rivali del River, che prima della partita possedevano velleità di titolo. Tra coreografie spettacolari, interruzioni, tradizione, folclore e botte il match è terminato 1-1: un River, leggermente superiore nel palleggio, che ha scontrato le proprie ambizioni sullo scoglio Boca; squadra questa, che ha giocato col coltello fra i denti; anche il River ha giocato con grande aggressività, ma il Boca è stato più rude e più "cattivo", anche sotto porta, con la squadra ospite che fallisce il raddoppio e quella di casa che con mezza occasione pareggia.
Dopo 45 secondi passano gli ospiti a causa di una sbavatura del centrale boquense Burdisso (fratello minore del difensore della Roma) che abbandona la difesa della propria area, il centrocampista Sànchez crossa dalla destra e trova un buco lasciato proprio da Burdisso, dove si inserisce con grande abilità il diciannovenne Lanzini che con un colpo di testa batte il portiere. Il Boca, frastornato, subisce ed al 34' sempre Sànchez sbaglia una rete clamorosa. Goal sbagliato, goal subito: 4 minuti dopo il numero nove boquense Santiago Silva, con una zampata, perfora un immobile ed incolpevole portiere ospite: azione nata da una bella triangolazione e proseguita da una giocata fine del "mago" Erviti. Dopo il pareggio le azioni ed i discreti virtuosismi del primo tempo hanno lasciato spazio ad una partita  giocata a centrocampo, con più interventi duri, contrasti più o meno regolari, calci e sgambetti. Ad inizio ripresa è stato espulso l'allenatore del River Ràmon Diaz, uscendo saluta i propri tifosi ricevendo una bordata di fischi da quelli di casa; esce scortato dalla polizia.
Nel secondo tempo il match è sospeso due volte dall'arbitro Delfino; prima alcuni tifosi del Boca ricordano che il River l'anno scorso è sceso clamorosamente per la prima volta in B, travestiti da fantasmi si arrampicano sulla rete di recinzione; dopo piovono petardi sullo sventurato portiere ospite che però esce illeso. Al termine dei 12 minuti di recupero concessi dall'arbitro per recuperare il tempo perso fermando il gioco, Burdisso è espulso dopo un intervento giudicato dal direttore di gara troppo duro: l'espulsione corona la prova opaca del giovane centrale che fino a poco tempo fa giocava in Europa. Il River perde l'aggancio alla vetta; il Boca del veterano mister Bianchi, fermo a metà classifica, è contento di aver fermato la corsa dei rivali. Superclàsico giocato da molti giovani, il suo momento più memorabile è stato, forse, quando i 50.000 de "La Bombonera" cantavano "chi non salta è andato in B" per sfottere i rivali, con lo stadio che tremava.
Boca-River, con il suo spettacolo, ha dimostrato un'altra volta che questa non è solo una partita di calcio.

Alberto Mannino



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