domenica 7 aprile 2013

ARTICOLO DI FONDO

"PUBBLICITA' : QUALI DANNI ALLA MENTE ?"

E' enormemente sottovalutata l'influenza che la pubblicità esercita sulla nostra psiche e dietro la mistificazione dei suoi effetti dannosi risiede la volontà di preservazione del potere economico e politico da parte di interessi particolari costituiti. I primi studi sull'effetto della pubblicità traggono ispirazione da alcuni risultati raggiunti dal medico, fisiologo ed etologo russo Ivan Pavlov il quale scoprì per primo, tramite sperimentazioni sugli animali, il riflesso condizionato. Quest'importante scoperta pose l'accento sulla fragilità della psiche umana che con l'avvento nel Novecento, in misura dirompernte e pervasiva, della propaganda dei regimi totalitari fu sottoposta ad una sottile quanto efficiente manipolazione, le cui tecniche di condizionamento mentale si sintetizzano nell'odierna pubblicità. Aldous Huxley, nella sua poco conosciuta opera Il Mondo Nuovo (1932) / Ritorno al Mondo Nuovo (1958), denuncia gli effetti dannosi della pubblicità erede tecnologica della propaganda irrazionale  e strumento di manipolazione le cui caratteristiche si condensano in questi punti :
- REITERAZIONE
- RIFLESSO CONDIZIONATO
- BISOGNO FALSO, SUPERFLUO SOSTITUITO AL BISOGNO VERO, NECESSARIO
Ivan Pavlov scoprì che un animale sottoposto a costante sforzo fisico e/o psicologico può sopportarlo solo fino ad un certo limite, al di là del quale la sua psiche cede per sovraccarico di tensione risultando vulnerabile ad un qualsiasi tipo di suggestionabilità, ovvero a manipolazione e lavaggio del cervello. Otto Poetzl, un altro psicologo dal quale Pavlov trasse importanti dati per la scoperta del riflesso condizionato, effettuò un esperimento su un volontario che doveva osservare un' immagine proiettata su una scatola chiusa e disegnare il giorno dopo un sogno fatto la sera : il risultato fu sconvolgente, in quanto il volontario aveva disegnato il suo sogno con linee e caratteristiche rintracciabili chiaramente nell'altra immagine che aveva visto proiettata nella scatola chiusa. Questo suggerì a Poetzl che il nostro subconscio assimila dettagli della realtà che vengono disconosciuti dalla coscienza, ma che tuttavia dimostrano di esserci inconsciamente e di esercitare un'influenza su quello che facciamo. Il riflesso pavloviano o condizionato è una risposta dell'individuo ad uno stimolo esterno che determina in lui mutamenti inconsci (il battere le ciglia, la salivazione), ma cosa c'entra la pubblicità con il riflesso condizionato ? Qual è il nesso ? Quando osserviamo le martellanti pubblicità che reiterate continuamente sfiniscono il nostro status mentale, siamo colti in un momento di fragilità psicologica che ci rende vulnerabili ad una suggestione qualsiasi, contrapponendo ad uno stimolo esterno una risposta interna inconscia. Per esempio se siamo in macchina nel traffico e attorno a noi, come avviene nelle odierne metropoli, sono presenti numerosi cartelloni pubblicitari, si intacca la difesa della nostra mente che assimila il messaggio pubblicitario come vero a priori senza prima sottoporlo al vaglio critico. Ecco che messaggi diseducativi presenti in alcune pubblicità come "le regole sono fatte per essere infrante" o "il lusso è un diritto", vengono assunti come veri inconsciamente sopprattutto dai bambini la cui mente è meno vigile o dagli anziani, dai malati, da chi è stressato dal proprio lavoro e la sera, dopo una giornata debilitante, si siede sulla poltrona davanti la TV. Questi studi scientifici supportati dai fatti sono ancora più disarmanti se si pensa che noi siamo condizionati inconsciamente nelle nostre scelte e che non siamo liberi di pensare criticamente. Non è un caso che lo spazio pubblicitario serale in TV costi molto di più ( di sera la mente è molto più stanca ), proprio perchè le più imponenti compagnie e multinazionali necessitano di inserirsi in un sistema consumistico e meccanico che impedisce la formazione del prorpio pensiero individuale, sostituito da uno omologato e massificato, condizionato e ad una dimensione. Considerato che non esiste una legislazione efficace in materia di pubblicità che miri a limitarne la presa sulle coscienze dei cittadini, il suggerimento è di coltivare un'educazione alla libertà e al pensiero individuale, perchè siamo tutti sottoposti ad una costante manipolazione intellettuale.  

Ugo Giarratano

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