martedì 23 aprile 2013

Bersani: 'Confermo le mie dimissioni. Siamo stati su orlo di crisi gravissima'

'Franchi tiratori venuti meno a decisioni collettive'

23 aprile, 20:05
Pier Luigi BersaniIl Pd ha approvato, con 7 voti contrari e 14 astenuti (tra cui Rosy Bindi) il documento con cui il Partito Democratico dà "pieno" sostegno al tentativo del presidente Giorgio Napolitano di dare vita a governo. 
"Ho annunciato le mie dimissioni dopo la bocciatura delle candidature di Marini e Prodi da parte dei franchi tiratori, molti dei nostri grandi elettori sono venuti meno a decisioni formali e collettive in un momento cruciale. Siamo stati su orlo di crisi gravissima e senza precedenti". Così Pier Luigi Bersani in direzione.
"Confermo qui le mie dimissioni che saranno portate anche all'Assemblea nazionale", ha detto Bersani.
"Si può dire che le elezioni le abbiamo vinte o no ma alla prima prova non abbiamo retto e se non rimuoviamo il problema rischiamo di non reggere nelle prossime settimane e mesi. Insieme a difetti di anarchismo e di feudalizzazione si è palesato un problema grave di perdita di autonomia. Non si pensi che quanto successo sia episodio, c'é qualcosa di strutturale". E' l'analisi di Pier Luigi Bersani in direzione, sulla crisi del Pd durante l'elezione del presidente della Repubblica.
"Ci vuole una ragionata disponibilità a ricercare tutti insieme una soluzione di governo mettendo a disposizione le nostre forze e risorse", così Bersani ha indicato l'atteggiamento del Pd rispetto alla creazione del governo.
Un partito è tale se è retto "da un principio d'ordine" altrimenti diventa "un nido del cuculo". Il principio d'ordine, ha spiegato Bersani, è "il principio di sovranità da dare alla comunità del partito". Senza di questo il partito "é un autobus, un ascensore, un nido del cuculo". "La metafora - ha aggiunto - ce l'ha data Gherardo colombo. Entro in uno spazio per mettere in luce la mia soggettività".
"Io ci credo, ho fiducia nel Pd e dopo 4 anni qualche idea me la sono fatta, aspetto di poterne discutere liberamente, fraternamente in un confronto che non tocchi tanto la linea politica ma una profonda riforma del partito. Le mie dimissioni, sono convinto, sono utili al partito per guardare in faccia il problema senza occultarlo illusoriamente", ha spiegato Bersani.
"Il partito non è in abbandono, la direzione è operativa, i gruppi parlamentari anche, il vicesegretario e il tesoriere in pienezza di potere", ha detto durante la direzione del Pd, proponendo che al Colle per le consultazioni ci vada una delegazione formata dal vicesegretario Enrico Letta e dai capigruppo.
Bersani sferza Gherardo Colombo che ha detto di voler la tessera del Pd per poterla stracciare. "La metafora" della mancanza del rispetto del principio democratico interno, ha detto in Direzione Bersani, "ce l'ha data Gherardo colombo: Entro in uno spazio per mettere in luce la mia soggettività. E forse troveremo pure un Circolo che gli darà la tessera. Oppure un parlamentare che prima di presentare gli emendamenti alla Finanziaria li mette su Facebook per avere suggerimenti".
"Non voglio indagare sulla logica di quel che è avvenuto. Ho visto Le Monde che titolava 'Colpito Prodi per affossare Bersani'. Ma forse in Europa non sanno che noi abbiamo dei missili a testata multipla che possono colpire diverse parti...". E' la battuta amara con cui Pier Luigi Bersani ripercorre le bocciature di Marini e Prodi per l'elezione al Quirinale.
"Che non potesse essere un presidente della Repubblica non mi convincerete mai, dite quello che volete...", ha detto Bersani.
La direzione ha applaudito Pier Luigi Bersani dopo il suo discorso d'addio criticando una deriva personalistica del partito ma invitando a credere nel Partito Democratico.
"Pieno sostegno al tentativo del presidente Napolitano" di "dar vita ad un governo", "secondo le linee del discorso di insediamento pronunciato" alle Camere. E' quanto afferma il Documento che il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, ha proposto alla Direzione. Il sostegno al tentativo di Napolitano deve avvenire, dice il documento, "mettendo a disposizione la propria forza parlamentare e le proprie personalità".
"Siamo davanti ad scelta per la democrazia. Non abbiamo scelto Rodotà non perché non è un uomo della sinistra ma perché in un sistema non presidenziale decide il Parlamento, non la piazza. Mille, 5000 persone che impongono al Parlamento un presidente non va bene neanche se è S. Francesco". Così Dario Franceschini, in direzione, ripercorrendo le scelte sul Quirinale e difendendo Bersani che "si è assunto colpe non sue a cominciare dai franchi tiratori".
"L'episodio della mia contestazione é in sé insignificante ma tutto mi sarei immaginato ma non di essere contestato in un ristorante non perché ho rubato ma perché ho votato Napolitano", ha detto Franceschini in direzione.
Matteo Orfini, intervenendo i direzione, chiede al Pd di "specificare" meglio la proposta da presentare al presidente Napolitano durante le consultazioni. Ma, pur chiedendo innovazione, non fa esplicitamente la proposta di indicare Matteo Renzi come premier. "Per reggere politicamente abbiamo bisogno di una soluzione con 3 punti: domanda di innovazione, capacità di interloquire con la società e possibilità di sfidare a 360 gradi il Parlamento".
"Ieri - afferma Orfini - c'é stato un discorso straordinario da Napolitano ed è stato il discorso di un presidente che ha dimostrato che sarà di tutti. Faremmo un torto e un errore se considerassimo che quel discorso è la relazione alla direzione di oggi. Napolitano ha chiesto qualcosa, di assumersi una responsabilità, non di cederla a lui, come mi sembra sia il documento che viene proposto in direzione". Per accettare "l'impianto di Napolitano - sostiene il 'giovane turco' - quella richiesta a 360 gradi di dare un governo al paese", per il deputato bisogna chiarire "in quell'alveo quali sono i paletti (la direzione accoglie l'espressione con brusio, ndr), quali sono le responsabilità che un partito democratico ha il dovere di prendersi". Anche perché "accettare l'impianto di Napolitano è innanzitutto tenere a cuore un tema, l'unità del pd. Il Pd se non è unito non è in grado di garantire soluzione".
Ressa sotto la sede nazionale del Pd in via del Nazareno per la Direzione. Nella stretta via che è luogo di passaggio di colonne di turisti che da Fontana di Trevi vanno a piazza di Spagna, si è formato un tappo umano che rende impossibile muoversi in una calca di turisti, giornalisti, cameraman e curiosi. Non mancano anche militanti del Pd.
Tra le teste spunta un cartello tenuto da un ragazzo con la scritta: "Avete dilapidato un tesoro, vergogna". Peraltro nella piazzetta del Nazareno sostano i pullmini delle televisioni. Per i partecipanti alla Direzione sembra quasi impossibile superare la barriera umana.
E' spuntato anche un cartello con la scritta 'Mai con Berlusconi', mentre nella via rimangono intrappolate alcune automobili che suonano il clacson. Nella folla dei curiosi si aggira anche un uomo di mezza età che sbraita contro la sede del Pd e mostra il braccio con un vistoso tatuaggio della testa del duce. A fatica gli esponenti della Direzione cercano di entrare nella sede. Pier Luigi Bersani comunque è entrato da un ingresso laterale.
Al grido di 'arrendetevi, siete circondati', di fronte alla sede del Pd dove è in corso la riunione della Direzione, è arrivato anche un finto Beppe Grillo. La strada di fronte al Nazareno è stata presa d'assalto da una folla di giornalisti e curiosi. Si tratta del finto Beppe Grillo di Striscia la notizia che va ad incrementare i sosia della trasmissione satirica di Canale 5. Con una capigliatura e un'inflessione di voce simile a quella del guru del Movimento 5 Stelle, l'attore riesce ad attraversare la strada tenendo un improvvisato comizio "alla Grillo" contro il Pd e i partiti che stanno morendo.

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