domenica 7 aprile 2013

PD: scontri interni


Il PD si divide sul dialogo con il Pdl

Il ministro Barca scende in campo: 'Bisogna superare idea tecnocrati e governo della Rete'

Nonostante il pressing interno per una maggiore apertura nei confronti del Pdl, il leader del Pd, Pier Luigi Bersani tira dritto per la sua strada. E continua a scommettere tutto sull'elezione del presidente della Repubblica. Dopo che sarà stato eletto un nuovo capo dello Stato, è il ragionamento che si fa anche tra i 'suoi', si chiuderà una partita e se ne aprirà un'altra. Con altre carte visto che il nuovo inquilino del Colle potrà sciogliere le Camere e - è la scommessa - sono ben pochi i parlamentari di tutti gli schieramenti che vogliono tornare alle urne. E' a questa partita che si starebbe preparando il segretario cercando di 'tamponare' il più possibile sul fronte interno dove si vede crescere il partito del 'governo di scopo'. E' anche in questa chiave che vanno lette le interviste dei due capigruppo, Roberto Speranza ('bersaniano doc') e Luigi Zanda (ex Dl) rispettivamente a 'Corsera' e 'Unita'' dopo la presa di posizione 'aperturista' al Pdl di ieri di Dario Franceschini.
La tensione resta comunque alta, così come i malumori a sinistra per le aperture di credito al Popolo delle Libertà che pure continua a chiudere a ipotesi di intese che non siano anche politiche. Da Cicchitto alla Gelmini, da Bondi a Gasparri il concetto declinato a più voci è sempre lo stesso: il Pdl non farà da "portatore d'acqua" ad un governo del Pd senza una contropartita politica, i democrats si scordino un appoggio esterno gratuito
Tutto questo nel giorno in cui Fabrizio Barca scioglie la riserva e annuncia di voler essere in campo per il Pd pur non puntando alla segreteria ("non ambisco a farne il segretario") ma piuttosto a entrare a far parte del gruppo dirigente. La prossima settimana lancerà la sua agenda per un partito che sia di 'mobilitazione cognitiva' in cui le persone "si incontrano e mettono in comune le idee per risolvere i problemi". Un partito davvero radicato sul territorio e che sappia mobilitarsi di più. Non sarà l'anti-Renzi, specifica il ministro della Coesione territoriale, ("mi sembrerebbe pretenzioso dirlo non avendo ancora detto le mie intenzioni sul piano politico"). Ma é chiaro che il progetto che ha in mente ha un baricentro decisamente più spostato a sinistra rispetto a quello che ha in mente per il Pd il sindaco di Firenze. "Il Pd, la sinistra e Sel - dice Barca - hanno bisogno di fare squadra, non ovviamente a costo di un compromesso, non senza un sentimento di squadra"


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